[img align=right]library/torth-o.jpg[/img][b]LA "CASA DELLE TORTURE"[/b] L'articolo è dal New York Times di oggi. Si suggerisce una lettura attenta ai particolari. Iraqis Found in Torture House Tell of Brutality of Insurgents Iracheni ritrovati in una "casa delle torture" descrivono la brutalità dei ribelli. By SABRINA TAVERNISE - Published: June 19, 2005 (NYT) [i]KARABILA, Iraq, Sunday, June 19 - Marines on an operation to eliminate insurgents that began Friday broke through the outside wall of a building in this small rural village to find a torture center equipped with electric wires, a noose, handcuffs, a 574-page jihad manual - and four beaten and shackled Iraqis.[/i] Nel corso di un'operazione anti-ribellione iniziata venerdi, i Marines hanno abbattuto il muro esterno di una casa in un paesino di campagna, e hanno trovato un locale di tortura attrezzato con fili elettrici, ... … un cappio, un manuale della jihad da 547 pagine, e quattro iracheni malmenati e incatenati. [i]The American military has found torture houses after invading towns heavily populated by insurgents - like Falluja, where the anti-insurgent assault last fall uncovered almost 20 such sites. But rarely have they come across victims who have lived to tell the tale.[/i] L'esercito americano ha trovato [svariati] locali di tortura dopo aver preso possesso di città ad alta concentrazione di ribelli, come Falluja, dove l'offensiva contro di loro ha rivelato l'autunno scorso quasi 20 luoghi di questo genere. Ma raramente i Marines erano usciti a trovare qualcuno che fosse sopravvissuto per raccontare la propria storia. [i]The men said they told the marines, from Company K, Third Marines, Second Division, that they had been tortured with shocks and flogged with a strip of rubber for more than two weeks, unseen behind the windows of black glass. One of them, Ahmed Isa Fathil, 19, a former member of the new Iraqi Army, said he had been held and tortured there for 22 days. All the while, he said, his face was almost entirely taped over and his hands were cuffed.[/i] Gli uomini hanno raccontato ai marines di essere stati torturati con scosse elettriche e immobilizzati con delle strisce di gomma per oltre due settimane, nascosti alla vista da finestre con i vetri oscurati. Uno di loro, Ahmed Isa Fathil, di 19 anni, ex-membro del nuovo esercito iracheno, dice che è stato trattenuto e torturato in quel luogo per 22 giorni. Per tutto il periodo è stato ammanettato, con il volto quasi completamente coperto dal nastro isolante. [i]In an interview with an embedded reporter just hours after he was freed, he said he had never seen the faces of his captors, who occasionally whispered at him, "We will kill you." He said they did not question him, and he did not know what they wanted. Nor did he ever expect to be released.[/i] In un intervista con un giornalista "aggregato", a poche ore dalla liberazione, ha detto di non aver mai visto in faccia i suoi secondini, i quali di tanto in tanto gli sussurravano "ti uccideremo". Ha detto che non gli hanno mai fatto domande, e di non sapere che cosa volessero. Nè si aspettava certo di venire liberato. [i]"They kill somebody every day," said Mr. Fathil, whose hands were so swollen he could not open a can of Coke offered to him by a marine. "They've killed a lot of people."[/i] "Ogni giorno uccidono qualcuno" ha detto Mr. Fathil, le cui mani erano così gonfie da non riuscire ad aprire una lattina di Coca offertagli da un Marine. "Hanno ucciso un sacco di gente". [i]From the house on Saturday, there could be heard sounds of fighting from the large-scale offensive to eliminate strongholds of insurgents, many of whom stream across Iraq's porous border with Syria.[/i] Da quella casa sabato si potevano sentire i rumori dell'ampia offensiva contro i capisaldo dei ribelli, molti dei quali fluiscono in Iraq attraverso le larghe maglie del confine siriano. [i]As the marines walked through the house - a squat one-story building of sand-colored brick - the broken black window glass crunched under their boots. Light poured in, revealing walls and ceiling shredded by shrapnel from the blast they had set off to break in through a wall. Latex gloves were strewn on the floor. A kerosene lantern lay on its side, shattered.