C'è anche qualche sacerdote che al momento di indossare la veste non rinuncia necessariamente all'uso del proprio cervello, nè alla difesa della propria integrità morale, o della stessa missione spirituale che si è prefisso di compiere. Parliamo in particolare di due fra i molti preti che negli ultimi giorni hanno fatto sentire la propria voce, all'interno della bufera che ha coinvolto il Vaticano per la sua improvvisa "prossimità" al panorama politico italiano, in vista delle elezioni.

La prima è una lettera aperta del parroco di Antrosano all'onorevole Bondi, già in rete da alcuni giorni, che riguarda l'opuscolo "promozionale" da lui mandato a tutte le parrocchie d'Italia. Il secondo documento, supportato da una raccolta di firme attualmente in corso, è firmato da Padre Paolo Farinella di Genova, e ritorna sul tristemente famoso "appello" di Marcello Pera per "i valori dell'Occidente", riproponendone una versione riveduta e corretta, in un'ottica che definisce "laica e cristiana".

Lettera all'Onorevole Bondi di Padre Aldo Antonelli, parroco di Antrosano (Abruzzo).

Signor Bondi,

sono abituato a dare alle parole il loro peso per cui a chiamarla "onorevole" dovrei coartare la mia coscienza. Ho ricevuto l'inverecondo opuscolo ... ... che lei, immagino, ha inviato a tutte le parrocchie d'Italia.

Glielo restituisco senza nemmeno sfogliarlo e le ricordo che le parrocchie non sono discariche di rifiuti né postriboli nei quali si possa fare opera di meretricio. Abbiamo una nostra dignità, noi sacerdoti, e non siamo usi a svendere per un piatto di fagioli il nostro patrimonio religioso, culturale, sociale ed umanistico che voi in cinque anni di malgoverno avete dilapidato.

Avete fatto razzia di tutto. Avete dissestato la finanza pubblica, avete ridotto alla fame gli enti locali da una parte e foraggiato, dall'altra, gli enti ecclesiastici cercando di comprarvi il nostro silenzio se non addirittura la nostra compiacenza.

Avete popolato il Parlamento di manigoldi, ladri e truffatori. Di 23 parlamentari condannati in via definitiva più della metà (13 per la precisione) fanno parte del vostro gruppo. Avete fornicato con il razzismo della Lega e con il fascismo di Rauti. Con voi i ricchi sono diventati più ricchi ed i poveri più poveri.

Il vostro "Capo" in cinque anni ha quadruplicato il suo patrimonio, mentre le aziende del Paese andavano in crisi. Solo l'elettromeccanica, nell'ultimo quadrimestre del 2005, ha perso il 7,1% del suo fatturato. I nostri pensionati, da qualche anno in qua, non solo non riescono più ad accantonare un soldo, ma hanno incominciato a rosicchiare il loro già risicati risparmi.

Avete speso energie e sedute-fiume in Parlamento per difendere a denti stretti le "vostre" libertà mentre il Paese rotolava al 41° posto quanto a libertà di stampa e pluralismo di informazione, dopo l'Angola. Avete mercificato i lavoratori e ipostatizzato le merci.

Si tenga pure, signor Bondi, la sua presunzione di coerenza con la "dottrina sociale della Chiesa". Noi preti vogliamo tenerci cara la libertà di lotta e di contestazione contro la deriva liberista e populista della vostra coalizione.

Aldo Antonelli (parroco)

Antrosano, 1 marzo 2006

Fonte Adista - segnalato da Sekmet

L'opuscolo rimandato al mittente da Padre Antonelli, "I Frutti e l'Albero, cinque anni di governo Berlusconi letti alla luce della dottrina sociale della Chiesa", si presenta con queste parole: "Il primato della persona e delle aggregazioni sociali, il principio di sussidiarietà e quello di solidarietà sono fra i punti cardinali che orientano l'azione di Forza Italia e la militanza di molti cattolici in essa.Nel corso della legislatura appena terminata, si sono ispirati direttamente a questi principi numerose leggi e provvedimenti del governo.Questa pubblicazione li presenta in sintesi, a dimostrazione della forte consonanza con la dottrina sociale della Chiesa e dell'adesione ai valori che fondano la nostra civiltà.Nel corso della legislatura appena terminata, si sono ispirati direttamente a questi principi numerose leggi e provvedimenti del governo."


