La pubblicazione del video “Covid le cure proibite” ha rappresentato, a mio parere, un interessante esperimento sociale. Il numero di visualizzazioni infatti è stato relativamente alto (stiamo andando verso le 600.000 su YouTube, alle quali vanno aggiunte circa 200.000 visualizzazioni su Facebook, Vimeo ecc., oltre a tutti quelli che hanno visto il servizio su Byoblu durante il weekend). Stiamo parlando di circa di 1 milione di visualizzazioni, quando il ciclo sarà finito.

Se calcoliamo che gli italiani adulti e pensanti (tolti gli anziani e i bambini) sono circa 40 milioni, vuol dire che circa un italiano su 40 avrà visto questo video. Per un video “pesante” (un’ora e 10 di durata, pieno zeppo di informazioni) è sicuramente un buon risultato.

Nonostante questo “non succede niente”. Nel senso che, fino a che una televisione del mainstream non vorrà raccogliere la denuncia fatta dal mio video, il grosso del pubblico non saprà mai che le cure ci sono state negate, e che tutta l’Italia si potrebbe riaprire da domani mattina, se venissero rese disponibili.

Eppure possiamo avere praticamente la certezza che tutti gli “addetti ai lavori” – ovvero i giornalisti televisivi che si occupano di questi argomenti – il mio video l’avranno visto. (In certi casi ne ho la conferma diretta).

Io ho offerto loro degli elementi inoppugnabili, che dimostrano chiaramente la volontà del nostro governo di avere inutilmente “tenuto prigioniera” la popolazione in attesa dei vaccini, causando non solo decine di migliaia di morti inutili, ma distruggendo anche l’economia del nostro paese.

Ma loro tacciono. La televisione sta quindi fungendo, in questo caso , da “ammortizzatore sociale” dal basso verso l’alto, nel senso che pur conoscendo una verità innegabile, impedisce a questa verità di raggiungere il grande pubblico,

A questo punto dobbiamo pensare che tutti i responsabili televisivi della trasmissioni che potrebbero sollevare questo argomento siano complici consapevoli di tutto ciò che è successo?

Può davvero la paura di ciascuno di “perdere il posto” giustificare questa complicità criminale?

Massimo Mazzucco