Lo scrittore e attivista Edward Curtin ha pubbicato una lettera aperta intitolata “Epistola a Robert Kennedy Jr.”. Non solo una lettera di alto valore morale, ma anche una bella lezione di storia.

Caro Bobby,

Come sai, ho sostenuto la tua candidatura alla presidenza ancora prima che tu scendessi in campo, la primavera scorsa. Ti ammiro e credo in te da anni, e quando ti sei candidato ho sperato per la prima volta, dopo decenni, che la tua natura non violenta, affinata dalla tua tragica storia familiare e da una profonda repulsione per le guerre imperiali e per la storia violenta del nostro Paese, avrebbe trionfato e inaugurato una nuova era di pace. Nonostante gli oppositori che ti hanno denigrato fin dall'inizio, ero convinto che avresti scioccato coloro che ti ridicolizzavano e ti diffamavano, e che saresti stato l'uomo capace di portare avanti il discorso del presidente Kennedy all'American University, e di onorare l'eredità sua e di tuo padre di "pace non semplicemente per gli americani, ma per tutti gli uomini e le donne” perché “respiriamo tutti la stessa aria” e “tutti abbiamo a cuore il futuro dei nostri figli” e perchè “siamo tutti mortali”.

Ho pensato che avresti sanato il divario invece di aumentarlo. Vederti inciampare nel tuo cammino, offrendo il tuo pieno sostegno ai leader sionisti di Israele, è stato un duro colpo per me.

All’inizio ho pensato che ciò potesse essere spiegato come una tua reazione alle false accuse di antisemitismo che ti sono state lanciate, quando è trapelata la notizia che avresti potuto partecipare alla corsa presidenziale. Ma col passare del tempo mi sono reso conto che mi sbagliavo, e che tu eri in piena sintonia con la potente lobby israeliana. Quindi ora mi sento come se fossimo al decimo round di lotta per la compassione della tua anima. Il fatto che tu non abbia difeso i bambini di Gaza e non abbia condannato il massacro di migliaia di loro, mi ha scioccato e disgustato.

Come studioso di religione e del suo intreccio con la politica, ho meditato sugli eventi attuali.

Per molto tempo la religione è stata usata come copertura per massacrare le persone e impossessarsi delle loro terre. Questo è vero per gli Stati Uniti e per Israele. È insito nelle loro basi teologiche. Quindi non dovrebbe sorprendere che l’attuale massacro israeliano dei palestinesi sia pienamente sostenuto dal governo degli Stati Uniti, guidato dal presidente Joseph Biden e da quasi tutti gli aspiranti alla presidenza.

Tu tuttavia, come sedicente candidato contro la guerra, mi hai fortemente sorpreso. Potrei anche essere ingenuo, ma non dovrei esserlo, dal momento che hai dato il tuo inequivocabile sostegno al governo israeliano un mese fa, in seguito all’incursione di Hamas in Israele del 7 ottobre, che ha ucciso israeliani innocenti (molti dei quali furono probabilmente uccisi anche dall'IDF, come ha riferito Jonathan Cooke). Nonostante ciò, mi aspettavo comunque che la tua coscienza ti avrebbe spinto a condannare quello che può essere descritto solo come genocidio, il massacro di innocenti a Gaza che è attualmente in corso.

Tu hai tradito la tua missione di “porre fine alle guerre eterne” e di difendere i bambini. Perché tu abbia fatto (o non fatto) questo, è una domanda che molti dei tuoi sostenitori ed ex-sostenitori si stanno ponendo. Solo tu puoi rispondere. Forse potremmo saperlo solo se tu condannassi inequivocabilmente le azioni di Israele, e affrontassi qualunque cosa possa capitarti di conseguenza. Questo è improbabile, me ne rendo conto, ma si può ancora sperare. Penso che ci vorrebbe un miracolo spirituale di coraggio morale, poichè tu definisci vera e sincera la tua analisi storica, cioè che Israele ora e sempre è stato innocente e dalla parte giusta, e i palestinesi sono quelli malvagi. Trovo non credibile la tua analisi e indifendibile il tuo silenzio, mentre degli innocenti vengono massacrati, anche se applaudo tante altre tue posizioni, come sai. Tutti sanno che candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti obbliga a scomode compagnie, ma il tuo sostegno alla propaganda israeliana, nella quale confondi il popolo palestinese con Hamas per giustificare il massacro di civili, non è solo strana, è immorale.

So quanto rispetti il Rev. Martin Luther King Jr. e senza dubbio hai già sentito le sue parole: “Viene il momento in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né politica, né popolare – ma bisogna prenderla semplicemente perché è giusta”. –Martin Luther King Jr.

