Se pensavate che la questione delle intercettazioni, venuta alla luce con il caso Snowden, fosse un problema recente, avete sbagliato di grosso.

A quanto pare gli americani hanno avuto questo vizietto fin a partire dagli anni 50, dall’inizio della Guerra Fredda. Con un trucco molto semplice, sono riusciti sin da allora a controllare tutte le comunicazioni segrete di oltre 120 nazioni nel mondo, senza mai sporcarsi le mani in modo diretto in queste operazioni.

La chiave di tutta la faccenda sta in una piccola società svizzera che costruiva macchine per la crittografia, la Crypto AG, fondata da Boris Hegelin. Hegelin era uno scienziato svedese di origini russe, emigrato negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Qui Hegelin aveva progettato la prima macchina portatile per crittografia mai esistita al mondo, e l’aveva venduta al governo americano che ne aveva fatto largo uso durante la guerra.

Alla fine del conflitto Hegelin si trasferì in Svizzera, e fondò la sua piccola società, Crypto, con la quale iniziò a produrre macchine per la crittografia da vendere ai governi di tutto il mondo. I suoi prodotti – in piena Guerra Fredda - ebbero un immediato successo, ma la sua tecnologia era talmente avanzata, che gli americani cominciarono a temere di non essere più in grado di intercettare le comunicazioni segrete fra i vari governi.

Convinsero quindi Hegelin a vendere le tecnologie più avanzate soltanto ai governi amici degli americani, quelli di cui si potevano fidare. A tutti gli altri, Hegelin avrebbe venduto le macchine di vecchia generazione, che gli americani conoscevano bene, e che avrebbero potuto più facilmente decrittare.

Ebbe così inizio un primo periodo “florido”, per l’intelligence americana, nella quale i governi di mezzo mondo si affidavano ciecamente alle loro macchine di crittografia – pagate fior di quattrini – convinti di poter comunicare fra loro in tutta sicurezza, mentre venivano facilmente decrittati dagli americani.

Ma la rivoluzione elettronica era alle porte, e negli anni 70 le vecchie macchine di decrittazione meccanica cominciarono ad essere sostituite da moduli elettronici, più complessi e sofisticati. Questo comportò una totale rivoluzione nel mondo della crittografia, e comportò anche il fatto che gli americani perdessero il controllo sulle comunicazioni segrete fra le altre nazioni.

A quel punto C.I.A. e NSA ebbero un’idea tanto grandiosa quanto temeraria: assoldare direttamente Hegelin, o meglio comperare di nascosto la Crypto. L’operazione venne messa a punto con la collaborazione dei servizi segreti tedeschi, la BND, e nacque così una transnazionale segretissima, composta da CIA e BND, che controllava di fatto la produzione delle nuove macchine di crittografia elettroniche vendute in tutto il mondo.

Ufficialmente la Crypto restava una società svizzera indipendente, avvantaggiata proprio dal fatto che tutti al mondo conoscono la neutralità della Svizzera, e quindi sono portati a fidarsi di una società di quella nazione. Ma gli uomini all’interno della Crypto nel frattempo erano stati sostituiti, e le nuove macchine che uscivano dalla produzione contenevano dei bug che permettevano gli americani di controllare comodamente tutte le comunicazioni dal salotto di casa propria.

Furono così seguite “in diretta” da Washington– ad esempio – la crisi degli ostaggi in Iran del 1979, oppure la guerra delle Falkland fra Argentina e Regno Unito, oppure le comunicazioni fra gli agenti libici dopo l’attentato alla discoteca di Berlino (1986).

Poi, sul finire degli anni 90, la Germania (unificata) ritenne che continuare in questo tipo di operazioni avrebbe rappresentato un rischio troppo grosso per la propria immagine, nel caso fossero stati scoperti. Decisero quindi di uscire dalla partita, lasciando che fosse la C.I.A. da sola a continuare a dirigere le operazioni della piccola società svizzera.

Naturalmente, non tutte le nazioni hanno acquistato le macchine di decrittazione svizzere. I nemici storici degli Stati Uniti – Cina e Russia in primis – non si sono mai fidate, ed hanno preferito scegliere tecnologie proprie. Ma gli americani erano comunque in grado di intercettare le loro conversazioni, nel momento in cui queste potenze comunicavano con paesi terzi, che utilizzavano invece macchine della Crypto.

Insomma, per dirla con le parole stesse della C.I.A., “E’ stato per l’intelligence il colpo del secolo. Governi stranieri che pagavano fior di quattrini agli Stati Uniti e alla Germania dell’ovest per avere il privilegio di far ascoltare le loro comunicazioni più segrete ad almeno due (e a volte fino a cinque o sei) paesi stranieri.”

L’intera storia è stata rivelata di recente da un’indagine congiunta del Washington Post e della catena televisiva tedesca ZDF, e naturalmente sta causando un grosso imbarazzo agli svizzeri stessi.

Ma ormai il danno è fatto, e con le scuse e con i ripensamenti a posteriori si combina ben poco. Ancora una volta abbiamo avuto la conferma di quanto cinico sia il pragmatismo americano, che non esita a passare sul cadavere morale di chiunque pur di portare avanti la propria agenda imperialistica mondiale.

Massimo Mazzucco

Anche sulla BBC

[Grazie a Bet17 per la segnalazione]