Fulvio Grimaldi sta facendo circolare questo post di Roberto Vallepiano su Sergio Marchionne. Non sono in grado di verificare ogni singola affermazione fatta da Vallepiano, ma mi sembra comunque un ottimo spunto per chiarire la vera natura di quello che in queste ore tutti si affannano a definire "un grande italiano".

Che grand'uomo Marchionne.
Il beniamino della sinistra padronale.

Che grand'uomo Marchionne.
Con il suo stipendio ci campano 6400 operai.
In un solo giorno guadagna quanto un operaio in 10 anni di duro lavoro.

Che grand'uomo Marchionne.
Turni massacranti, ritmi di lavoro infernali e niente pause, neppure per andare al bagno.

Che grand'uomo Marchionne.
Gli operai costretti a urinarsi addosso perché mandarli al bagno è un lusso che l'Azienda non si può permettere.

Che grand'uomo Marchionne.
Al suo arrivo ha trovato 127.000 operai Fiat e altrettanti nell'indotto, dopo pochi mesi ne erano rimasti 29.000.

Che grand'uomo Marchionne.
Se non avevi la tessera giusta in tasca, se protestavi, se non ti inginocchiavi abbastanza in fretta eri fuori, licenziato, in cassa integrazione.

Che grand'uomo Marchionne.
Con gli operai che se volevano conservare lavoro e stipendio dovevano trasformarsi in tragici burattini, ballando come scimmiette ammaestrate sulle note di "Happy" per la gioia feroce dei padroni.

Che grand'uomo Marchionne.
Da quando è arrivato lui c'è stato il record di suicidi tra gli operai Fiat.

Che grand'uomo Marchionne.
Che ha incrementato la produzione, attraverso al lavoro servile e schiavistico e alla destrutturazione completa della dignità umana.

Siamo spiacenti per voi, le lacrime ce le avete già fatte versare tutte.
I padroni se li piangano padroni e faccendieri, noi piangiamo i 400 morti sul lavoro dal 1° gennaio 2018
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