di Fabio Angiolini (fabiomln)

Dico subito che l’articolo non incontrerà il favore di molti. Rivedere le proprie posizioni è sempre molto difficile. In ogni caso mi propongo almeno di offrire una visione alternativa sul tema dei cosiddetti ‘Acidi Grassi Essenziali’.

Nel 1929 G. e M. Burr pubblicarono uno studio, secondo cui, una dieta povera di grassi (in seguito poi ‘identificati’ come grassi acidi essenziali, in particolare, più di recente, Omega-3 e Omega-6 – grassi polinsaturi) determinava negli animali gravi carenze, tra cui dermatiti, sterilità, rallentamento della crescita e altro.

Va precisato che in quegli anni molte vitamine non erano conosciute come ad esempio alcune delle vitamine del gruppo B. Oggi è invece risaputo che carenze di vitamine e minerali sono in grado di determinare quegli stessi effetti nei soggetti su cui si crea una carenza.

Gli effetti verificatisi nel gruppo di animali sottoposti ad una carenza di grassi, in realtà, non era dovuta ad una carenza di un qualche misterioso fattore sconosciuto presente nel grasso. Era invece successo che gli animali privati di grassi polinsaturi erano diventati ipermetabolici, ovvero il loro metabolismo era aumentato considerevolmente rispetto al gruppo di controllo (*). Questo incremento metabolico, se non compensato in maniera adeguata con un supplemento di vitamine e minerali, determinava una deficienza palesando gli effetti erroneamente attribuiti a un qualche fattore sconosciuto presente nei grassi (ovvero, gli animali a cui vennero somministrati meno acidi grassi avrebbero dovuto contestualmente ricevere un supplemento vitaminico rispetto al gruppo di controllo a motivo del loro innalzato metabolismo).

Che lo studio dei Burr fosse giunto a conclusioni errate venne in seguito evidenziato da uno studio condotto dalla Clayton Foundation Biochemical Institute all’Università del Texas in cui si dimostrò che la malattia di Burr in realtà era dovuta ad una carenza di vitamina B6. Oltretutto, studi successivi, in cui venne creata una ‘carenza’ di ‘acidi grassi essenziali’ non riuscirono a riprodurre gli effetti che erano stati ascritti al primo esperimento condotto dai Burr. Non solo! Molte evidenze furono portate in merito al fatto che i grassi polinsaturi causassero essi stessi infertilità e in seguito un numero considerevole di studi ne hanno comprovato la cancerogenicità.

La cosa strana (ma nulla succede per caso) è che tutti ricordano il primo studio mentre gli studi successivi sono stati completamente dimenticati.

Ignorando tutti gli effetti nocivi dei grassi polinsaturi (PUFA), si è cercato comunque di trovare dei potenziali benefici. Uno fra i maggiori benefici attribuiti ai PUFA risiederebbe nella loro capacità di determinare la cosiddetta ‘fluidità della membrana cellulare’ consentendo alle cellule di scambiare più facilmente molecole con l’ambiente extracellulare. In realtà questo modello appartiene ad una concezione decisamente obsoleta sul funzionamento della cellula in cui esisterebbero serrature e chiavi, nonché pompe per lo scambio di molecole fra l’esterno e l’interno della cellula. Gilbert Ling, autore di uno studio sul modello della cellula certamente più attuale, verificò che gli studi sulle ‘pompe di membrana’ trascuravano il fatto che le pompe richiedessero 15 volte più energia di quanto la cellula non sia in grado di produrre.

E’ probabilmente più facile associare la fluidità della cellula ad uno stato di disordine, in cui le strutture della cellula vengono destabilizzate.

Tornando alla potenziale pericolosità dei grassi polinsaturi, tre sono i meccanismi principali attraverso cui questi grassi possono danneggiare l’organismo: sbilanciamento ormonale (per esempio interferendo con la funzionalità tiroidea), danneggiamento al sistema immunitario (a dimostrazione, emulsioni di questi oli sono stati usati per sopprimere il sistema immunitario in soggetti trapiantati) e danno ossidativo. Il danno ossidativo si determina in quanto questi grassi sono instabili e quindi suscettibili di attacchi da parte di radicali liberi. Radicali liberi e grassi polinsaturi possono creare reazioni a catena di radicali liberi tali da danneggiare la cellula e provocarne l’invecchiamento.

In sintesi questi grassi sono in grado di causare: invecchiamento precoce, rischi di trombosi, infiammazione, cancro e malattie cardiache (provocando infiammazione dell’endotelio vasale che si va ad aggiungere all’infiammazione causate dalle polveri sottili).

Oggi molti cibi confezionati, presentano contenuti di grassi polinsaturi elevati essendo preparati con oli di semi di girasole, arachide, o similari. Spesso anche le carni di animali che una volta erano considerate ricche di grassi saturi, oggi sono spesso ricche di grassi insaturi poiché gli animali vengono alimentati con cibi, come la soia, che apportano loro molti grassi insaturi.

La decisione su come nutrirsi, quali cibi scegliere e quali integratori assumere è ovviamente personale, ma evitare di scegliere sulla base di una ‘comune conoscenza’ frutto di miti tramandati nel tempo (magari alimentati da interessi economici) può determinare il nostro destino. Talvolta la durata stessa della nostra vita.

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(*) Due note sull’ ipermetabolismo. A qualcuno potrebbe apparire che un soggetto ipermetabolico sia destinato a vivere di meno, secondo l’idea che si ‘consumerebbe’ più rapidamente. L’errore in questa idea sta nel fatto che gli organismi viventi non sono un ‘sistema chiuso’. Non siamo cioè come la candela che una volta bruciata tutta la materia di cui è composta si esaurisce. Un organismo vivente trae materiale dall’esterno trasformandolo in energia. Attraverso questa energia costruisce e mantiene strutture interne funzionali al suo vivere. Questi soggetti sono altresì resistenti a molte cause comuni di malattia e morte.

Unsaturated Vegetable Oils: Toxic - http://raypeat.com/articles/articles/unsaturated-oils.shtml

Fats and degeneration - http://raypeat.com/articles/articles/fats-degeneration3.shtml

Membranes, plasma membranes, and surfaces - http://raypeat.com/articles/articles/membranes.shtml

Unsaturated fatty acids: Nutritionally essential, or toxic? http://raypeat.com/articles/articles/unsaturatedfats.shtml

Health Presever (Shute) (sul ruolo della vitamina E nonché antiossidante)

Vitamin E & Aging – Erwin Di Cyan