Accade ogni tanto che un argomento "forte" parta dalla rete, e diventi così insistente da obbligare i media mainstream ad occuparsene. E' proprio quello che è successo con la storia del franco CFA dell'Africa sub-sahariana. Inizialmente è stato Claudio Messora, tramite Byoblu, a farci conoscere Mohamed Konarè e il movimento panafricanista. In seguito Pandora TV ha rilanciato l'argomento in modo molto efficace.

La storia del franco CFA ha sorpreso un pò tutti, poichè nell'arco di un paio di semplici interviste abbiamo toccato con mano come la Francia continui scandalosamente la sua politica coloniale in Africa, che non avviene più tramite l'occupazione militare, ma tramite la dittatura finanziaria.

Lo scandalo è stato forte, molti ne hanno parlato, finchè una sera Paragone, nella trasmissione della Palombelli, ha denunciato pubblicamente la cosa. A quel punto qualcuno a Viale Mazzini deve essersene accorto, ed ecco che RAI2 ti sforna una puntata dedicata proprio al franco CFA.

Inizialmente si potrebbe esultare, perchè un messaggio partito dal basso - quello di Messora - è riuscito a raggiungere il livello mainstream.

Purtroppo però, insieme all'innalzamento di livello, si verifica anche una vistosa caduta dell'efficacia del messaggio stesso.

A Konarè infatti vengono concessi solo pochi secondi di intervista, nei quali appare più che altro come un "tecnico" che spiega quali siano i confini geografici dell'Africa subsahariana. Ma la forza delle sue accuse è completamente scomparsa. Anche i meccanismi di controllo finanziario vengono descritti in modo poco chiaro, buttando tutta l'attenzione sul costo di un barattolo di Nutella al supermercato di Dakar.

E così quello che su Byoblu era una chiara denuncia, palese e incontrovertibile, del colonialismo finanziario francese, nel servizio della RAI diventa tutto molto più sfumato, molto più neutrale, molto meno efficace.

Chiunque abbia visto l'intervista originale di Messora è rimasto letteralmente scandalizzato da quello che ha scoperto, mentre chiunque abbia visto il servizio della RAI avrà dedotto, al massimo, che i francesi fanno un po' i furbini, mettendo a rendita finanziaria dei soldi che sarebbero invece destinati ai paesi africani. "Che birichini questi francesi" dirà al massimo lo spettatore più attento, dopo aver visto il programma. Ma del vero ricatto schiavistico perpetrato dalla Francia contro i paesi africani non c'è più traccia.

Ecco quello che succede man mano che si sale di livello nel mondo dell'informazione. Finchè stai in basso puoi essere preciso, accurato, esaustivo, persino feroce. Questo avviene perchè nessuno ti controlla, e quindi il tuo unico criterio per operare è la ricerca della verità. Ma appena sali di livello subentrano inevitabilmente i meccanismi "calmieratori" del sistema mediatico. Me lo vedo come se ce l'avessi davanti, il direttore di rete che dice all'autore del programma "Va bene, fai pure questa cosa sul franco CFA, ma evitiamo perfavore di dare troppo addosso alla Francia. Non è il momento di far alzare la tensione".

(Chissà perchè, non è mai il momento di far alzare la tensione. Con nessuno).

E così quello che poteva essere una bomba devastante è diventato una scoreggia tiepida, incapace di infastidire anche il più bigotto dei benpensanti.

Benvenuti nel mondo dei media mainstream.

Massimo Mazzucco