Dopo lunghi giorni di tira e molla, la faccenda dei carri armati sembra finalmente essersi risolta: sia gli americani che i tedeschi manderanno i loro carri armati in Ucraina. Washington manderà gli Abrahams, Berlino manderà i suoi Leopard. Si tratta di carri armati molto più moderni ed efficaci di quelli usati dai russi fino ad oggi, e questo rischia di cambiare seriamente gli equilibri in gioco sul teatro di guerra.

La cosa interessante è il modo in cui si è arrivati a questa decisione: inizialmente, Scholz ha negato i suoi Leopard agli ucraini, e questa sembrava essere una mossa di buon senso, intesa ad evitare una pericolosa escalation in questo momento della guerra.

Poi però gli americani hanno insistito, e a quel punto Scholz ha detto che avrebbe mandato i suoi Leopard, ma solo se gli americani avessero mandato i loro Abrahams. Anche gli americani, inizialmente, si sono dimostrati recalcitranti, e solo dopo molti giorni hanno “accettato” le condizioni di Berlino.

Tutto questo tira e molla ha il forte sapore di una sceneggiata: un teatrino messo in piedi di comune accordo, fra tedeschi e americani, per fingere di non voler mandare i propri carri, per poi alla fine mandarli solo “per far contento il proprio alleato”. Della serie "metti giù", "no metti giù prima tu".

Sia tedeschi che americani infatti temono una reazione asimmetrica dei russi, che hanno sempre la possibilità di utilizzare le famose “tattiche nucleari”, nel caso le cose si mettessero male per loro.

E così, con questo teatrino durato diversi giorni pensano di aver trovato la soluzione per salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica, e mandare comunque i loro potenti carri armati in aiuto a Zelensky.

Ma il succo della faccenda non cambia. Con questi nuovi carri armati – specialmente se saranno mandati in numero considerevole – Zelensky può tranquillamente pensare di pianificare la riconquista della Crimea. E questa ovviamente è una cosa che i russi non permetterebbero mai.

A questo punto anche un bambino capirebbe quali possano essere le conseguenze di una nuova escalation sul territorio Ucraino.

I primi a ricevere le bombe atomiche dei russi, in caso di guerra nucleare, saremmo certo noi e non gli americani.

Massimo Mazzucco