[img align=right]library/gaza2.jpg[/img] [b][size=x-small]QUANDO SI FANNO LE PENTOLE MA NON I COPERCHI. Un errore psicologico punta l'indice verso il vero responsabile?[/size][/b] [b]di Massimo Mazzucco[/b] 15.10.03 - E' passata circa un'ora, e la notizia dell'attentato alla jeep americana di Gaza ha già fatto il giro del mondo. E per chi sospetta, ormai da tempo, che gli attentati in Palestina caschino sempre un pò troppo a favore di Sharon, questo è solo un ennesimo episodio da aggiungere alla collezione già ricca di eventi significativi, anche se resteranno probabilmente per sempre da dimostrare. In questo caso infatti si trattava di ispettori americani (3 morti e 1 ferito grave), giunti a Gaza dopo lunga insistenza dei palestinesi, a fare da osservatori "neutrali" (nel paese dei ciechi...) sullo sviluppo degli eventi in quella zona. I palestinesi avevano quindi tutto l'interesse a proteggerli, casomai, mentre ne avrebbe avuto altrettanto Sharon a vederseli sparire di mezzo al più presto, per non vederli tornare mai più. E' dal tempo di Jenin infatti che ormai Sharon rifiuta apertamente qualunque supervisore estero, USA, ONU o europeo che sia, e i motivi non dobbiamo certo farceli spiegare da lui. Ma mentre lui ha recitato perfettamente la sua parte ... ...declamando immediatamente in TV il chiaro messaggio per Bush ("Questo fatto è la dimostrazione che nessuno possa considerarsi completamente immune dal terrorismo palestinese"), a Washington ci devono essere rimasti talmente di sale, che si sono dimenticati del tutto di farsi vedere "oltraggiati ogni limite". Si sono invece rinchiusi in un silenzio talmente anomalo che parla fin troppo al loro posto: se infatti pensassero che fossero stati davvero i palestinesi, a quest'ora Gaza non ci sarebbe già più. Uno dei più noti modi dire americani è proprio "first we shoot, then we ask questions" (prima spariamo, poi facciamo le domande). Più tardi si accorgeranno certo dell'incongruenza, ed esprimeranno adeguato sdegno come da copione. Ma in questi casi è la prima risposta quella che conta. Massimo Mazzucco [b][size=x-small]AGGIORNAMENTO 16.10.03: [/size]a 24 ore dal fatto, salta fuori un precedente attentato, finora tenuto nascosto[/b] Washington deve essere stata veramente presa alla sprovvista, perchè a 24 ore dal fatto non si è ancora sentita una sola condanna ufficiale diretta chiaramente contro i Palestinesi. (In altri tempi, a quest'ora avremmo avuto un "con Arafat abbiamo chiuso del tutto", se non addirittura un "Non siamo più in grado di garantire la sua incolumità"). Gli unici commenti ufficiali invece sono quelli che arrivano da fonti anonime (ma assolutamente legittime, secondo le regole del gioco della stampa americana: è il giornalista che ne risponde, e ne va della sua carriera). Ecco il segmento integrale dell'articolo del New York Times che le riporta, in data odierna, con nostra traduzione. [i]Bush administration officials said on Thursday that they believed that the attack was indeed part of a new, deliberate effort by Palestinian militants to attack diplomats.[/i] Ufficiali [nel senso di gente autorizzata a parlare] dell'amministrazione Bush si sono detti convinti che l'attacco faccia chiaramente parte di un nuova tendenza da parte di militanti palestinesi [generico] ad attaccare diplomatici. E' quel "nuova" da sottolineare. Traduzione: "non ce l'aspettavamo proprio". [i]An official would not say how the administration had reached its conclusion. Until now, Palestinian militant organizations in Gaza and the West Bank have confined their attacks to Israeli targets and avoided those connected to the United States.[/i] Una di queste fonti non ha voluto chiarire come l'amministrazione sia arrivata a questa conclusione. Fino ad ora le organizzazioni militanti palestinesi, in Gaza e Cisgiordania, avevano ristretto i loro attacchi a bersagli israeliani, ed evitato quelli che avessero a che fare con gli Stati Uniti. Ovvero: non sta in piedi nemmeno a pagarla, suggerisce il giornale. [i]"It does look like a conscious effort to target the American diplomatic mission, and that's very worrying," the official said.[/i] "Sembra proprio che ci fosse l'intenzione precisa di colpire la delegazione diplomatica americana, è ciò è davvero preoccupante" ha detto l'ufficiale. Ovvero: non veniteci adesso a raccontare fregnacce. Il messaggio lo abbiamo ricevuto, chiaro e forte, e vedremo come reagire. [i]Indeed, a Bush administration official said the attack was not the first against an official American target in Gaza.[/i] Peraltro, un ufficiale dell'amministrazione ha detto che questo attacco non è stato il primo contro un bersaglio dichiaratamente americano a Gaza. [i]In June, two Central Intelligence Agency officers were singled out in an unsuccessful roadside bombing that blew a door off their armored vehicle but did not injure them, the official said. Neither the C.I.A. nor any other American agency disclosed the attack at the time.[/i] In Giugno, due dirigenti CIA erano stati presi di mira in un fallito attentato lungo la strada, dove la bomba aveva divelto la porta del loro veicolo corrazzato, pur lasciandoli incolumi. Nè la CIA nè alcuna altra agenzia avevano reso nota l'aggressione. E perchè non dirlo apertamente? Non sarebbe servito, se non altro, a giustificare un pò la scomoda posizione di Bush, troppo a favore di Sharon? [i]All major Palestinian factions have denied involvement, saying that their conflict is with Israel and that they oppose striking at Americans.[/i] Tutte le più importanti fazioni palestinesi si sono dissociate dall'attentato [di ieri], dicendo che loro sono in lotta con Israele, e contrarie a colpire gli Americani. Disperati magari, ma stupidi certo no. M.M.