[/i] Mentre i marines attraversavano i locali - un basso edificio di mattoni color sabbia ad un piano - i frammenti di vetro nero della finestre scricchiolavano sotto i loro piedi. La luce che entrava rivelava pareti e soffitto crivellati dall'esplosione che loro avevano innescato per penetrare attraverso la parete. Guanti di gomma erano sparpagliati a terra, e una lampada a petrolio giaceva su un fianco, frantumata. [i]The manual recovered - a fat, well-thumbed Arabic paperback - listed itself as the 2005 First Edition of "The Principles of Jihadist Philosophy," by Abdel Rahman al-Ali. Its chapters included "How to Select the Best Hostage," and "The Legitimacy of Cutting the Infidels' Heads."[/i] Il manuale ritrovato - uno spesso e consunto fascicolato in arabo - si presentava come "I principi Filosofici della Jihad" di Abdel Rahman al-Ali - 2005, Prima Edizione. Fra i capitoli, "Come scegliere l'ostaggio ideale", e "Sul diritto di tagliare la testa all'infedele". [i]Also recovered were several fake passports, a black hood, the painkiller Percoset, handcuffs and an explosives how-to-guide. Three cars loaded with explosives were parked in a garage outside the house. The marines blew them up.[/i] Ritrovati anche dei passaporti falsi, un passamontagna nero, un antidolorifico Percoset, manette e manuali sugli esplosivi. Tre auto zeppe di esplosivi erano parcheggiate nel garage di fronte. I marines le hanno fatte brillare. [i]The only possible explanation for the seizure he could think of was his time in the new Iraqi Army. Unemployed and illiterate, Mr. Fathil signed up after the American occupation began.[/i] L'unica spiegazione possibile per la sua cattura poteva essere stato il periodo passato nel nuovo esercito iracheno. Disoccupato e analfabeta, Mr. Fahil si era arruolato dopo l'inizio dell'occupazione americana. [i]But nine months ago, when continuing working meant risking the wrath of the Jihadists, he quit. In all, 10 friends from his unit have been killed, he said. So have his uncle and his uncle's son, though neither ever worked as soldiers.[/i] Ma nove mesi fa, quando continuare a collaborare significava rischiare di incorrere nella furia dei jihadisti, si era dimesso. Nella sua unità sono stati ben dieci gli amici uccisi, ha detto, ed anche suo zio, ed il figlio di suo zio, pur non essendosi mai arruolati, sono stati uccisi. [i]The men tended to talk in whispers, he said, telling him five times a day, in low voices in his ear, to pray, and offering him sand, instead of water, to wash himself. Just once, he asked if he could see his mother, and one of them said to him, "You won't leave until you are dead."[/i] I secondini cercavano di parlare sottovoce, ha detto, sussurandogli all'oreccho cinque volte al giorno di pregare, mentre per lavarsi gli davano sabbia al posto dell'acqua. Un volta chiese di vedere sua madre, ma uno di loro gli rispose "non te ne andrai da qui se non da morto". [i]Mr. Fathil did not know there were other hostages. He found out only after the captors left and he was able to remove the tape from his eyes.[/i] Mr. Fathil non sapeva che ci fossero altri ostaggi. Lo ha scoperto solo dopo che i sequestratori se ne sono andati, ed ha potuto togliersi il nastro adesivo dagli occhi. [i]The routine in the house was regular. Because of the windows, it was always dark inside. Mr. Fathil said he was fed once a day, and allowed to use a bathroom as necessary in the back of the house.[/i] I ritmi nella casa erano regolari. A causa delle finestre [scure], all'interno era sempre buio. Fathil ha detto che gli davano da mangiare una volta al giorno, e che poteva usare i servizi, sul retro della casa, ogni volta che ne avesse bisogno. [i]When marines burst in, one of the captives was lying under a stairwell, badly beaten. At first, they thought he was dead.[/i] Quando i Marines hanno fatto irruzione, uno dei prigionieri era disteso in un sottoscala, gravemente ferito. All'inizio hanno creduto che fosse morto. [i]The others were emaciated and battered. Mr. Fathil had fared the best. The other three were taken by medical helicopter to Balad, a base near Baghdad with a hospital.[/i] Gli altri erano emaciati e malconci. Mr. Farhed se l'era cavata meglio di tutti. Gli altri tre sono stati portati da un elicottero di soccorso alla base di Balad, dotata di ospedale, vicino a Baghdad. [i]But he still had been hurt badly. Marks from beatings criss-crossed his back, and deep pocks, apparently from electric shock burns, were gouged in his skin.