La coscienza ti chiama, Bobby. Sii fedele a quella voce interiore. Per quanto possa pesare la politica, c’è un enorme fardello di colpa nell’aver abbandonato i palestinesi al massacro silenzioso. King imparò questa lezione quando vide le foto dei bambini vietnamiti morti straziati dal napalm, e fu colpito nella sua coscienza quando venne alla Riverside Church a New York per tenere il suo discorso "Oltre il Vietnam: è il momento di rompere il silenzio".

Tu puoi fare lo stesso. Le foto dei bambini palestinesi morti, vittime del sostegno degli Stati Uniti alle bombe israeliane, sono lì da vedere. Martin Luther King ha citato tuo zio John, secondo cui “coloro che rendono impossibile la rivoluzione pacifica renderanno inevitabile la rivoluzione violenta”. Ha detto che non possiamo più adorare il Dio dell’odio e della vendetta. Ha detto: “In qualche modo questa follia deve cessare. Dobbiamo fermarci adesso. Parlo come figlio di Dio e fratello dei poveri vietnamiti sofferenti. Parlo a nome di coloro la cui terra viene devastata, le cui case vengono distrutte, la cui cultura viene sovvertita”.

Anche tu, Bobby, puoi rompere il tuo silenzio, ergerti dritto e lasciare che la tua coscienza non ti lasci altra scelta se non quella di condannare il genocidio di Gaza. Come ha detto Martin Luther King, “Arriva il momento in cui il silenzio diventa tradimento”.

Tu affermi di sostenere “una causa morale a favore di Israele” in quanto parte giustificata nella sua guerra di settantacinque anni contro i palestinesi. Così facendo hai rinnegato la tua promessa elettorale di emulare il presidente John Kennedy, che oggi sarebbe sconvolto dal tuo silenzio. Il vostro sito web, Kennedy 24, dichiara che “Robert Kennedy [tu] farà rivivere il pensiero perduto sulla politica estera americana, quello sostenuto da suo zio, John F. Kennedy che, nel corso dei suoi 1000 giorni in carica, era diventato un fermo anti-imperialista."

Inginocchiandoti al genocidio di Israele mentre propagandavi il tuo legame con JFK e tuo padre, il senatore Robert Kennedy, hai di fatto assunto nei confronti di Israele una posizione diametralmente opposta alla loro. Si poteva intuire che questo sarebbe accaduto quando, sotto pressione, l’estate scorsa, hai ritirato il tuo sostegno a Roger Waters, un forte sostenitore della Palestina, che è stato falsamente accusato di essere antiebraico, e hai poi permesso al tuo “amico” rabbino Shmuley Boteach di dire che Sirhan Sirhan, un palestinese, uccise tuo padre nel 1968, quando sapevi bene che fosse una bugia, e facesse parte di una sofisticata cospirazione dell'intelligence per incolpare un capro espiatorio che si diceva odiasse Israele. Consentire a Shmuley di ripetere in modo sfrontato e spietato la retorica della CIA sull’assassinio di tuo padre è stato un segno rivelatore del peggio che stava per arrivare.

Sia per gli Stati Uniti che per Israele, la Bibbia è stata utilizzata per coprire i crimini della loro fondazione. Le due nazioni hanno storie analoghe, radicate nei miti religiosi. In entrambi i casi, le popolazioni indigene erano considerate meno che umane – selvaggi, infedeli – o, nella descrizione dei palestinesi fatta dall’attuale ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, “animali umani”.

Questo linguaggio razzista e disumanizzante è stato ripetuto più e più volte nelle narrazioni americane e israeliane, utilizzate per giustificare i loro crimini contro coloro che hanno ucciso e a cui hanno rubato la terra. La patina dell’ipocrisia civilizzata è stata smascherata da tale linguaggio, proprio come avvenne quando Hitler definì ripetutamente gli ebrei dei “parassiti”. Ironia a parte, la retorica nazista della denigrazione e della superiorità razziale per giustificare lo sterminio degli ebrei è stata ripetutamente utilizzata dai leader americani e israeliani, sia contro i popoli liberi originari del Nord America, vietnamiti, coreani, iracheni, ecc., o contro i palestinesi. È la mentalità padrone/schiavo profondamente radicata nella storia degli Stati Uniti e di Israele.

Bobby, hai detto che speri di essere il secondo candidato indipendente a diventare presidente, dopo George Washington. Eppure Washington era un razzista proprietario di schiavi che sosteneva lo sterminio dei nativi indiani, in modo che i coloni bianchi potessero impossessarsi della loro terra. Lui stesso lo fece, speculando sulle terre dei nativi insieme alla maggior parte degli altri politici di spicco dei primi giorni della Repubblica, tra cui Thomas Jefferson, John Marshall, Andrew Jackson, e altri. Per i governatori e i legislatori dei tredici stati era caccia aperta anche sulla confisca delle terre indiane, che richiedeva a loro volta il massacro degli indigeni.

