Due missili sono caduti questa sera in territorio polacco. Hanno colpito una fattoria, uccidendo due persone. In attesa di dichiarazioni ufficiali da parte del Cremlino, ci si interroga su cosa possa essere successo. Queste le ipotesi che circolano in questo momento.
1) Un errore da parte dei russi.
2) Un impatto della contraerea ucraina, che ha fatto cadere i missili oltre il confine polacco.
3) Un gesto deliberato e provocatorio da parte dei russi (su ordine di Putin).
4) Una scelta operata dai falchi russi, che sono in disaccordo con Putin sulla ritirata da Kherson.
5) Una false flag ucraina, ovvero missili ucraini lanciati intenzionalmente oltre il confine, con lo scopo di dare la colpa ai russi.
6) Altro?
di Maurizio Vezzosi
A monte della ritirata russa da Kherson c’è una decisione di peso, sotto il profilo militare e politico. Abbandonare il capoluogo di una regione poche settimane dopo averne ratificato l’ingresso nella Federazione Russa non è certo il massimo, nonostante le rassicurazioni del Cremlino che hanno rimarcato di considerare Kherson territorio russo. La ritirata rischia di fomentare le posizioni ucraine più oltranziste, anziché le posizioni più propense al dialogo, già fortemente marginalizzate e represse. Da un punto di vista simbolico e comunicativo, la ritirata russa da Kherson si presta inoltre al tentativo di dare contezza della presunta debolezza militare di Mosca.
Non va dimenticato che le ritirate ed i riposizionamenti fanno parte delle guerre di lunga durata, come quella che si sta combattendo in Ucraina. Vengono in mente la ritirata di Slavijansk e quella di Mariupol del 2014, nei primi mesi della guerra d’Ucraina, quando le forze di Donetsk abbandonarono le due città senza combattere. Senza l’accordo che nel 2014 riconsegnò Mariupol all’esercito ucraino Mosca ne avrebbe avuto il controllo – indiretto o diretto – senza dover cominciare, otto anni dopo, una battaglia di due mesi costata migliaia di vittime.
Paradossi della politica, e della guerra.
Intervista di Franco Fracassi all'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov.
In questi giorni si sente spesso parlare della possibilità dell’uso di armi nucleari “tattiche”, nello scenario di guerra dell’Ucraina.
Secondo la definizione corrente, queste sarebbero “piccole” armi nucleari, con un potenziale distruttivo ridotto. Il loro uso provocherebbe quindi un danno relativo, che sarebbe limitato ad obiettivi strategici o comunque militari. In altre parole, viene fatta passare l’idea che esista uno stadio intermedio fra le armi convenzionali e quelle nucleari vere e proprie, e che l’utilizzo di queste armi nucleari “tattiche” non debba portare necessariamente alla escalation irreversibile di una totale guerra atomica.
Questa ipotesi, tanto cara ai guerrafondai che sperano di vedere i fuochi d’artificio in Ucraina, è stata totalmente smentita circa quarant’anni fa, da una simulazione di guerra voluta da Ronald Reagan, chiamata Proud Prophet.
Fonte: Nogeoingegneria
Quando Reagan approvò il Sabotaggio per distruggere l’ Economia Sovietica
Fu il presidente degli Stati Uniti Ronald Regan ad approvare nel 1982 il piano CIA finalizzato a sabotare l’economia dell’Unione Sovietica: ecco cosa afferma un ex ufficiale della Casa Bianca. Il piano consisteva nell’invio di materiale tecnologico con malfunzionamenti non individuabili, tra cui il software che fu responsabile dell’esplosione di un gasdotto. Thomas Reed, ex segretario dell’Aviazione e membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale, descrive l’episodio in un libro che sarà pubblicato il mese prossimo: At the Abyss: An Insider’s History of the Cold War.Reed afferma che l’esplosione della tubatura siberiana costituisce solo un esempio della “gelida guerra economica” portata avanti dalla CIA contro l’URSS, sotto la direzione di William Casey, nel corso degli ultimi anni della Guerra Fredda.
In quel periodo, gli Stati Uniti tentavano di bloccare l’importazione di gas naturale sovietico nei paesi occidentali. Vi erano sospetti, in oltre, che i Russi volessero rubare un’ampia gamma di tecnologie all’Occidente. Poi, un membro del KGB rivelò l’intera lista della spesa dei sovietici e la CIA, subito, spedì loro il software danneggiato, facendo in modo da nascondere il baco.