[/i] Ma anche lui è stato seriamente colpito, con i segni dei pestaggi che gli attraversavano la schiena, e profonde piaghe sulla pelle, apparentemente dovute agli shock elettrici. [i]The shocks, he said, felt "like my soul is being ripped out of my body." But when he would start to scream, and his body would pull up from the shock, they would begin to beat him, he said.[/i] "Queste scosse, ha detto, erano come se mi strappassero l'anima dal corpo". Ma appena il suo corpo si riprendeva dallo shock, e lui iniziava a gridare, cominciavano subito a picchiarlo - ha detto. [i]Mr. Fathil has been at the Marine base south of Qaim since his release, on Saturday around noon. His mother still does not know he is alive.[/i] Mr. Fathil è rimasto alla base dei Marines, a sud di Qaim, sin dalla sua liberazione, sabato a mezzogiorno. Sua madre ancora non sa che è vivo. [i]When she was mentioned, he bowed and lowered his head, and began to cry softly, wiping his face with the jumpsuit given him by the marines.[/i] Nel sentirla nominare, ha chinato e abbassato la testa, ed ha iniziato un pianto sommesso, asciugandosi il volto con la tuta che gli avevano dato i Marines. [i]He asked a reporter for help to move to another town, because it was too dangerous for his family to remain in their house. He begged not to have a photograph taken, even of the scars on his back. The captors took pictures of that, he said.[/i] Ha chiesto aiuto a un giornalista per cambiare città, perchè era troppo pericoloso per la sua famiglia restare nella loro casa. Ha implorato che non gli venissero scattate foto, nemmeno delle cicatrici sulla schiena. "I sequestratori le hanno fotografate", ha detto. [i]His town has always been a good place, he said, but the militants have made it hell.[/i] La sua città era stata sempre un bel posto, ma i ribelli l'hanno trasformata in un inferno. [i]"These few are destroying it," he said, his face streaked with tears. "Everybody they take, they kill. It's on a daily basis pretty much."[/i] "Questi pochi la stanno distruggendo - ha detto, col volto rigato dalle lacrime - Uccidono chiunque catturino. Avviene praticamente ogni giorno." ****************** Dunque, ragioniamo. Innanzitutto, abbiamo i Marines che stanno perlustrando questa quieta cittadina, e vengono a trovarsi proprio accanto ad un covo di ribelli, attrezzato con tanto di sala delle torture. I ribelli erano già scappati, ma, nonostante la situazione debba apparire del tutto quieta, i soldati preferiscono non bussare, e decidono invece di tirare direttamente giù un muro per entrare. Dev'essere la forza dell'abitudine. Entra finalmente così, nella "piccola casa di mattoni ad un piano", la tanto agognata luce, che però ci rivela - orrore degli orrori - quattro poveracci incatenati e tumefatti. Ora, nonostante le pareti e il soffitto risultino "crivellati dall'esplosione", i quattro prigionieri all'interno si rivelano assolutamente immuni alle schegge dello shrapnel, visto che lamentano solamente contusioni e dolori vari alla schiena, dovuti alle frustate prese in precedenza. Beati loro, che hanno la pelle dura. Abbiamo inoltre dei ribelli così astuti che, per non segnalare all'esterno il loro covo, e per farlo apparire come una qualunque abitazione del paese, decidono di montare finestre oscurate dappertutto, che sui "muri chiari di mattone" non si notano nemmeno se li indichi col dito puntato. Come quei gipponi SUV bianchi immacolati, con le maniglie bianche e le ruote bianche cerchiate di bianco, e con le portiere che "pompano" musica rap, che dietro ai vetri oscurati non lo capisce nessuno che c'è il pimp del quartiere che fa la ronda quotidiana. Procediamo: dopo aver passato un minuto di raccoglimento per la povera "lampada a petrolio che giace su un fianco", ci ritroviamo fra le mani il pezzo da novanta, la Prova delle Prove, il Capo d'Accusa Supremo: il manuale della Jihad. Alla fine, è sempre il manuale che li tradisce: guarda solo quel cretino di Timothy McVeigh, che dopo aver messo la bomba a Oklahoma City, riesce a farsi fermare in autostrada perchè guida senza targa, e in più tiene proprio sul sedile posteriore, in bella vista, un libro aperto al capitolo "come fabbricarsi in casa delle bombe ad alto potenziale". (E pensare