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CONTRO APPELLO

PER L’OCCIDENTE E L’ORIENTE PER IL SUD E PER IL NORD

Una risposta laica e cristiana al sen. Marcello Pera

di Padre Paolo Farinella

Sabato 04 marzo 2006, il sen. Marcello Pera viene ricevuto in udienza privata dal papa Benedetto XVI. L’udienza di trentacinque minuti, tempo riservato ai capi di Stato, è catalogata come visita «privata», ma gestita con il protocollo di quelle «ufficiali». Il senatore presenta al Papa, di cui si vanta privilegiato referente politico, il suo saggio-manifesto «Noi, loro e il Papa» edito dalla fondazione Magna Charta di cui Pera stesso è presidente. In quel «loro» del titolo c’è la lista di proscrizione degli intellettuali che non si adeguano alla tendenza neo-teo-con del senatore.

Contemporaneamente in compagnia di un centinaio di rappresentanti della società civile e di parlamentari di destra, il senatore Pera diffonde in rete un sito di adesioni al suo appello «Per l’Occidente forza di civiltà. Le ragioni del nostro impegno»,in cui di fatto identifica la «civiltà» con la prospettiva ideologica della destra che ha governato l’Italia negli ultimi cinque anni. L’appello è un attacco all’Europa in crisi… stanca…. e assente contro la minaccia esterofona, in specie arabo-musulmana; gli Stati Uniti d’America sono assunti come modello, metodo e fine; l’Europa è espressamente invitata a diventare più americana se non vuole smarrirsi del tutto. Per rispondere al fondamentalismo di matrice musulmana, si fonda un nuovo fondamentalismo di ibrida natura: laico, cattolico, occidentale (cf sito: http://www.perloccidente.it/).

Il senatore Pera è «recidivo». Il 30 agosto 2004 in una intervista a la Repubblica aveva lanciato il pre-segnale di guerra contro i leader europei che «vedono e sanno, ma i più non parlano e non agiscono», mentre «alcuni fuggono, altri fanno capire che non è affare loro, o pensano che sia colpa dell’America che se l’è cercata e ben le sta se non riesce a cavarsela». Lo zelo sacerdotale per la salvezza europea lo porta anche contro «una grande parte del clero» che «tace o marcia per la pace come se non fosse affare suo difendere la civiltà europea cristiana» (sic!). Il senatore suggerisce anche il metodo: «Serve un patto su larga scala… dobbiamo avere una strategia comune… Le sedi sono quelle internazionali, in primo luogo l’Onu e l’Unione europea» che, secondo lui, devono assumere il verbo statunitense come pedagogia per la lotta senza quartiere a quella che Oriana Fallaci chiama sprezzantemente «Eurabia». In risposta al card. Raffaele Renato Martino che si dichiarava favorevole all’insegnamento del Corano nelle scuole italiane, il senatore in una intervista su «La Stampa» del 10.03.06 torna ad accusare «una fetta della Chiesa troppo timida nei confronti dell’Islam».

L’appello del senatore è una chiamata alle armi, una conta tra chi è contro di lui e chi sta con lui: sullo stile apocalittico di Oriana Fallaci, bisogna prepararsi alla guerra finale di Armageddon tra i buoni e i cattivi, l’occidente e l’Islam. L’appello è semplice nella forma, ma nella sostanza è un atto eversivo della Carta costituzionale in vigore e un tentativo di trasformare il cristianesimo in religione «dei valori» o religione civile a servizio della prospettiva politico-economica (e sociale) di stampo statunitense che va sotto il terribile neologismo di «neo-teo-con»: i nuoviteorici [o teologi?!] conservatori che ripresentano in termini apparentemente nuovi vecchie politiche neo-colonialiste di conquista del mondo, dei mercati, delle persone.

L’obiettivo dell’appello è colpire al cuore l’Europa che si vorrebbe teoricamente fondata sui «valori giudaico cristiani», mentre di fatto si nega l’atto costitutivo di questi «valori» che poggia sull’accoglienza, sull’universalità, sul concetto di «salvezza» aperta a tutta l’umanità. Il cristianesimo, per sua natura e statuto, è xenofilo perché il messaggio evangelico può esistere solo in quanto proposta universale. O non è. L’Europa è citata tre volte nell’appello «perino»: due volte in contesto negativo e la terza come auspicio generico [dovuto!] di fedeltà allo spirito dei padri fondatori. Quanto alla religione il senatore non dice ex professo che l’Europa e il Cristianesimo coincidono come civiltà, ma questo concetto è l’humus di fondo in cui si muove tutto l’appello.