Lo si può apprendere dall’importante libro recente di Peter P. d’Errico “Federal Anti-Indian Law: The Legal Entrapment of Indigenous Peoples”, in cui l’autore spiega come la legge statunitense sia stata utilizzata per legalizzare tali furti e uccisioni. Questa legge federale era, come scrive d’Errico, una rivendicazione di potere illimitato degli Stati Uniti, e non proprio una legge ma la sospensione della legge, in quanto garantiva al governo degli Stati Uniti completa autorità sui popoli nativi, sulle loro vite e sulla loro terra. Furto legalizzato, in altre parole. Come la giustificazione degli inglesi per le loro rivendicazioni sulle loro colonie – il “diritto di scoperta” proclamato nell’incarico di Enrico VII a John Cabot: “sottomettere e prendere possesso di qualsiasi terra non occupata da alcuna potenza cristiana” – una serie di tre sentenze della Corte Suprema negli anni '30 dell'Ottocento, da parte del Presidente della Corte Suprema John Marshall, erano basate sulla pretesa di "scoperta cristiana", che a sua volta era basata sulla concessione papale di Papa Alessandro VI nel 1493, che conferiva agli sponsor di Cristoforo Colombo, Ferdinando e Isabella, la proprietà di qualsiasi terra che Colombo potesse scoprire. Questo diritto divino richiedeva l’uccisione e la sottomissione degli infedeli e dei pagani non cristiani che erano considerati animali bruti, proprio come lo sono oggi i palestinesi.

Giustificazioni simili sono state usate dai sionisti per l'uccisione dei palestinesi e il sequestro delle loro terre nel nome del Dio ebraico biblico, e delle sue istruzioni loro impartite. Questo mito afferma che Dio abbia dato loro la terra ancestrale dei palestinesi, e quindi - come i popoli nativi del Nord America che, secondo la legge indiana statunitense, avevano solo un diritto di locazione - i palestinesi potevano essere uccisi e cacciati da coloro che detenevano i poteri conferitigli da Dio, nel 1948. Netanyahu ha fatto tali affermazioni molte volte, così come lo hanno fatto i suoi predecessori. Egli invoca una guerra santa di annientamento contro i palestinesi, basata sulla Bibbia ebraica.

Questo è ampiamente noto e ha una lunga tradizione nella narrazione propagandistica sionista, che ha consentito settantacinque anni di omicidi e la sistematica riduzione della terra palestinese, fino alle penose dimensioni di oggi.

È interessante notare che i tre paesi principali che si intrecciano nell’uso della giustificazione religiosa per le politiche coloniali e imperiali siano l’Inghilterra, gli Stati Uniti e Israele – insieme al Papato e alla sua bolla Inter Caetera del 4 maggio 1493, emessa da Papa Alessandro VI per legittimare le conquiste cristiane.

Ne parlo perché sono un cattolico irlandese-americano, ed è stata la rivolta irlandese contro gli occupanti coloniali inglesi a diventare un'ispirazione fondamentale per i ribelli anticoloniali nel corso del ventesimo secolo, e oltre. Ho preso ispirazione dai miei antenati irlandesi. Questa è anche la tua eredità culturale, Bobby, quindi diventa ancora più sorprendente che tu, anche se sostieni i combattenti ribelli della guerra d’indipendenza americana contro i colonialisti inglesi, possa sostenere il genocidio israeliano contro i palestinesi.

Sicuramente saprai che l’assalto israeliano a Gaza è un enorme crimine di guerra secondo il diritto internazionale, e anche all’interno della teoria cattolica moderata della “guerra giusta” è, per la sua proporzionalità distorta, un male e deve essere respinto come immorale e come un terribile peccato.

Tu sostieni di voler porre fine a tutte le guerre, ma supporti il massacro in corso di migliaia e migliaia di civili palestinesi innocenti, compresi tante donne e bambini. Né hai detto una sola parola contro la retorica guerresca di Biden con le sue le portaerei, i droni statunitensi e l’assistenza al sanguinario assalto di Israele, che aumenta il rischio di una guerra molto più ampia, che potrebbe diventare nucleare.

Sì, la domanda è questa: perché questo silenzio, che puoi rompere adesso. Ti prego di parlare apertamente. Sei un uomo di coscienza. Martin Luther King parla ancora a tutti noi: “Arriva un momento in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né politica, né popolare – ma bisogna prenderla semplicemente perché è giusta.”

Pax tibi,

Ed.

[Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net]