A questo punto della vicenda coronavirus, la discussione sulla sua effettiva pericolosità è diventata del tutto inutile. Non serve più a nulla stabilire se “sia poco più di un’influenza” o se sia “una grave minaccia per la salute dei cittadini”.

Quando vedi migliaia di milanesi che prendono d’assalto i treni in partenza dalla Stazione Centrale, vuole dire che la situazione ormai è scappata di mano. A questo punto non conta più “che cosa è il virus”, ma “che cosa pensa la gente” che il virus sia. Oggi il virus non è ciò che è, ma ciò che viene percepito.

La stupidità di chi ha voluto creare le “zone rosse” - come se il virus potesse essere contenuto tracciando delle righe ideali fra una provincia e l'altra – sta cominciando a dare i suoi effetti negativi. Quelli del nord che scendono a sud verranno trattati come appestati, è già circola la voce di una possibile detenzione carceraria di chi viola la quarantena domiciliare.

Questa sera (domenica) aleggia nei talk una atmosfera diversa. Non si discute più in modo accademico di cosa convenga fare, ma si chiede a gran voce la “mano ferma” da parte del governo. Si cercano le colpe, si cercano i responsabili, e si sente nel dibattito pubblico che abbiamo raggiunto un nuovo livello: stiamo per arrivare all’isteria collettiva. Ancora pochi giorni, e saremo al tutti contro tutti.

Certo che ne abbiamo fatta di strada, in soli 15 giorni.

Massimo Mazzucco