Vorremmo ricordare, infine, al presidente del Senato della Repubblica italiana che, per quanto pro tempore, egli ha giurato fedeltà a quella Carta costituzionale che oggi rinnega con questo appello neo-teo-con a cui come laici rispondiamo con la forza della nostra ragione e come credenti con l’universalità accogliente e libera del messaggio evangelico.

Di seguito l’appello del sen. Pera e accanto in parallelo il nostro.

Chi condivide può firmare la petizione (in coda il link)

Marzo 2006

Paolo Farinella, prete

Appello di Pera

Appello di donne e uomini liberi, cittadini del mondo



Per l’Occidente forza di civiltà.

Le ragioni del nostro impegno

Per l’occidente e l’oriente per il sud e per il nord.

Le ragioni del nostro impegno di cittadini del mondo

L’Occidente è in crisi. Attaccato dall’esterno dal fondamentalismo e dal terrorismo islamico, non è capace di rispondere alla sfida. Minato dall’interno da una crisi morale e spirituale, non trova il coraggio per reagire.

L’Occidente è in crisi. In un mondo testimone di un biblico movimento di transumanza di popoli e di saperi, l’occidente è minato all’esterno dalle sue politiche egemoniche e nel suo interno dalla incapacità di sapere cogliere il nuovo e i segni dei tempi.

Ci sentiamo colpevoli del nostro benessere, proviamo vergogna delle nostre tradizioni, consideriamo il terrorismo come una reazione ai nostri errori. Il terrorismo, invece, è un’aggressione diretta alla nostra civiltà e all’umanità intera.

Il nostro benessere a spese della povertà del sud e dell’est del mondo si ritorce contro di noi. Stiamo pagando le conseguenze logiche delle nostre perverse premesse: il terrorismo è conseguenza della presunta superiorità e della maldestra miopia politica, pronta ad appoggiare dittatori o terroristi a seconda delle convenienze momentanee, senza preoccuparsi delle conseguenze. Il sostegno per anni fornito dall’occidente ai talebani afghani, contro i quali si è poi proclamata una guerra perché diventati «troppo pericolosi», è lì a dimostrare questa insipienza e a ricordare ai governi occidentali con quanta cautela debbano parlare di «lotta al terrorismo».

L’Europa è ferma. Continua a perdere natalità, competitività, unità di azione sulla scena internazionale. Nasconde e nega la propria identità e così fallisce nel tentativo di darsi una Costituzione legittimata dai cittadini.

L’Europa è ferma a causa degli egoismi nazionali che la costringono a vivere come se fosse sola nel mondo, al di sopra delle sue reali possibilità a scapito dei poveri che oggi presentano il conto di ogni forma di colonialismo e di sperequazione immorale, premendo alle porte dove la ricchezza abbonda.

Determina una frattura con gli Stati Uniti e fa dell’anti-americanismo una bandiera.

La convergenza anche militare del governo Berlusconi con gli USA non solo ha isolato l’Italia in Europa, in Africa e Asia, ma ha contribuito a bloccarne il processo unitario di integrazione. Le velleità di uno solo hanno prevalso su una visione mondiale.

Le nostre tradizioni sono messe in discussione. Il laicismo o il progressismo rinnegano i costumi millenari della nostra storia. Si sviliscono così i valori della vita, della persona, del matrimonio, della famiglia. Si predica l’uguale valore di tutte le culture. Si lascia senza guida e senza regola l’integrazione degli immigrati.

Non vogliamo mettere in discussione le nostre tradizioni che però non vogliamo imporre a chiunque, ma desideriamo scambiare con tutti. Noi siamo consapevoli che le civiltà passano e nuove ne sorgono, come sempre è accaduto nella storia degli ultimi 5.000 anni.

Come ha detto Benedetto XVI, oggi “l’Occidente non ama più se stesso”. Per superare questa crisi abbiamo bisogno di più impegno e di più coraggio sui temi della nostra civiltà.

Benedetto XVI ha detto che «l’occidente non ama più se stesso» e a noi sembra vero perché ama molto di più il suo «avere». Non vogliamo che siano gli «altri» a soccombere di fronte ai «nostri valori», spesso confusi se uomini e donne atei o dichiaratamente non credenti e/o praticanti si fanno corifei della religione cristiana intesa come religiosità civile e identità escludente, non perché patrimonio del nostro millenario costume, ma per paura di essere travolti dalle nuove popolazioni. Noi vogliamo l’integrazione degli immigrati, che pure esigiamo a sostegno della nostra asfittica economia, in quanto persone non in quanto merce o carne da macello.

