22 MARZO: UN’ALTRO ANNIVERSARIO

Se il 20 marzo 2003 ha segnato per il mondo l’inizio dell’assurda invasione dell’Iraq, il giorno 22 ha segnato per una ragazzina di 9 anni l’inizio di un mondo fatto di assurdità e sofferenza infinite.

Ibtihal Jassem, sordomuta dalla nascita, viveva con la famiglia in un quartiere di Mshan, nei dintorni di Bassora, quando una bomba americana “finita fuori bersaglio” (gli americani hanno iniziato a ”sbagliare mira” molto presto, si vede) ha centrato in pieno la sua casa, demolendola dalle fondamenta. Oltre a quella casa ne sono state distrutte altre 5, per un totale di 71 civili morti.

Dalle macerie della casa di Ibtihal sono stati estratti... (continua) ... i corpi senza vita della madre, Zakia Ahmed, del padre Jassem Mohammed, dei fratelli Ali di 8 anni, Hussein di 3, e Rasoul di 18 moesi, e delle due sorelle Jinan e Sikna, di 10 e 4 anni. 

Pur con una gamba praticamente tranciata, Ibtihal era invece ancora in vita. Trasportata d’emergenza all’ospedale, è riuscita a sopravvivere. Oggi vive con i cugini, isolata dal mondo e trattata più o meno come un animale domestico. Nessuno infatti ha il tempo e la pazienza di ricostruire con lei un dialogo emotivo, e le comunicazioni si limitano ai segni essenziali del mangiare, dormire, e spostati di lì che devo pulire.

Di recente qualcuno ha regalato a Ibthal delle stampelle, che sono divenate per lei l’unico mezzo per restare in qualche modo in contatto col mondo: ogni tanto Ibthal si alza dal suo angolo scuro, inforca le grucce e parte senza una destinazione precisa. Gira per il paese, si ferma qui e là, scambia qualche sorriso con la gente, e poi riparte decisa.

Una sera è stata notata rimanere a lungo, immobile sulle sue stampelle, ad osservare le macerie della propria casa che nessuno ha ancora avuto il tempo di rimuovere. Certo, se già questa guerra è difficile per noi da capire, immaginiamoci per lei.

Massimo Mazzucco