Del retroscena politico sull’arresto di Trump sappiamo già tutto. E’ una mossa disperata del Deep State per togliere di mezzo un ingombrante avversario nelle elezioni presidenziali del prossimo anno.

In questo articolo vorrei provare a spiegare invece quali siano le acrobazie linguistiche che hanno permesso al procuratore di New York di mettere in piedi questo circo Barnum a danno dell’ex-presidente. Perchè solo con delle forzature logiche degne dei peggiori debunker si è arrivati ad ottenere questo risultato.

Come sappiamo, l’aver offerto dei soldi a una donna per tacere sulla sua relazione con Trump di per sè non è un reato. Non c’è nessuna legge che lo proibisca.

Il problema per Trump nasce nel momento in cui ha utilizzato soldi della sua campagna elettorale per restituire al suo avvocato (Michael Cohen) i soldi che questo aveva anticipato alla pornostar per ottenere il suo silenzio. Nel momento in cui Trump ha fatto figurare il rimborso a Cohen come “spese legali” ha commesso un falso in bilancio. I soldi delle campagne elettorali vanno usati per le campagne elettorali, e basta.

Ma questo ancora non basterebbe per far arrestare Trump e portarlo in tribunale, perchè il reato di cui sopra è di tipo amministrativo, e non penale. (In inglese la differenza è fra misdemeanor e felony: il primo è un reato minore, di tipo civile, che si risolve di solito con una ammenda; il secondo è di tipo penale, e comporta il rischio del carcere).

Come ha fatto quindi il procuratore a “elevare” il reato iniziale da misdemeanor a quello di felony? La legge americana dice che un misdemeanor diventa felony se lo si commette per cercare di coprire un altro reato più grave. In altre parole, se io trucco il bilancio con il solo scopo di guadagnare un pò di soldi, commetto un semplice misdemeanor. Se invece io trucco il bilancio – ad esempio – per coprire il fatto che ho aiutato un criminale a fuggire, allora il falso in bilancio diventano una felony, e io rischio il carcere.

E quale sarebbe il “fatto più grave” che Trump cercava di coprire con il falso in bilancio? Attenzione attenzione, perchè qui arriva il doppio carpiato all’indietro del procuratore di NY: il vero intento di Trump nel pagare Stormy Daniels era quello di “modificare il risultato delle elezioni del 2016”. In altre parole, comprando il silenzio della Daniels Trump non intendeva solo proteggere la propria reputazione personale, ma grazie a questo voleva modificare a suo favore il risultato finale delle elezioni. E siccome “modificare il risultato delle elezioni” è un reato federale, ecco che il falso in bilancio iniziale passa da semplice misdemeanor a felony vera e propria.

Come vedete, il ragionamento del procuratore è talmente contorto che ho fatto persino fatica a spiegarlo. (Fra l'altro, ci vorrebbe davvero poco per capovolgere l'accusa: se io fossi l'avvocato di Trump, sosterrei che lui ha pagato la Daniels proprio per NON influenzare il risultato elettorale)

In ogni caso, il tutto è rimandato a dicembre, quando ci sarà la prossima udienza. Ma nel frattempo gli avvocati di Trump cercheranno di far annullare la causa per mancanza di sostanza.

In un mondo normale, un giudice normale prenderebbe le accuse del procuratore e le getterebbe nel cestino. Ma l’America del Deep State è di tutto meno che un mondo normale, per cui da adesso a fine anno possiamo davvero aspettarci di tutto.

Massimo Mazzucco