Della vicenda di Assange vi sono due aspetti diversi, uno particolarmente chiaro ed evidente, l'altro decisamente oscuro.

Quello chiaro ed evidente è che l'operazione del suo arresto sia stata voluta e gestita, fin dall'inizio, dagli Stati Uniti. Non è mai fregato a nessuno di processare Assange in Svezia per i presunti reati sessuali (chissenefrega se durante un rapporto sessuale con una svedese di 35 anni Assange ha usato o meno il preservativo?) Nè di certo frega qualcosa agli inglesi di processarlo oggi per non essersi presentato in tribunale 7 anni fa, quando era in libertà vigilata. Queste sono solo scuse ridicole, messe in piedi per coprire il Grande Burattinaio americano, che vuole invece Assange per uno scopo molto diverso: punirlo in modo esemplare davanti al mondo intero, per aver divulgato impunemente i suoi segreti di stato.

Su questo gli americani non transigono: sono grandi paladini della democrazia e della libertà di espressione, ma soltanto fino a quando quella libertà di espressione non svela le loro vergogne più profonde. A quel punto scatta il meccanismo di autodifesa, casca il velo ipocrita del primo emendamento, e parte la caccia alle streghe esattamente come se fossimo ancora nel seicento. Ne sa qualcosa Edward Snowden, che è costretto a restare rintanato in Russia, e ci resterà probabilmente ancora molto a lungo.

Fin qui, come dicevamo, l'aspetto chiaro della faccenda. Ce n'è poi però un altro, molto più oscuro, che nessuno è mai riuscito a decifrare fino in fondo: chi è veramente Julian Assange?

E' davvero soltanto un Robin Hood della libertà di informazione, o è piuttosto uno strumento in mano del Deep State, che da un giorno all'altro si è ritrovato contro gli stessi poteri che lo avevano creato?

Perché la domanda è molto semplice: com'è possibile che un uomo verso il quale sono state fatte confluire decine di migliaia di pagine scottanti, che riguardavano alcuni dei segreti più vergognosi delle guerre in Afghanistan e Iraq, Assange non abbia mai ricevuto mezza pagina di denuncia riguardo ai fatti dell'11 settembre?

Con un'organizzazione come Wikileaks, disposta a ricevere e rilanciare nel mondo le informazioni più scottanti da parte di chiunque, ci si aspetterebbe di aver letto anche decine di pagine di whistleblowers coinvolti - più o meno a loro insaputa - nell'autoattentato dell'11 settembre.

Invece, fra le mille vergogne degli Stati Uniti denunciate da Assange al mondo intero, l'11 settembre - che è la vergogna più grossa di tutte - non compare mai. Perchè?

Dobbiamo forse dedurre che Assange sia una vittima che è rimasta schiacciata dai meccanismi antagonistici all'interno del Deep State, ma che esista una verità innominabile - quella appunto dell'11 settembre - alla quale nessuno deve mai comunque permettersi di arrivare, da qualunque parte della barricata si trovi?

Massimo Mazzucco