Fin dal giorno in cui Trump è stato eletto presidente, la poderosa macchina del Deep State (C.I.A., FBI, democratici guerrafondai, NSA, Pentagono ecc.) si è messa in moto per cercare di detronizzarlo. Prima ci hanno provato inventandosi il Russiagate, nel quale si accusava Trump di avere in qualche modo usufruito della collaborazione russa per battere Hillary Clinton. E quando l’indagine del procuratore Muller si è conclusa con un niente di fatto, si sono messi immediatamente cercare la prossima scusa per riuscire a distruggere il loro avversario politico.

E questa scusa si è puntualmente presentata - visto che questo avversario politico non è particolarmente astuto - con la famosa telefonata di Trump al presidente ucraino Zelinsky, nella quale il buon Donald lo minacciava apertamente di ritirargli gli aiuti militari promessi, se non gli avesse fornito informazioni utili per distruggere la candidatira di Joe Biden alle presidenziali. Tutti i media democratici si sono schierati compattamente contro Trump, gridando allo scandalo, e adesso finalmente è arrivato il procedimento di impeachment. Il problema è che Joe Biden aveva fatto la stessa identica cosa, quando era vicepresidente, proprio in Ucraina, e proprio per togliere dai guai suo figlio Hunter, che in quel periodo veniva indagato dal procuratore generale ucraino per operazioni di investimento poco chiare. Ma di questo fatto, naturalmente l’intera stampa mondiale ha deciso di dimenticarsi.

Massimo Mazzucco