La maggior parte degli italiani si era già dimenticata di Silvia Romano. Dopo oltre un anno e mezzo dal suo rapimento, molti avevano pensato che non sarebbe mai più ritornata.

Invece domenica abbiamo avuto la bella notizia. Silvia e viva, e sta tornando in Italia. Bene, abbiamo pensato in molti, probabilmente sarà stato pagato un riscatto, ma chissenefrega. Siamo contenti per lei e per la sua famiglia.

Ma quando, sulla pista di Ciampino, si è aperto il portellone dell’aereo che la riportava a casa, lo choc è stato grande per tutti. Quella che scendeva dagli scalini non era più la ragazzina partita da Milano due anni fa, ma era una donna islamica, che grazie al suo modo di vestire ostentava chiaramente la sua nuova religione.

E questo per molti è stato troppo. Indignato, Gasparri andava in televisione e faceva subito il collegamento con il terrorismo islamico: “Speriamo almeno che vada a pregare in una moschea normale – diceva - e non in quelle dove si reclutano i terroristi.”

Anche la rete non è stata tenera con la ragazza italiana, che è stata coperta di insulti per il solo fatto di aver cambiato religione. Molti lamentavano il fatto che fosse stato pagato un riscatto per una che – questo era il sottinteso – “non è più nemmeno una di noi”.

La verità è che dopo 20 anni di propaganda anti-islamica, partita dall’11 settembre, la maggioranza delle persone ha completamente perso la capacità di analizzare correttamente il senso delle cose. L’equazione islamismo-uguale-terrorismo ormai è penetrata nel subconscio delle popolazioni occidentali, e i risultati li abbiamo visti domenica.

Quelli che hanno organizzato l’11 settembre possono essere orgogliosi. La loro finalità ultima, che era quella di mettere in cattiva luce l’intero mondo islamico, è riuscita in pieno. E in qualche maniera, ciascun cittadino dell’occidente è stato complice di questa operazione.

Massimo Mazzucco