Ieri tutti i giornali e le televisioni hanno parlato del caso Fedez. Ma, come al solito, il problema è stato affrontato dal lato sbagliato.

La discussione pubblica infatti è stata deviata sul fatto che i dirigenti Rai, durante la telefonata, avessero o meno chiesto a Fedez di “autocensurarsi”.

“Gli abbiamo soltanto fatto notare che non ci sembrava opportuno” si difendevano i dirigenti Rai.

“No, voi mi volevate proprio censurare, mi volevate impedire di esprimere il mio pensiero!” replicava Fedez indignato.

“Non è vero - ribatteva la Rai - tant’è che Fedez ha potuto fare il suo discorso esattamente come lo voleva fare".

Ma il vero problema, che sembra essere sfuggito tutti, è ben altro: e cioè che nel 2021, dopo circa settant’anni che esiste il servizio pubblico, un qualunque autore sia ancora obbligato a presentare anticipatamente i propri testi per la approvazione.

La discussione telefonica che ne è scaturita, infatti, non è che la conseguenza di questo problema. Il problema appunto, che Fedez abbia dovuto mandare i suoi testi in anticipo, per avere l’imprimatur.

Esiste quindi un gruppo di persone, pagate con i soldi delle nostre tasse, che si arrogano il diritto di voler verificare anticipatamente qualunque cosa venga messa in onda, e di decidere se sia “opportuno o meno” farlo.

Esattamente come ai tempi dell’Inquisizione, quando esisteva un gruppo di persone che si arrogava il diritto di decidere che cosa facesse piacere al Padreterno e cosa no.

Questo è il vero problema: l’idea che possa esistere una censura preventiva. Non quello che si sono detti Fedez e i dirigenti Rai al telefono.

Massimo Mazzucco