[img align=right]library/golfo-o.jpg[/img][b]NAPOLI INVIVIBILE[/b] di Tina Buonocore Da un po’ di tempo a questa parte, la città partenopea sembra essersi svegliata, ma non in positivo, come tutti vorremmo. Le strade sono diventate teatro quotidiano di guerre fra clan rivali, che si combattono per il controllo del territorio e delle attività illegali. Non che tutto ciò sia nuovo, ma adesso la situazione è diventata insostenibile: polizia nelle vie, paura costante che un colpo di pistola possa uccidere qualche innocente, coprifuoco quando comincia a far buio, rapine, violenze. No, non stiamo parlando di un film, ma di Napoli nel 2005, dove ancora esistono “famiglie” ... ... che vogliono apertamente prevaricare su altre. Napoli è una delle perle nel mondo, nota a tutti per la sua incantevole cartolina: mare e Vesuvio, una città con delle caratteristiche così particolari che rimangono impresse per sempre in chi la visita, cucina e musica eccezionali, i vicoli con il bucato steso, il profumo delle caldarroste nelle strade, le urla delle donne dei quartieri, cose che tutti hanno cercato di portare in palcoscenico o sullo schermo, ma che solo dal vivo ti trasmettono quel senso di allegria che solo Napoli ti può dare. Eppure si cela ogni giorno, dietro questo magnifico quadro, l’ombra della delinquenza. La vita in città è già molto difficile: traffico, smog, rumori, ai quali ora si aggiunge anche la paura di uscire semplicemente per strada. Non si può vivere in questo modo. La stampa ha lo scopo di far conoscere, di diffondere le notizie, ma la cosa tragica è che i giornali e le TV parlano di Napoli - come in questi giorni - solo quando succede qualcosa di grave, poi per il resto dell'anno tutto tace. Ma i problemi restano sempre. Perché non si interviene? Cos’è che non va? Lo Stato come tutela l’incolumità della gente? Diceva Giovanni Falcone che si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande, e che si muore perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. E’ il silenzio che mette in moto la delinquenza, è vero che ogni giorno per paura, persone fanno finta di non vedere e non sentire, ma è anche vero che c’è un forte senso del dovere civile, che viene continuamente frustrato da un sistema che non funziona. A Napoli, la camorra colpisce gente che lo Stato non è riuscito a difendere: lo Stato siamo noi. Tina Buonocore