Non si comprende bene il motivo per cui il Garante per la privacy si sia improvvisamente interessato alla piattaforma Rousseau. Proprio adesso che da quella piattaforma stanno uscendo i nomi dei candidati al parlamento di Bruxelles.

Bene o male, si tratta di una piattaforma interna al Movimento 5 Stelle. Una tecnologia gestita dalla Casaleggio, e finanziata con i soldi privati della Casaleggio e degli stessi parlamentari 5 Stelle.

E' un pò - mutatis mutandis - come se su luogocomune facessimo un sondaggio sulle tendenze politiche del momento, e di colpo intervenisse il Garante per dirci che i nostri sistemi non sono adeguati, non garantiscono trasparenza, eccetera eccetera. Noi sicuramente risponderemmo: "Ma saranno cavoli nostri, o no?" In altre parole, se il sistema non garantisce trasparenza, non dovrebbero essere gli stessi utenti di luogogomune a lamentarsi, a richiedere dei miglioramenti, o eventualmente a smettere di usare il sistema, se non si fidano? Perchè dovrebbe intervenire il Garante, per una questione interna alla nostra comunità?

Certo, se esistono delle leggi a garanzia della privacy vanno rispettate, ma in questo caso sembra evidente l'uso politico dell'intervento del Garante. Non solo, come dicevamo, la multa arriva proprio durante le europarlamentarie, ma il Garante - tale Antonello Soro - è stato in passato un capogruppo del Partito democratico alla Camera. Ed infatti, casualmente, questo intervento ha propiziato i commenti dei suoi ex-colleghi di partito, come Giacomo Portas del PD, che ha prontamente commentato: “Ecco la grande ‘democrazia’ dei M5s, il sistema Rousseau che cade sotto il giudizio della privacy”.

Insomma, se la cantano e se la suonano da soli. Uno alza la palla, e l'altro schiaccia sotto rete.

Tutto serve a fare propaganda, in questi tempi bui della politica, un mondo nel quale ormai le vere argomentazioni di tipo politico e sociale sono soltanto un pallido ricordo.

Massimo Mazzucco