[img align=right]library/webbo.jpg[/img]Due notizie brevi, che possono dare un'idea dell'aria che tira a Washington in questi giorni. Con la mossa a sorpresa del presidente iraniano Ahmadinejad, che ha teso la mano al capo del governo iracheno al-Maliki, gli americani si sono trovati completamente spiazzati, e si sono resi conto di essere loro quelli che non c'entrano niente con gli affari di quella regione del mondo. Sarà un caso, ma proprio ieri il portavoce della Casa Bianca ha fatto sapere che l'incontro fra Busch e al-Maliki, previsto ad Amman per giovedì, forse slitterà a causa di improvvisi dubbi ... ... che l'amministrazione nutre nei riguardi delle sue capacità di "tenere a bada la violenza in Iraq". Naturalmente si sono già completamente dimenticati di essere stati loro a creare quella situazione incontenibile, e ora che loro stessi, dopo aver fallito, sono costretti all'umiliante ritiro, non trovano di meglio che dare la colpa al presidente del consiglio iracheno ha loro stessi hanno fatto eleggere. Siamo alla metafisica pura. Sul fronte interno, c'è stata ieri la tradizionale colazione alla Casa Bianca con la quale il presidente dà il benvenuto a tutti i neo-eletti senatori e deputati delle elezioni intermedie. Fra loro c'era anche il neo-senatore della Virginia Jim Webb, un ex-marine, ex-pugile ed ex-repubblicano che si è rifiutato di posare nella fotografia di gruppo accanto a Bush, che ha poi evitato di rivolgergli la parola durante l'intera cena. Ma sul finire della serata Bush ha voluto comunque approcciarlo, chiedendogli davanti ai giornalisti: "Come va suo figlio, senatore?" Webb, il cui figlio è attualmente a combattere in Iraq, gli ha risposto: "Vorremmo che tornassero tutti a casa, Signor Presidente" Bush allora ha insistito, dicendo: "Non è questo che le ho chiesto, Senatore. Volevo sapere come va suo figlio". "Queste sono cose private fra me e mio figlio, Signor Presidente", ha replicato Webb prima di andarsene. "C'era nell'aria l'agilità di un epilogo", recita lo splendido incipit di uno splendido romanzo di Carmelo Samonà, intitolato "Fratelli". Massimo Mazzucco