Sulle prime pagine di tutto il mondo campeggia l’immagine del Mar Baltico che ribolle, a causa di una fuga di gas dal gasdotto sottomarino Nord Stream. Come tutti sanno, questo gasdotto parte dalla Russia e raggiunge la Germania, portando il gas in tutta Europa.
Subito dopo la notizia della fuga di gas, si è diffusa anche la notizia che i punti danneggiati sono tre, e che i sismografi di Svezia e Danimarca hanno registrato forti esplosioni sottomarine, proprio nelle vicinanze dei punti danneggiati.
A questo punto nessuno più dubita che si sia trattato di sabotaggio. La domanda che ne consegue è: chi è stato?
La Repubblica: Così il Cremlino vuole trasformare l'invasione dell'Ucraina in un'aggressione alla Russia.
La Stampa: Putin cede ai “falchi” e ordina la mobilitazione parziale.
Corriere: Perché quella dello zar è una dichiarazione di guerra.
Questo il discorso integrale di Putin, tradotto da Casa del Sole:
E’ difficile capire che cosa stia succedendo in Ucraina. Secondo i media occidentali, l’esercito di Kiev sta riconquistando una parte del terreno perduto, “liberandolo dalle forze di invasione”. I telegiornali ci mostrano ucraini felici nel veder arrivare i soldati di Kiev. La CNN parla addirittura di “Una spettacolare settimana di successi Ucraini e di sconfitte dei russi”.
Se però andiamo a leggere le fonti del fronte avverso, la descrizione dei fatti è molto diversa. La Tass, agenzia ufficiale di informazione russa, scrive che “Le forze armate ucraine hanno perduto 4000 uomini nella zona di Kharkov", che la zona di “Kherson è al sicuro e la regione è stabile”, mentre “Le forze alleate controllano tutta la repubblica di Lugansk, nonostate le voci messe in giro da Kiev”.
Siamo nel bel mezzo di una guerra totale di propaganda. Coma fare a capire che cosa succede davvero?
Documentario pubblicato direttamente dall'ambasciata russa in Italia. Dedicato a Enrico Mentana e a tutti quelli che "gli Azov non sono nazisti".
(A causa della restrizione il doc è visionabile solo sul canale dell'ambasciata: youtu.be/pucG92JtXxM).
"Azov del cervello "- un documentario con filmati esclusivi e testimonianze oculari. Contiene conversazioni registrate con militanti Azov catturati che si sono arresi a Mariupol e mercenari stranieri, nonché commenti di esperti e testimonianze di civili che sono stati torturati e maltrattati dai neonazisti. Il film racconta l'ideologia dei battaglioni nazionalisti, le credenze neopagane che fioriscono nelle loro file e l'uso diffuso dei simboli nazisti. L'autrice del film, giornalista e conduttrice televisiva Marina Kim, ha visitato il luogo di detenzione temporanea di Azov catturati vicino al villaggio di Olenivka (Repubblica Popolare di Donetsk) pochi giorni prima dell'attacco delle forze armate ucraine, inflitto dal lanciamissili americano Himars, che ha ucciso più di 50 prigionieri di guerra
Nei giorni scorsi Amnesty International ha pubblicato un rapporto nel quale denuncia il reiterato uso da parte dei militari ucraini delle strutture civili (scuole, caseggiati, ospedali, ecc.) per scopi militari.
Questa scomoda verità non è piaciuta ai poteri occidentali, che pur non smentendo una sola virgola di quanto scritto nel rapporto, hanno imposto le dimissioni di Oksana Pokalchuk, la responsabile di Amnesty per l’Ucraina.
E poi saremmo noi occidentali quelli che difendono la libertà, la democrazia e il diritto di parola nel mondo.
Dei seguito alcuni estratti del rapporto. Qui l’originale.
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Oggi Amnesty International ha dichiarato che le forze ucraine hanno messo in pericolo i civili stabilendo basi e utilizzando sistemi armati in aree residenziali popolate, comprese scuole e ospedali, mentre respingevano l'invasione russa iniziata a febbraio,
Tali tattiche violano il diritto umanitario internazionale e mettono in pericolo i civili, poiché trasformano oggetti civili in obiettivi militari. I conseguenti attacchi russi nelle aree popolate hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili.