[img align=right]library/nponte-o.jpg[/img]di Giorgio Mattiuzzo Nonostante la notizia degli appoggi americani ai combattenti sunniti sia stata ripresa anche dalla CNN, questa pare non essere stata recepita con molta attenzione dai media nostrani. Eppure il fatto ha dell'incredibile: “l'esercito Usa ha iniziato ad armare la guerriglia nazionalista e le formazioni fedeli a Saddam Hussein – ed a coordinarne la tattica – in un matrimonio di convenienza contro gli estremisti di Al Qaeda”. (1) Una svolta di 180 gradi sia degli americani sia degli iracheni: nel volgere di qualche giorno gli stessi guerriglieri che uccidevano soldati americani, sono divenuti loro alleati. Questo – secondo i comandi Usa – si rivela necessario per poter combattere Al Qaeda. Una scelta funzionale - sostengono a Washington - al conseguimento di un duplice obiettivo: alleggerire la pressione dei vari gruppi della resistenza iraqena sui soldati americani ed usarli per fare piazza pulita del terribile esercito terrorista internazionale. Secondo quanto riportato dalla CNN, il Comandante ha affermato che la svolta si pone nel solco degli sforzi della cosiddetta “controinsorgenza” americana in Vietnam e America latina. “L'abbiamo visto nelle precedenti operazioni di controinsorgenza: usare elementi locali, armarli e inquadrarli come ricognitori. E' questo il ruolo principale in cui vogliamo impiegarli. Conoscono il territorio. Conoscono il nemico.” In questo discorso è molto importante la parola “controinsorgenza”, la traduzione approssimativa dell'inglese “counterinsurgency”. Nel gergo militare della seconda metà del ventesimo secolo, ... ... sta ad indicare quelle operazioni in cui l'esercito (americano ed inglese), avendo di fronte un esercito di guerriglieri irregolari, commette atrocità indicibili sulla popolazione civile allo scopo di togliere il supporto ai combattenti, di solito membri della Cospirazione Comunista Internazionale, meglio nota come Impero del Male. L'esempio del Vietnam è molto appopriato: ufficialmente l'invasione e la distruzione del Vietnam da parte di Marines e G.I. è stata un'operazione in difesa del governo democratico del Sud Vietnam, attaccato dai soliti comunisti nemici della libertà. Risultato dell'operazione di "controinsorgenza"? Tra i 2 e i 4 milioni di morti civili tra il '54 e il '75; 1,1 milioni di morti e dispersi tra i combattenti nord vietnamiti; 250.000 morti e dispersi tra i soldati del Vietnam del Sud e oltre 1 milione e centomila feriti; 3 milioni di contaminati dall'Agente Arancio; 60.000 morti tra i soldati americani e 150.000 feriti di guerra; quasi 2000 soldati scomparsi in azione. (2) Ma se il Vietnam è una storia conosciuta, grazie alla sua nota eco mediatica, ed alla forte opposizione di massa che ha generato, l'altra grande opera di controinsorgenza citata dal Maggiore Generale è quella in America Latina. E' noto come gli Stati Uniti abbiano sempre considerato il pezzo di mondo che si estende da Tijuana a Ushuaia il loro “giardino di casa”, dove poter fare e disfare a piacimento, e dove non è concessa alcuna forma di disobbedienza. Oltre ai famigerati colpi di stato e dittatori assassini messi a capo di quasi tutti gli stati del Sud America, dalla fine degli anni '70 in poi il Governo degli Stati Uniti si è scatenato con furia animale sulle popolazioni degli Stati del Centro America come Honduras, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Panama. Con la scusa dell'accerchiamento comunista gli Usa hanno addestrato, finanziato ed armato formazioni di paramilitari che avevano lo scopo di abbattere qualsiasi forma di “resistenza” ai voleri del padrone di casa. Il risultato è stato un massacro al limite dello sterminio delle popolazioni, l'annichilimento della vita politica, economica e sociale di quei paesi, che ancora oggi sopravvivono a livelli da Terzo Mondo. (3) Ma le terribili politiche repressive in Centro America, oltre ad essere costate una condanna degli Stati Uniti per terrorismo internazionale contro il Nicaragua, da parte della Corte di Giustizia Internazionale nel 1986 (4), ci portano direttamente ai giorni nostri, in Medio Oriente. Chi fu infatti l'artefice degli eccidi in Nicaragua? Fu John Negroponte, che era l'ambasciatore americano in Honduras, trasformato alla bisogna nella base operativa per i Contra, le formazioni paramilitari che entravano poi in territorio nicaraguense per sconfiggere il Comunismo e che, non trovandone molto a disposizione, si accanivano sulla popolazione civile. L'allora Presidente Usa, Ronald Reagan, li definì combattenti per la libertà e li paragonò ai Padri Fondatori. Le azioni dei Contras erano talmente efferate che persino il Congresso americano vietò il loro finanziamento da parte del governo. Non che questo abbia scoraggiato il Presidente il quale, grazie al prezioso contributo della Cia, riuscì a trovare la scappatoia. Da una lato vendere armi all'Iran, allora in guerra con l'Iraq, grazie all'aiuto del Primo Ministro israeliano Shimon Peres (l'attuale Vice-Presidente di Israele) e con l'intercessione di Michael Ledeen, una delle figure chiave dell'intelligence americana dal dopoguerra in poi (legato a doppio filo con i settori massonici e dei servizi italiani durante gli anni di piombo; partecipe della falsa notizia dell'uranio venduto a Saddam Hussein dal Niger; tra i fondatori del Jewish Institute for National Security Affairs; consigliere di Karl Rove, l'uomo più vicino a George W. Bush; teorico del sostegno iraniano alla resistenza irachena). Dall'altro lato, naturalmente, inondare gli Stati Uniti con la cocaina spacciata dai Contras.(5) E non è un caso che lo stesso Negroponte sia stato nominato ambasciatore americano in Iraq, dove puntualmente sono apparse fazioni di guerriglieri che si accaniscono contro la popolazione civile, mentre i resistenti iraqeni vengono fatti apparire come uno dei tanti gruppuscoli di tagliagole che imperversano nel paese. Le affermazioni del generale sono solo la conferma di tutti i timori emersi nel 2004, quando Negroponte si è insediato in Iraq. E sono l'ammissione che nei prossimi mesi, se non anni, l'Iraq si trasformerà in un bagno di sangue ancor più grande di quello che è oggi. Intanto però la propaganda inizia a mettersi in moto e i nuovi alleati degli Usa hanno già imparato come sia facile ricevere soldi e fucili: è sufficiente dire che si vuole combattere Al Qaeda. E puntualmente compaiono i racconti più terribili. La CNN riporta che Al Qaeda avrebbe bruciato vivi bambini di sette anni e ammazzato donne indifese intorno a Baquba. Prove a sostegno? La CNN dice di non averne, però intanto pubblica la notizia. Al Qaeda avrebbe imposto il taglio della mano a chi fuma (anche se questo sembra una punizione da civiltà occidentale) e il coprifuoco alle quattro del pomeriggio (perché a quell'ora, non è dato sapere). Il colmo della furia propagandistica si raggiunge quando alcuni cittadini affermano che Al Qaeda ha vietato la preghiera del venerdì. Ora, riflettiamo con calma: se Al Qaeda è un gruppo radicale musulmano; se per i musulmani il giorno sacro è il venerdì; quale misteriosa logica si nasconderebbe dietro al divieto di Al Qaeda? Infine il Washington Post paragona i novelli alleati (fino a ieri "terroristi") ai minutemen della Guerra di Indipendenza Americana; come Reagan aveva definito i Contras alla stregua dei Padri Fondatori. (6) Si sta insomma riproponendo sotto gli occhi del mondo quello che è accaduto in Nicaragua: con la scusa di Al Qaeda si finanziano guerriglieri che dovrebbero combattere Al Qaeda, anche se nessuno ha uno straccio di prova di cosa o dove sia Al Qaeda, quindi – dovendo giustificare i rifornimenti di armi – si inventerà la presenza di Al Qaeda e si ammazzeranno centinaia di civili facendoli passare per affiliati ad Al Qaeda. E per fare questo, si mettono in circolazione racconti assurdi di jhiadisti che mangiano i bambini e vietano la preghiera del venerdì. E noi dovremmo credere che sia tutto vero. Giorgio Mattiuzzo (Pausania)
1. Rift seen in Iraq insurgency – some groups reject al Qaeda, CNN, 8/6/2007.
2. Vietnam War Casualties
3. Per una panoramica delle politiche americane in Centro America, v. N. Chomsky, , I cortili dello Zio Sam, ed in particolare i capitoli La politica del buon vicinato; Una lezione al Nicaragua; La crocefissione del Salvador; Guatemala: un campo di sterminio; L'invasione di Panama. V. anche Doug Stokes, Counterinsurgency, coups, and coercion: History and the US Empire in Latin America, Zmag.org, 2/4/2003.
4. The Republic of Nicaragua v. The United States of America.
5. Iran-Contra Affair.
6. For U.S. Unit in Baghdad, An Alliance of Last Resort, Washington Post, 9/6/2007.