[Avviso: la ricerca dell'università di Cambridge si basa sul presupposto che il cambiamento climatico sia un problema causato dall'uomo, e che coloro che negano questo problema sostengano una falsità. Ovvero: secondo loro, chi sostiene il cambiamento climatico "ha ragione", chi lo nega "ha torto". Non è possibile comprendere l'articolo se non si tiene presente il punto di partenza dei ricercatori].

Secondo gli scienziati dell'università di Cambridge, è possibile combattere la falsa informazione con lo stesso metodo che si usa per combattere certe malattie: inoculare il paziente con un apposito "vaccino" (di tipo psicologico, ovviamente).

Dal loro sito leggiamo: "In medicina, vaccinare contro un certo virus significa esporre l'organismo ad una versione debilitata del medesimo, in modo da aumentarne la tolleranza. Gli esperti in psicologia sociale ritengono che una logica simile possa essere utilizzata per "inoculare" il pubblico contro la disinformazione, compreso l'effetto dannoso dei siti di fake news che diffondono falsità sul cambiamento climatico".

Per dimostrare la loro tesi, gli scienziati hanno sottoposo un gruppo di 2000 persone al test seguente: inizialmente li hanno esposti contemporaneamente ad una notizia "falsa" (che non esiste consenso scientifico sul cambiamento climatico) e ad una "vera" (che il 97% degli scienziati concorda invece sul cambiamento climatico), ed hanno scoperto che in larga maggioranza la notizia falsa cancellava quella vera.

In una seconda fase (l'inoculazione), i partecipanti sono stati informati di svariate tecniche usate dai negazionisti del cambiamento climatico (le compagnie petrolifere), ed è stato notato che una certa percentuale di persone "confuse" ha corretto la propria posizione a favore della verità.

In altre parole, l'aver inoculato i partecipanti con una specie di antidoto (l'informazione che i negazionisti distorcono le informazioni) ha permesso di migliorare la loro percezione della verità.

A questo punto, molti dei nostri lettori staranno dicendo: "Ma è esattamente quello che facciamo tutti i giorni qui su luogocomune!"

Certamente che lo è, ma c'è un problema ancora maggiore, che sembra sfuggire ai nostri cari scienziati di Cambridge: chi ti dà la sicurezza che il "vero" sia vero, e che il "falso" sia falso come punto di partenza?

Perché è proprio questa la fallacia che noi abbiamo voluto evidenziare all'inizio dell'articolo. Se parti già dal presupposto di sapere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, finisci per sconfiggere il motivo stesso per cui combatti tua crociata.

Se Piero Angela è convinto (facciamo finta per un attimo che lo sia) che sono stati i terroristi islamici a buttare giù le torri gemelle, allora è chiaro che la sua crociata contro il "falso" (in questo caso i complottisti) è pienamente giustificata.

Il vero problema quindi è il tipo di approccio che noi utilizziamo rispetto ai fatti da analizzare. Se usiamo il metodo deduttivo, che prevede una premessa immutabile e una conclusione certa, rischiamo di sbagliare la conclusione perché la nostra premessa era errata. Se invece usiamo il metodo induttivo, che prevede prima una raccolta di elementi oggettivi, e poi soltanto alla fine una conclusione, allora avremo una conclusione non garantita, ma con altissime probabilità di essere corretta.

Purtroppo i nostri scienziati di Cambridge, e la stragrande maggioranza degli scienziati del mondo, sembrano preferire il metodo deduttivo. Loro sanno già cosa sia vero e cosa sia falso, e poi cercano il modo di convincerci che le cose stanno così.

Massimo Mazzucco

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PS: Il ragionamento deduttivo prevede una premessa certa, una inferenza casuale e una conclusione certa.

Esempio:

PREMESSA: Tutti i cani hanno quattro gambe e abbaiano.
INFERENZA: L'animale che ho davanti ha quattro gambe e abbaia.
CONCLUSIONE: Questo animale è un cane.

Il ragionamento induttivo prevede una premessa empirica, una inferenza cumulativa, e una conclusione altamente probabilistica (ma non garantita).

Esempio:

PREMESSA: Nell'ultimo mese ho visto almeno trenta animali con quattro gambe che abbaiavano.
INFERENZA: Oggi ho visto un altro animale con quattro gambe che abbaiava.
CONCLUSIONE: A questo punto decido che esiste una categoria di animali con quattro gambe che abbaiano, che chiamerò "cani".

In sintesi: il metodo deduttivo parte da premesse certe, e va dall'universale al particolare. Quello induttivo parte dall'osservazione dei fatti, e va dal particolare all'universale.