L’Occidente

Noi siamo impegnati a riaffermare il valore della civiltà occidentale come fonte di princìpi universali e irrinunciabili, contrastando, in nome di una comune tradizione storica e culturale, ogni tentativo di costruire un’Europa alternativa o contrapposta agli Stati Uniti.

L’Occidente

Noi siamo impegnati a riaffermare il valore di tutte le civiltà come sorgenti positive di principi universali e irrinunciabili e vogliamo costruire un’identità europea diversa dalla filosofia e dalla tradizione degli Stati Uniti, che invece si fondano sul principio «dell’utilità» e della supremazia su popoli, culture e forme di governo. Vogliamo collaborare con il popolo statunitense alla ricerca di un equilibrio ambientale, economico e sociale, ma valido per tutti i popoli della terra.

L’Europa

Siamo impegnati a rifondare un nuovo europeismo che ritrovi nell’ispirazione dei padri fondatori dell’unità europea la sua vera identità e la forza di parlare al cuore dei suoi cittadini.

L’Europa

Siamo impegnati a rifondare un nuovo europeismo dei popoli più che degli Stati o di una moneta che ritrovi nell’ispirazione dei padri fondatori dell’unità europea la sua vera identità e la forza di parlare al cuore dei suoi cittadini, capace di accompagnare ed educare in una cultura dell’accoglienza, della condivisione, della polivalenza e dell’interscambio con modalità condivise e accettate.

La sicurezza

Siamo impegnati a fronteggiare ovunque il terrorismo, considerandolo come un crimine contro l’umanità, a privarlo di ogni giustificazione o sostegno, a isolare tutte le organizzazioni che attentano alla vita dei civili, a contrastare ogni predicatore di odio. Siamo impegnati a fornire pieno sostegno ai soldati e alle forze dell’ordine che tutelano la nostra sicurezza, sul fronte interno così come all’estero.

La sicurezza

Siamo impegnati a contrastare ovunque lo strumento del terrorismo, considerandolo come un crimine contro l’umanità; a privarlo di ogni giustificazione o sostegno; a isolare tutte le organizzazioni che attentano alla vita dei civili; a contrastare ogni predicatore di odio, di razzismo e di intolleranza. Con il termine «terrorismo» intendiamo sia quello dei singoli e dei gruppi di matrice araba sia quello degli Stati che con la scusa di esportare democrazia portano morte, inciviltà e la logica della forza sostitutiva della forza del diritto. Ripudiamo la guerra in ogni forma e per ogni motivo. La sicurezza dei cittadini deve essere tutelata nel quadro di un rigoroso contesto democratico.

L’integrazione

Siamo impegnati a promuovere l’integra-zione degli immigrati in nome della condivisione dei valori e dei princìpi della nostra Costituzione, senza più accettare che il diritto delle comunità prevalga su quello degli individui che le compongono.

L’integrazione

Siamo impegnati a promuovere l’integrazione degli immigrati in nome della condivisione dei valori e dei princìpi della nostra Costituzione, nel rispetto di tutte le culture, gli usi e i costumi che non contrastano con la carta dei diritti fondamentali della singola persona che diventa così il parametro supremo per ogni legislazione positiva.

Vogliamo abolire dal nostro vocabolario l’espressione razzista, inumana e anticristiana di extracomunitario.

La vita

Siamo impegnati a sostenere il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale; a considerare il nascituro come “qualcuno”, titolare di diritti che devono essere bilanciati con altri, e mai come “qualcosa” facilmente sacrificabile per fini diversi.

La vita

Siamo impegnati a sostenere il diritto alla vita di «tutta» la vita: a rimuovere tutti gli ostacoli di qualsiasi natura che ne impediscono il suo naturale svolgimento, salvo restando il dovere dello Stato di tutelare la vita delle donne. Il corpo di uomini e donne è per eccellenza il luogo di libertà-disponibilità individuale e non può essere concepito come campo di conquista o di imposizione ideologica.

La sussidiarietà

Siamo impegnati a sostenere il principio “tanta libertà quanta è possibile, tanto Stato quanto è necessario”. Con ciò si esalta il primato cristiano e liberale della persona e dei corpi intermedi della società civile e si concepisce il potere politico come un aiuto e uno strumento per la libera iniziativa di individui, famiglie, associazioni, compagnie, volontariato.

La sussidiarietà

Siamo impegnati a sostenere il principio dell’armonizzazione tra la libertà individuale e l’esigenza dello Stato di coordinare le singole libertà al fine di raggiungere il «maggior bene comune possibile». Il primato della libertà individuale si coniuga imprescindibilmente con la ricerca sociale e comune del bene collettivo. Con ciò si esalta il primato della persona e dei corpi intermedi della società civile e si concepisce il potere politico come aiuto e strumento per la libera iniziativa di individui, famiglie, associazioni, compagnie, volontariato, che si esplica in accordo con il bene comune, tutelato dallo Stato.

