[img align=right]library/spett-o.jpg[/img]Una nota battuta che gira in America ormai da troppi anni dice “Avete mai notato che Bush smette di parlare quando Cheney beve un sorso d’acqua?” Ebbene, per quelli che credono si tratti solo di una barzelletta, stiamo avendo in questi giorni la conferma di quanto grave e reale sia invece il problema che essa ha voluto denunciare. Lasciato solo di fronte al mondo – il suo mentore personale, Carl Rove, se n’è andato da un bel pò, Condoleezza è ormai scomparsa dalla scena mondiale, e ora che non resta più nulla da rubare anche Cheney sta facendo le valigie – il bravo Bush riesce a infilare una tale serie di mostruosità da far accapponare la pelle. Non sono semplici stupidaggini, castronerie, o idiozie di vario tipo – a quelle ormai ci siamo abituati - ma sono mostruosità vere e proprie, che feriscono a morte la ragione e vanno ad urtare anche il più sopito strato di buon senso di cui chiunque possa disporre. Nel suo patetico tour conclusivo in Medio Oriente, fatto coincidere in maniera fin troppo grossolana con il 60° anniversario della nascita di Israele, Bush è riuscito ad affermare quanto segue: 1 - Se i democratici conquisteranno la presidenza, l’America rischia un altro undici settembre. 2 – C’è gente che è addirittura disposta a trattare con i terroristi, e che all’epoca non avrebbe esitato a trattare nemmeno con Hitler. (La frase è riferita a Barak Obama, ... ... e alla sua dichiarata disponibilità di sedersi eventualmente a un tavolo di trattativa con Ahmedinejad. Come se “sedersi a trattare” equivalesse a “cedere alle sue richieste”, invece di imporre magari le proprie). 3 - Mi piange il cuore nel vedere il grande potenziale del popolo palestinese sprecato in questo modo. [Quest'ultima [url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7406274.stm]perla[/url] ha meno di 24 ore]. Riguardo alla prima affermazione, qualcuno dovrebbe semplicemente ricordare a Bush che l’undici settembre è avvenuto sotto la sua presidenza, e che lui stesso è stato accusato da più parti di non aver – voluto, saputo o potuto non fa nessuna differenza a questo punto – impedire quello che chiaramente poteva impedire. La stessa persona potrebbe poi rammentare a Bush che non un suo lontano parente, ma il suo stesso nonno – il padre di suo padre – fu fra i più solerti finanziatori del regime di Hitler, aiutandolo in modo sostanziale nella scalata al potere in Germania. Mentre lo stesso George Bush ha da poco deciso di sedersi a un tavolo di trattativa con il “terrorista” che governa la Corea del Nord, Kim-Jong II. Se poi avanzasse ancora del tempo, si potrebbe infine ricordare a Bush che lui stesso, non più di due anni fa, diede pubblicamente il placet per il completamento del muro che ha reso i palestinesi dei prigionieri di fatto in casa propria. Ma forse si rischierebbe soltanto di mandare definitivamente in tilt un cervello che ha già severamente patito per l’evidente sovraccarico di un impegno per il quale non era chiaramente preparato, mentre le speranze di veder brillare per un solo istante la luce della ragione nello sguardo di quell’uomo sono ormai ridotte al lumicino. Il problema, in ogni caso, non sta nella sua persona, ma nei danni che la sua improvvisa libertà di parola e di pensiero rischiano di arrecare al mondo intero. Le frasi che pronuncia infatti non sono pericolose di per sè, ma possono diventare un’arma micidiale in mano di chi fosse interessato ad usarle – chiaramente in malafede - a proprio vantaggio. Non a caso John McCain ci ha già provato, riprendendo le dichiarazioni di Bush contro Obama, e scatenando in America un tale putiferio mediatico da dimostrare che cosa possa succedere se si permette ai leader politici di approfittare troppo dell’ignoranza della gente. A nostra volta, se fossimo governati da persone dotate anche solo di una parvenza di serietà, ci apetteremmo che il governo italiano prendesse immediatamente le distanze da un uomo che – non dimentichiamolo - ha ancora in mano un documento che gli permette in qualunque momento di scatenare una guerra nucleare. Ma questi sono sogni ai quali ci siamo ormai rassegnati a rinunciare. Massimo Mazzucco