Come avevano previsto le persone più lungimiranti, ieri Joe Biden ha perso definitivamente la speranza di diventare presidente, mentre Donald Trump è stato trionfalmente insediato alla Casa Bianca per altri 4 anni.

La giornata era iniziata in modo tranquillo, ma sin dalle prime ore del mattino si è capito che stava per accadere qualcosa di grosso. Centinaia di migliaia di supporter di Donald Trump sono stati avvistati lungo le rive del Potomac, in avvicinamento verso Washington. Marciavano compatti, cantando cori di guerra, mentre tenevano alte le bandiere confederate. Alcuni di loro trascinavano anche un vecchio cannone della guerra civile, rimesso a lustro per l’occasione,

Nel frattempo Joe Biden, ancora ignaro di quello che stava accadendo, si preparava nella sua stanza d’albergo, profumandosi e pettinandosi i pochi capelli che gli sono rimasti. Non sapeva ciò che il destino aveva in serbo per lui.

Anche dalle parti del Pentagono si notava un certo movimento: carri armati e mezzi blindati di ogni tipo si allineavano ordinatamente sulle autostrade che portano al centro della città. Tutto il traffico civile veniva bloccato, sia in entrata che in uscita dalla capitale.

Le orde di supporter venute da sud confluivano con quelle venute da ovest, e la marea umana – composta ormai di alcuni milioni di persone – circondava osannante l’intero perimetro della Casa Bianca. Dal balcone del secondo piano il presidente Trump li salutava gioioso, mentre sventolava un cartello con la scritta “di qui non ce ne andremo mai”.

Nel frattempo un Blackhawk della Marina sorvolava l’albergo di Biden, e una squadra speciale di S.W.A.T. si calava silenziosa direttamente sul suo balcone. Biden e la moglie venivano prelevati dall’elicottero e portati al sicuro nei sotterranei del Pentagono.

Dall’altra parte della città, un manipolo di uomini coraggiosi armati fino ai denti, capeggiati da Steve Pieczenik (in rigorosa camicia a fiori) penetrava negli uffici della CNN e si impossessava dello studio principale e della sala di regia. L’anchorman Wolf Blitzer doveva interrompere la diretta, e veniva ignominosamente cacciato a pedate nel culo, mentre si udivano contro di lui epiteti di tipo razziale. Steve Pieczenik si sedeve al suo posto, si aggiustava il microfono e annunciava trionfante alle telecamere: “Popolo d’America, è giunto finalmente il giorno della giustizia e della verità. Ve l’avevo detto di non disperare. Era tutto programmato. Avevamo l’arma segreta. Noi abbiamo fatto soltanto finta di cedere, ma in realtà volevamo solo ingannare l’avversario, per indurlo in un falso senso di sicurezza”. Dopodiché Pieczenik indicava il monitor della diretta e diceva: “Guardate. Guardate quello che sta succedendo nelle vicinanze del Campidoglio”.

In effetti, le riprese aeree erano impressionanti: si vedevano intere armate militari che convergevano speditamente verso il luogo sacro della democrazia americana. Le guidavano orgogliosi il Generale Mitchell, il Generale Patton (nipote del leggendario George) e il Generale Brazorf (nipote del leggendario Ajeje).

Una volta giunti nelle vicinanze della terrazza dell’inaugurazione, tre gruppi di Marines scavalcavano le barricate, prendevano possesso della zona e si disponevano ad ala accanto al portone d’uscita. A quel punto lo speaker della cerimonia annunciava: “Signore e signori, la corte suprema degli Stati Uniti d’America!” Accompagnati dal suono delle trombe, uscivano all’aperto i nove giudici della corte suprema, che andavano immediatamente a disporsi di fronte al microfono principale. Il presidente della corte suprema, John Roberts, annunciava a tutta la nazione: “Noi, membri della corte suprema degli Stati Uniti d’America, annunciamo solennemente che le elezioni di novembre sono state truccate. Lo abbiamo scoperto grazie ai sottili elementi di filigrana che gli uomini di Pieczenik hanno fatto inserire segretamente nelle schede elettorali. I democratici ci sono cascati in pieno, mandando per posta centinaia di migliaia di schede fasulle, che sono state prontamente eliminate. Il presidente Donald Trump quindi ha diritto di rimanere alla Casa Bianca per altri quattro anni. Per avere cercato di vincere con l’inganno, Joe Biden verrà mandato ai lavori forzati. La giustizia trionfa sempre. Il mondo è dei giusti. God Bless America”.

Terminava così, senza spargimento di sangue, una delle giornate più gloriose della storia americana.

A questo punto non ci resta che mandare un bel vaffanculo a Qanon, un bel vaffanculo a Steve Pieczenik, e un vaffanculo grosso come una casa a tutti i blogger che vi hanno preso in giro negli ultimi mesi, facendovi credere che qualcosa del genere fosse anche solo lontanamente possibile.

Massimo Mazzucco