Replica dell’oncologa Gentilini: “Ecco perché c’è correlazione”

di Antonio Oliverio

È in uso, da un paio d’anni circa, un termine angosciante e disturbante in sé: “turbo-cancro”. Una definizione, peraltro, alquanto vaga. È piuttosto evidente che qualcosa non quadri, e non possiamo accettare che divenga una formula di uso comune, come i famigerati “malori improvvisi”, senza che si studino le ragioni di questo exploit. E, attenzione, non lo diciamo noi, ma i numeri: negli ultimi 24-36 mesi si è registrata una vera esplosione di casi, come vedremo in seguito. Ora, veniamo al punto. Anche noi ci siamo occupati dei dati comunicati da Roberto Burioni nelle scorse settimane: negli ultimi venti anni si è registrato un netto aumento dell’incidenza di alcuni gravi tumori tra i più giovani, secondo i dati racchiusi in un articolo del Wall Street Journal. “E non sappiamo ancora il perché“, ha detto il virologo da salotto televisivo. Ecco, dunque, che ci vengono in soccorso i latini, che parlavano di excusatio non petita, accusatio manifesta. Spieghiamoci meglio: è come dire che il vaccino non c’entra. Fine del discorso? Assolutamente no, sicché l’oncologa Patrizia Gentilini ha detto la sua in una lettera riportata sul sito della emittente Byoblu.

I dati (questi sì) allarmanti

L’anatomo patologa svedese Ute Kruger, esperta di tumori mammari, nell’agosto 2022 – singolare coincidenza temporale – coniò il termine Turbo Cancer per indicare tumori molto aggressivi, di grandi dimensioni, spesso in giovane età, “che comparivano entro pochi mesi dalla vaccinazione e che sempre più frequentemente osservava”, è il punto di partenza della replica di Patrizia Gentilini, oncologa, ematologa e divulgatrice scientifica. Inoltre, ecco ciò che Burioni omette di dire: “Da dati di recente presentati, relativi a tutte le età, si parla di una vera ondata di tali malattie, con un incremento nel triennio 2020-2023 a 18.000 casi, rispetto ai 7.700 del triennio 2015-2019”. Se la raccolta di dati da parte dei Registri Tumori in Italia è carente, studiamo i numeri che giungono dal Regno Unito: qui l’Ons (Official for national statistics) fornisce dati attendibili ed aggiornati, e si registra addirittura – fra i 15 e 44 anni –  uno spaventoso incremento della mortalità per alcuni tumori “nel triennio 2020-2023 rispetto ai 10 anni precedenti”, scrive l’oncologa. Ella ricorda pure come, nel novembre del 2022,  Angus Dalgleish, direttore del Di­partimento di Oncologia della St George’s University di Londra abbia scritto una lettera aperta al British Medical Journal, riportando una analoga esperienza e denunciando l’inconsueta ripresa di tumori o la comparsa ex novo a seguito della vaccinazione a mRNA.

La famigerata proteina Spike

Si sono poi aggiunti, è scritto ancora nella lettera di Patrizia Gentilini, almeno 25 “Case Report”, ovvero lavori che riportano l’insorgenza di tumori (soprattutto linfomi e leucemie) a distanza di pochi giorni o settimane dalla somministrazione dei preparati contro il Covid-19, e “in un caso è addirittura comparso un sarcoma nel sito di iniezione”, è il terribile resoconto dell’oncologa. Il  “turbo-cancro”, in più occasioni, è stato indicato come una plausibile conseguenza del vaccino contro il Covid: la proteina Spike dei vaccini a mRNA contro il Covid potrebbe avere un’azione cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla metastasi del cancro, come abbiamo scritto trattando dello studio scientifico prodotto da Raquel Valdés Angues e Yolanda Perea Bustos, peraltro solo l’ultimo di una lunga serie. E sono numerosi i casi, anche di personaggi noti, di cui ci siamo occupati: persone in salute, stroncate nel giro di pochi mesi, in alcuni casi settimane.

Big Pharma è già al lavoro…

Un nuovo allarme è stato lanciato di recente dal dottor Micheal Palmer, medico canadese e docente universitario, autore di un articolo su Doctors for COVID Ethics. Di una correlazione tra i vaccini a mRNA e l’insorgenza e la progressione di forme tumorali è convinto – anche – lo stesso Palmer, il quale si basa su una teoria, risalente al 2012, in tempi non sospetti, con cui Thomas Seyfried, ricercatore sul cancro del Boston College, illustrava le tesi riassunte nel libro Il cancro come malattia metabolica. In tutto ciò, avvitati in una spirale perversa, ora vogliono “venderci” il vaccino miracoloso contro il cancro, cui Big Pharma sta alacremente lavorando, mentre Pfizer sta notevolmente rafforzando la propria divisione oncologica e annuncia l’utilizzo di nuove biotecnologie.

Fonte Il Paragone