Non è facile riuscire a capire che cosa succede, ma certamente qualcosa di importante sta muovendosi sotto il cielo di Washington. L’altro ieri c’è stato lo sgambetto letale della CIA alle aspirazioni bellicose dei neoconservatori verso l’Iran. Oggi un gruppo di senatori repubblicani ha accennato alla possibilità di una commissione di inchiesta che indaghi sulla scomparsa ingiustificata di alcuni miliardi di dollari che il Pentagono avrebbe nuovamente perso di vista, fra le sabbie del Medio Oriente: la cosa interessante è che, essendo in questo momento i democratici in maggioranza sia al Senato che alla Camera, avrebbero automaticamente diritto all’undicesimo voto della commissione (quello della presidenza), e quindi l’esito di tale inchiesta sarebbe già scontato: condanna senza giustificazioni per Rumsfeld e compari. Altre voci hanno cominciato a domandarsi se per caso Bush e Cheney abbiano mentito consapevolmente, nell’affermare che l’Iran avesse un programma nucleare attivo: se in effetti le informazioni della CIA non erano in quel senso, dove avrebbero preso i due mezzi presidenti quelle che gli permetterebbero ora di sostenere di non avere mentito? Sono solo leggere folate, per ora, che si riescono a decifrare valutando il genere di notizie alle quali i mainstream media scelgono quotidianamente di dare risalto. Solo un anno fa, ad esempio, ci furono ben 16 tentativi da parte dei democratici di aprire una inchiesta sui miliardi di dollari ... ... che scomparivano a ritmo impressionante nella voragine irachena, ma ogni volta la mozione fu bocciata, grazie all’intervento di qualche franco tiratore: di questa notizia in TV non parlò nessuno. Se oggi invece i media hanno deciso di farci sapere che c’è questo genere di “ribellione” fra i ranghi stessi dei repubblicani, significa che probabilmente si sta formando una nuova alleanza fra i moderati di destra e i democratici, intesa ovviamente a liberarsi una volta per tutte del cancro neoconservatore. (In fondo, se le notizie sono controllate in un senso, non si vede perchè non dovrebbero esserlo anche nell'altro). A sua volta anche il fronte elettorale presenta interessanti altalene, che si possono decifrare in vario modo. Con l’avvicinarsi delle primarie dell’Iowa, fra tre settimane, i due leader di ciascun partito, Clinton e Giuliani, hanno improvvisamente perso terreno, ciascuno alle proprie “estremità”: per troppa fretta, probabilmente, di gettarsi al centro, con delle tematiche che riescano a compiacere il numero sempre crescente di indecisi che andranno a votare, ciascuno si è visto superare all’interno del proprio partito da un avversario che fino a ieri sembrava non avere speranze: la Clinton, a sinistra, da Barak Obama, che sta avendo una forte presa sulla base elettorale democratica, mentre Giuliani ha visto spuntare alla sua destra la stella del mormone Matt Romney, che ha fatto oggi una mossa decisamente azzardata: ha dichiarato pubblicamente che con la sua presidenza l’America tornerà ad essere “una nazione sotto Dio e sotto la sua religione”. Con acrobazie verbali da capogiro, Romney è riuscito addirittura ad affermare che “in fondo i Padri Fondatori hanno voluto questa nazione sotto il nome di Dio”, quando il primo emendamento della Costituzione stabilisce in maniera chiara e inequivocabile “la separazione fra stato e chiesa”. Ma di questi tempi le costituzioni vanno poco di moda, e la base religiosa della Bible Belt ha accolto con grande clamore queste dichiarazioni, togliendo improvvisamente a Giuliani il comodo margine di vantaggio con cui si stava avviando al primo consulto elettorale. Come se non bastasse, un altro scandalo è andato ad aggiungersi alla lista già lunga che minaccia di affondare per sempre le speranze presidenziali del supersindaco del 9/11: si è scoperto oggi che la sua ex-amante – oggi moglie ufficiale – riceveva protezione, servigi e scorta armata dalla polizia di New York addirittura prima che la notizia della suo “affair” con Rudy arrivasse sulle pagine dei giornali. E Bernard Kerick è sempre in galera, che aspetta di raccontarci un sacco di cose interessanti. In ogni caso, questi sono tutti giochi di facciata, e lo sappiamo bene. Ma l’unica cosa che possiamo fare, in tempi come questi, è cercare di interpretare i fatti esteriori, visibili, per riuscire a capire dove ci vorranno portare quelli che davvero tirano le fila delle nostre esistenze. Se non altro, ogni giorno che passa sembra di poter dire con maggiore certezza che non sarà nella direzione che avrebbero voluto i neocons. Massimo Mazzucco