Il lucertolone nazionale se n’è andato. L’uomo che a febbraio si crogiolava nella lussuriosa posizione di poter scegliere addirittura se fare il primo ministro oppure il presidente della repubblica, a soli 5 mesi di distanza si ritrova con il culo per terra, a non fare nè l’uno nè l’altro. Fingendosi umile, il presuntuoso Draghi diceva “sono solo un nonno prestato alla politica”. Bene, che ritorni a fare il nonno, una volta per tutte.

Ne abbiamo abbastanza di dover sopportare mostruose imbecillità come “se non ti vaccini muori”, oppure “dobbiamo scegliere fra la pace e i condizionatori.” Ma soprattutto, ne abbiamo abbastanza di quell’aria di superiorità dell’uomo calato dall’alto, che mal sopporta le procedure democratiche, che mostra fastidio di fronte a qualunque critica, e che va raccontando a sè stesso che “gli italiani mi vogliono” quando nessuno lo ha mai votato.

 

Sia chiaro, Draghi se ne va ma i nostri problemi rimangono. Ma quelli sono endemici. Li abbiamo causati noi, con la nostra storica incapacità di unirci come popolo nel momento in cui veniamo calpestati, con la nostra eterna cecità nel credere che “basta che non tocchino il mio orticello, e io sono a posto. Degli altri chissenefrega.”

Però, ripeto, questi sono problemi che fanno parte della nostra natura, e solo il tempo e una profonda mutazione culturale potranno risolvere. Ma nel frattempo perfavore toglieteci di mezzo questo lucertolone insopportabile, che sa esprimere di tutto meno che umanità, intelligenza e senso di empatia.

Massimo Mazzucco