che quelle bombe, secondo la versione ufficiale, le avrebbe fabbricate sei mesi prima dell'attentato). Per non parlare poi dei nostri 19 assi dell'11 Settembre, che se per caso si salvavano dagli schianti, finivano comunque in galera per aver rubato più manuali di aviazione loro di quanti ne siano stati stampati in tutta America. E ora abbiamo anche questi "ribelli" iracheni, che devono ripassarsi la Jihad dal mattino alla sera, se no non si ricordano più cosa devono fare. Il manuale, ricordate, era infatti "bello consunto", nonostante sia la "prima edizione" di quest'anno. Questo vuol dire che non solo lo leggevano, ma che debbono anche essersi spellati le mani a dovere, a furia di rivoltare quelle 500 pagine in tutte le direzioni, nei pochi mesi in cui l'hanno avuto a disposizione. (Chissà la Seconda Edizione, che novità porterà mai, fra l'altro? Lo sapete, vero, che la Jihad è un "work in progress"?) Poi, appena finito di ripassare la Jihad, i nostri si buttavano a capofitto sui manuali per fare le bombe. Anche lì, non è che imparato una volta, te lo ricordi e basta? No, macchè, questi dovevano esser talmente deficienti che, pur avendo in garage tre macchine piene zeppe di esplosivo, si sono completamente dimenticati di innescarle per il primo marine che si fosse avvicinato a curiosare. Pensa che botto, che facevano, lì nel garage al chiuso. Si chiamano booby-traps, e le sanno fare anche in bambini da quelle parti, ma loro non ci hanno minimamente pensato. I manuali evidentemente li tenevano come carta del gabinetto. Oppure si vede che dietro ai vetri neri pensavano di essere al sicuro, e di poterci restare per sempre. Anche il vizio di lasciarsi indietro dei passaporti falsi, è qualcosa di curioso: proprio ora che diventi fuggitivo, già ti dimentichi di ammazzare quello lì', che è un mese che glielo prometti, ma poi, che fastidio ti può dare avere un passaporto in più in tasca? (In realtà, se si guarda tutta insieme la lista degli "indizi" - passaporti falsi, manette, cappuccio nero e pastiglie di Percoset, a voi chi viene in mente? Un islamico infuriato, o un uomo della CIA?) Sul capitolo "diritto di tagliare la testa all'infedele", infatti, direi semplicemente di stendere un pietoso velo, e far finta che non sia proprio stato nominato. Sarebbe invece interessante sapere cosa ci dice il capitolo "Come scegliere l'ostaggio ideale", visto che hanno preso uno al quale non hanno mai fatto una sola domanda, dal quale non volevano nulla, che dall'esercito iracheno era già uscito da nove mesi, e per il quale chiaramente non hanno mai chiesto alcun riscatto. Cosa dirà, alla fine, 'sto manuale: sceglietelo alto, con gli occhi azzurri e di carnagione chiara, cosi le cicatrici si vedono meglio? Dedichiamo ora un altro momento di raccoglimento, di fronte a questo sensibilissimo essere umano che piange silenzioso al pensiero della mamma, e poi domandiamoci: ma come fa ad "asciugarsi le lacrime con la tuta", che fino a un secondo fa non riusciva nemmeno a tenere in mano una benedetta lattina di coca cola? Sorvoliamo anche sul fatto che "gli sussurravano cinque volte al giorno di pregare" (voi lo sapete, vero, che l'Islam prevede cinque preghiere nell'arco della giornata? Ecco. E' quindi ovvio che ogni musulmano viaggi con l'assistente personale, che gli tiene il conto preciso delle preghiere già fatte, e di quelle ancora a fare, se no lui da solo non se lo ricorda). Veniamo invece al gran finale: abbiamo detto che siamo in una piccola casetta di mattoni ad un piano, giusto? Abbiamo detto che siamo in un tranquillo paesino fuori mano, giusto? E abbiamo anche detto che quando lo torturavano, lui urlava come una gallina. Normale, d'altronde, vorrei vedere te o me. Il problema è questo: se lui, fra i quattro, è quello che se l'è cavata meglio, come ha fatto a non sentire quando torturavano gli altri tre? Come può essersi reso conto "solo quando si è tolto il nastro dagli occhi" che c'erano altri tre come lui in quel posto? Ascolta con le pupille, per caso? O questi erano tre fachiri che sapevano soffrire nel silenzio più assoluto? Ma poi scusate, siete in quattro con un solo gabinetto, senza contare le guardie: al mattino cosa gli raccontavano, tutte le volte? No, ora non puoi andare, perchè c'è il temporale e rischi che un fulmine colpisca il gabbiotto "dietro la casa"? Massimo Mazzucco