BASTA CON IL TERRORISMO. QUELLO DELLA PAROLA

Cominciamo ad essere un pò stufi, ogni volta che avviene un attentato, di dover aggiungere alla naturale tristezza per i morti, anche la ridicola “suspense” che ci separa dal momento in cui le autorità ci diranno chi è stato, e perchè lo ha fatto.

Una volta era diverso: il terrorista faceva il suo attentato, piazzava la sua bella rivendicazione nel cestino di turno, avvisava i giornali, e tempo che le sirene smettevano di urlare tu già sapevi chi era stato e che cosa voleva ottenere con quel gesto.

Ma da quando è emersa Al-Queda, le due fondamentali regole del gioco paiono addirittura capovolte: da una parte, fidandosi ciecamente delle autorità, oggi i terroristi lascìano che siano queste ad indovinare mandante e motivazione di ogni attentato. (Quasi si conoscessere da vicino, viene a volte da pensare). E dall’altra, queste motivazioni, in mano a chi ne è solo portavoce, si sono talmente diluite, nel tempo, da essersi cristallizzate in un generico "odio verso l’occidente felice, libero e cristiano". Anzi, ultimamente basta addirittura dire “è stata Al-Queda” che tutto il resto diventa superfluo.

E allora diciamocelo chiaro, forte, e possibilmente una volta per tutte: prima di tutto, nessuno al mondo è così imbecille da andare a rischiare l’ergastolo, insieme alla pelle stessa, per andare a mettere bombe nei treni solo per fare un dispetto a chi è più felice di lui. ... (continua)


... E poi, la gente al mondo ha ben altro da fare. La gente deve lavorare e portare a casa il pane per i propri figli, altro che piazzare bombe, senza dire a nessuno che è stato lui, solo per provare il brivido di vedere se indovinano. Il terrorismo nasce, quando nasce, dalla disperazione di precise esigenze contingenti, le quali diventano chiare a tutti sin dal primo botto, proprio perchè lo scopo è quello di far conoscera al mondo un problema che altrimenti verrebbe ignorato. E storicamemnte, in questo senso, gli unici gruppi terroristici che abbiano mai avuto motivo di esistere sono quelli come l’OLP palestinese, l’ETA basca, l’IRA irlandese o Tupamaruc peruviani; tutti gruppi che hanno combattuto, a ragione o a torto, per scopi politico/territoriali ben chiari a tutti, e che comunque si ricordavano puntualmente di rammentare al mondo – immediatamente dopo ogni attentato, in modo che nessuno se ne potesse impadronire – i motivi delle loro azioni. Se no che cosa rischiavano a fare?

Invece guardate un pò Al-Queda: per quasi 48 ore il mondo ha creduto che le bombe di Madrid le avesse messe l'ETA, e loro manco si preoccupavano di smentire quei lazzaroni che si erano impadroniti del loro ennesimo colpo spettacolare! Se non fosse intervenuto prima il popolo spagnolo, che di ETA se ne intende, a smascherare la bugia, e poi il dipartimento di Stato da Washington, a riassegnare subito l'attentato al legittimo titolare, loro avrebbere fatto tutto il lavoro per niente?

Perchè mai dovremmo allora berci un principe saudita pieno di miliardi che si annoia, e siccome “odia l’America consumistica e infedele”, spreca ben cinque anni della sua vita (così si vorrebbe) per mettere a punto gli attentati più spettacolari della storia, solo per dimenticarsi completamente di rivendicarli (anzi, per la precisione, per dissociarsene pubblicamente, la sera stessa dell’11 Settembre)? Lo stesso valga per le varie brigate “antimperialiste”, “rivoluzionarie”, “comuniste”, “proletarie”, rosse gialle o amaranto che fossero, che hanno terrorizzato mezza Europa negli ultimi 30 anni, senza nemmeno riuscire a spiegare al mondo che cosa volessero di preciso.

Mentre nel frattempo, puntualmente ed immancabilmente, il cui prodest a favore dei vari governi era ogni volta così macroscopico da diventare spesso imbarazzante. Guardate solo che manna è stata  l’11 Settembre per i falchi di Bush, e per chi, in Europa e in Medio Oriente, sta dalla loro parte. E Osama invece, cosa ci avrebbe guadagnato? (Certo, ad Aznar è andata male, ma lui fra i più furbi non ce lo metterei proprio: accusare l’ETA delle bombe di Madrid è un pò come sostenere che a far esplodere l’Italicus siano state le Camicie Rosse di Garibaldi).

Ma poi, perdìo, lasciatelo dire a loro, chi sono e cosa vogliono, no? Che problema c’è? Sanno tirare giù, con gli aerei, anche i grattacieli progettati per resistervi, guidano quei bisonti del cielo, senza mai averne visto uno prima, come se fossero dei go-kart, si confezionano in casa le bombe atomiche, fra una pubblicità e l’altra, come se fossero noccioline... ma poi con carta e penna di colpo hanno bisogno di essere aiutati?

A qusto punto, a chi volesse insistere che questi “fomentatori dell’eversione” sono tutti genuini, e soprattutto che hanno delle valide motivazioni per fare ciò che fanno, pongo la seguente domanda:

Perchè mai tutti questi “anti-imperialisti” in senso lato – da piazza Fontana alla stazione di Atocha, dalla stazione di Bologna al treno della Cecenia - non mettono mai le bombe alle feste dei potenti, agli ippodromi dei potenti, nei porticcioli privati dei potenti, alle riunioni finanziarie dei potenti, nei club di golf dei potenti, ma se la pigliano sempre e soltanto col povero lavoratore, che col “potere da sovvertire” ha ben poco a che vedere?

Massimo Mazzucco