Era ampiamente previsto, e sta succedendo, esattamente come da copione: si esasperano gli animi, si approfondisce il solco fra le fazioni, poi si aspetta che qualcuno perda il controllo e reagisca, e così si criminalizza l’intera categoria.

Da oggo il nuovo dibattito sui talk-show serali è se esista un parallelo fra la violenza dei no-vax di oggi è il terrorismo delle brigate rosse.

Ovviamente, sanno tutti benissimo che non è così. Ma è sufficiente suggerirlo, perchè in qualche modo il concetto entri nell’inconscio collettivo. Ora che la parola “terrorista” è stata accostata alla parola “novax”, nulla potrà più separarla. Ci penserà poi la finestra di Overton - ovvero il lavorìo quotidiano della stampa mainstream – a renderla man mano più accettabile.

Il tutto inoltre avviene all’alba del giorno in cui il greenpass entra in vigore anche per i viaggi in treno e in aereo, esasperando così ancora di più gli animi già tesi di coloro che si sentono discriminati da questo provvedimento incostituzionale. La giornata di oggi (mercoledì) sarà cruciale per determinare il prosieguo del pubblico dibattito: se malauguratamente dalle previste proteste alle stazioni ferroviarie dovesse scaturire un grave fatto di violenza, questo darebbe il la a tutti coloro che aspettano solo un segnale favorevole per poter dire “Adesso basta. Repressione massima, e obbligo generalizzato”.

 

Il vero problema naturalmente non sta nella violenza di oggi, ma in coloro che hanno voluto scavare il solco ieri, ben sapendo a cosa avrebbe portato. Sono le stesse persone che oggi se ne stanno chiuse e rintanate in casa loro, con le finestre abbassate, ad aspettare il “fattaccio” che conceda loro il pretesto per calare definitivamente la mannaia.

Era tutto già scritto, e tutto sta accadendo secondo copione. Sta soltanto a noi cercare di fare in modo che questa storia prenda una direzione diversa da quella prevista.

E’ giusto essere incazzati, è giusto protestare ad oltranza, ma bisogna riuscire a farlo evitando di offrire alla controparte una scusa plausibile per una reazione fortemente repressiva. Serve a poco minacciare il singolo ministro o il singolo virologo, se non appunto ad offrire agli altri questa scusa su un piatto d’argento.

Oggi la cosiddetta “galassia no-vax” consta di un numero enorme di persone: sono dai dodici ai quindici milioni gli italiani che, per un motivo o per l’altro, non si vogliono vaccinare. Basterebbe a queste persone perseverare e tenere duro sulle proprie posizioni, senza mai cedere ai ricatti, e la battaglia alla fine sarebbe vinta comunque: non puoi obbligare quindici milioni di persone a fare qualcosa, se non la vogliono fare.

Basta resistere. Basta lasciar trascorrere il tempo necessario perchè la campagna vaccinale si incarti su sè stessa. Ormai siamo già dichiaratamente alla necessità di una terza dose, e presto l’intera idea del vaccino come “unica arma per uscire dal covid” diventerà ridicola a crollerà miseramente su sè stessa. Da sola, senza bisogno di fare niente.

La parola giusta non è "aggressione", ma "resistenza".

Esiste una bellissima immagine, nella filosofia taoista wu-wei: “L’uomo che cerca di risalire la corrente tempestosa del fiume farà una fatica enorme, e alla fine avrà fatto pochissima strada, se non rischia addirittura di cadere e di annegare. Se invece l’uomo, nel momento di difficoltà, sta fermo con le gambe ben piantate sul fondo, e lascia che sia l’acqua a scorrergli attorno, l’uomo non farà nessuna fatica, e otterrà comunque il risultato desiderato. Non sarà lui ad aver risalito il fiume, ma sarà l’acqua sporca ad essere scesa a valle”.

Che cosa sono le gambe ben piantate, nella metafora? Sono i quindici milioni di italiani che non si vogliono vaccinare, e che protestano pacificamente ad oltranza, senza mai passare dalla parte del torto, per non offrire alla controparte la scusa che sta aspettando per mettere mano ai manganelli.

Quelli, purtroppo, ce li hanno in mano loro. Noi, dalla nostra, abbiamo la ferma certezza di non voler cedere ai ricatti, e di voler difendere i nostri diritti fino in fondo. Ed è questa la cosa che a loro fa più paura.

Massimo Mazzucco