La famiglia

Siamo impegnati ad affermare il valore della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio, da tenere protetta e distinta da qualsiasi altra forma di unione o legame.

La famiglia

Siamo impegnati ad affermare il valore della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio, da tenere protetta con gelosia. Siamo impegnati a non imporre con la legge questa preziosa forma di convivenza e quindi siamo favorevoli a garantire i diritti delle persone che scelgono altre forme di convivenza.

La libertà

Siamo impegnati a diffondere la libertà e la democrazia quali valori universali validi ovunque, tanto in Occidente quanto in Oriente, a Nord come a Sud. Non è al prezzo della schiavitù di molti che possono vivere i privilegi di pochi.

La libertà

Siamo impegnati a condividere la libertà e la democrazia quali valori con chiunque valichi i nostri confini territoriali, ben consapevoli che i confini ideali e materiali degli Stati sono da tempo crollati perché ogni individuo, per nascita, acquisisce il diritto di essere cittadino del mondo, casualmente nato in un determinato territorio. Consideriamo ogni individuo, indipendentemente dalla sua nazionalità, sesso, religione e costumi, soggetto primario di diritti e doveri. Non è al prezzo della schiavitù di molti che possono vivere i privilegi di pochi. La libertà è patrimonio essenziale delle «libere società occidentali» e non può essere negata o ridotta o messa sotto «tutela» in nessun caso, in nessuna occasione e in nessun Paese: Guantanamo e Abu Ghraib sono la negazione dell’essenza stessa dei «valori occidentali».

La religione

Siamo impegnati a riconfermare la distinzione fra Stato e Chiesa, senza cedere al tentativo laicista di relegare la dimensione religiosa solamente nella sfera del privato.

La religione

Siamo impegnati a riconfermare la distinzione fra Stato e Chiesa, secondo il principio dell’art. 7 della Carta costituzionale con una piccola variante: «Lo Stato e le Chiese sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Lo Stato laico garantisce l’esercizio anche pubblico della religione.

L’educazione

Siamo impegnati a difendere e promuovere la libertà di educazione senza negare la funzione pubblica dell’istruzione. Intendiamo realizzare la piena equiparazione della scuola non statale con la scuola statale, applicando anche in questo campo il principio generale di sussidiarietà.

L’educazione

Siamo impegnati a difendere e promuovere la libertà di educazione senza negare la funzione dell’istruzione impartita anche privatamente. Intendiamo privilegiare la scuola pubblica, rimuovendo ogni ostacolo, specialmente di natura economica perché ogni studentessa/studente possa raggiungere i più alti gradi del sapere. Riconosciamo a chiunque il diritto di organizzare scuole non statali in un sistema pubblico integrato.

L’Italia

Siamo impegnati a rendere la nostra Patria ancora più autorevole. A esaltare i valori del conservatorismo liberale, affinché la crescita delle libertà pubbliche e individuali vada di pari passo con il mantenimento delle nostre tradizioni. Non può essere né libero né rispettato chi dimentica le proprie radici.

L’Italia

Siamo impegnati a fare crescere il nostro popolo in un clima e in un contesto di autentica libertà nella consapevolezza che solo in una visione veramente universale si possa scoprire e ritrovare la propria radice di nazione e di popolo. Prima di noi altri popoli abitavano le nostre terre e dopo di noi altri verranno ancora. Noi lo sappiamo, noi non temiamo. Non può essere né libero né rispettato chi dimentica le proprie radici di cittadini del mondo: tutti con gli stessi diritti, gli stessi doveri, la stessa dignità, lo stesso destino.

 

Promotori:

1. Bozzo Maria Pia, Circolo culturale «Aldo Moro», Genova

2. Cifatte Angelo, Funzionario comunale, Genova

3. Farinella Calogero, Biblioteca Universitaria, Genova

4. Farinella Paolo, prete biblista, Genova

5. Ferraris Carlo Maria, pensionato, Genova

6. Pantone Maria Cristina, psicologa e assistente sociale, Genova

Docenti universitari aderenti:

7. Agosti Aldo, Università degli Studi, Torino

8. Prosperi Adriano, Università degli Studi, Pisa

9. Scaramuzza Emma, Università Statale, Milano

10. Tranfaglia Nicola, Università degli Studi, Torino


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