[img align=right]library/magrit-o.jpg[/img]di Calvero Sento spesso frasi del tipo: "Sì è vero, io alla loro età non potevo fare questo o quell'altro (oppure potevo), però non mi cambierei mai con loro"; oppure: "La vita è la vita, e io sono quello che sono. Non rimpiango nulla di ciò che ho fatto"; oppure: "Sì è vero, quella volta non capivo, però non tornerei mai indietro"; oppure: "Sì, ho la mia età, ma non mi cambierei mai con lui..." I ventenni lo dicono degli adolescenti; i trentenni dei ragazzi più giovani; i quarantenni dei ventenni; i cinquantenni dei trentenni... nessuno o quasi, si cambierebbe con un altro. Quanto orgoglio. Quante balle. Non la sentite anche voi la puzza? Riusciamo a cogliere a quale sentimento, con quale coscienza e "da" quale coscienza soprattutto, si muovono simili e sì fieri sentimenti? Lo intravedete quel piccolissimo ingranaggio dentro di noi, tanto piccolo quanto cruciale, che deve girare sempre verso noi stessi, affinché quelli più grandi vadano verso una precisa direzione? Io invece... sarò strano, ma dico: "Io mi cambierei eccome, con altri: io rimpiango molte cose, e me ne frego di dire che "sono orgoglioso di ciò che ho fatto o non ho fatto", sono solo cazzate. Io rifarei tutto daccapo, orgoglioso o meno; io strapperei le pagine del passato a gogò e le riscriverei una per una; mi fermerei a vent'anni... e io sono sbagliato: per sempre, quindi – vivo; non miro a essere il migliore, ma a essere; non miro a essere il più votato: ... io rimpiango e io ho rimorsi; e tornerei indietro e dopo essere tornato indietro e riandato avanti, tornerei indietro un'altra volta e un'altra volta ancora... e ancora: con un'altra faccia, un altro spirito, un'altra vita, in lui oppure in lui o in quell’altro, con quello che mi aggrada e dopo ricambierò ancora; me ne infischio del mio nome registrato all'anagrafe, di dove sono nato, delle mie radici... che cosa siamo? Piante? Forse abbiamo radici? Ma chi ve le ha cantate queste stronzate? La Fata Turchina? Non m'interessa il mio percorso. Niente è mio e niente mai lo sarà. Io non mi appartengo, lascio agli altri credere di avere questo potere, e che vadano affanculo tutti quelli che credono di "possedersi." Tu, amico mio, sei solo un sospiro impercettibile nell'incommensurabile vastità del tempo e della vita. E ti illudi nelle ambizioni altrui. Cerchi sicurezza nel tuo volto allo specchio, e te ne vanti pure. Peccato, come diceva Eraclito, che "Non si può entrare due volte nello stesso fiume". Calvero