Dal Telegraph di Londra riprendiamo questo articolo

di Jonathan Sumption

L’assenza di scrupoli morali nel perseguire ciò che viene ritenuto “il bene comune”, è il primo sintomo del totalitarismo.

Ovunque in Europa, le norme più elementari della società civile stanno venendo rimpiazzate dal panico, con i non vaccinati che vengono esclusi da una gamma sempre più ampia di diritti fondamentali. L’Austria li ha criminalizzati. L’Italia gli impedisce di andare a lavorare. La polizia olandese ha sparato sui dimostranti, ferendone seriamente alcuni. Stiamo assistendo all’impazzimento di politici terrorizzati, che non riescono ad accettare il fatto di essere impotenti di fronte ad un fenomeno naturale.

Se il lockdown, le chiusure forzate e altre drastiche contromisure funzionano, perché mai questi paesi si trovano già alla quinta ondata della pandemia e al terzo o quarto lockdown? Quanto ci vorrà ancora prima che riconosciamo che queste misure non fanno altro che posticipare la durata dell’infezione al periodo successivo?

Se continuano a persistere, la logica ci dice che queste misure non verranno mai più rimosse. Ciò che una volta veniva giustificato come misura temporanea, da utilizzare “in attesa dei vaccini”, rischia adesso di essere imposto alla gente come cambiamenti permanenti nel loro modo di vita. L’aspetto forse più rivoltante di questa crisi è il vizio dei politici di incolpare altri per l’inefficacia delle proprie scelte politiche. Opporsi ai vaccini è stupido, perché sono molto efficaci per prevenire la malattia grave e la morte. Ma questi vaccini non sono altrettanto efficaci contro il contagio e contro la trasmissione del virus, come invece credevamo inizialmente.

Il cancelliere austriaco si è particolarmente distinto nel gioco di dare la colpa ad altri, e molti altri politici sono tentati di fare la stessa cosa. Eppure, la proporzione di persone completamente vaccinate in Austria è al 64%, ben superiore alla media europea del 57%. Belgio e Olanda sono fra i paesi più vaccinati d’Europa, al 74%, eppure hanno visto in forte aumento dei contagi. Nel frattempo, l’aspetto morale della questione viene completamente dimenticato. Alla base del problema c’è il fatto che si approcci la pandemia come un problema esclusivamente tecnico, che riguarda la salute pubblica, e non come un complesso problema economico, politico e sociale.

Questo porta all’illogica conclusione che non vi siano limiti a ciò che una maggioranza terrorizzata può imporre agli altri, nella speranza di proteggersi dall’infezione. L’assenza di scrupoli morali nel perseguire ciò che viene considerato “il bene pubblico”, è il primo sintomo del totalitarismo. La riduzione dell’essere umano a semplice oggetto della politica nazionale è il passaggio seguente.

L’interazione sociale con le altre persone non è un passatempo di lusso, ma è una necessità fondamentale degli esseri umani. Un minimo di rispetto per l’autonomia individuale dei nostri concittadini è essenziale per poter vivere in qualche modo in armonia. Queste sono le cose che ci rendono una comunità. I governi che ignorano questi fatti, violano un importante principio morale, e inevitabilmente si trovano a portare un attacco all’umanità delle loro popolazioni.

Chi si rifiuta di vaccinarsi potrebbe essere poco saggio, e forse anche egoista. Ma se a loro non viene nemmeno permesso di decidere a quali trattamenti medici sottoporsi e quali medicine debbano entrare nel loro corpo, allora dell’autonomia dell’essere umano rimane molto poco. E si apre la strada per il dispotismo e un’interminabile discordia sociale.

Noi tutti dovremmo porre attenzione su quanto facilmente una democrazia liberale possa venir sovvertita dal sentimento della paura.

FONTE

[Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net]