Ma quante cose interessanti stanno succedendo, dopo lo shock della Brexit. Una delle più interessanti è che di colpo i giornalisti europei hanno scoperto quale possa essere l'effetto negativo delle bugie.

Ad esempio, i giornali inglesi hanno lamentato la falsa promessa di Boris Johnson che, in caso di vittoria del sì, il numero di immigrati presenti in Gran Bretagna si sarebbe ridotto di 350.000 unità. Cifra assolutamente campata in aria, ovviamente, che ora viene usata per accusare il vincitore Johnson di "aver mentito alla nazione".

Un'altra accusa viene rivolta all'altro vincitore del referendum, Nigel Farage, il quale avrebbe falsamente promesso che i soldi che la Gran Bretagna versava all'Unione Europea verranno ora investiti nel servizio sanitario nazionale. Ora Farage fa retromarcia, e viene accusato di aver mentito alla nazione.

Ma l'indignazione collettiva del mainstream verso le bugie non si ferma qui. La Stampa di oggi dedica un intero articolo per cercare di chiarire la famosa questione della taglia minima delle vongole. Dall'articolo, intitolato "Il caso delle vongole italiane, quando la disinformazione alimenta l’anti-europeismo", leggiamo:

"Si può essere pro o contro l’Europa. Si può amare l’integrazione o preferire di restare indipendenti e titolari della propria sovranità. Si può fare tutto, e ognuno è libero di pensarla come ritiene più giusto. Una cosa non si deve fare. Soffiare sul fuoco e raccontare le cose diverse da quello che sono. Perché così si gioca al massacro, non si ottiene nulla, si alimentano le crisi, si danneggiano gli altri e se stessi."

Avete capito? "Una cosa non si deve fare. Soffiare sul fuoco e raccontare le cose diverse da quello che sono. Perché così si gioca al massacro, non si ottiene nulla, si alimentano le crisi, si danneggiano gli altri e se stessi."

A questo punto lascio a voi la parola: sono CERTO che gli utenti sapranno completare questo articolo con una serie di commenti decisamente appropriati.

Massimo Mazzucco