Sui media americani non si parla d'altro. Dall'oggi al domani, senza alcun preavviso e senza una dichiarazione formale, Trump ha annunciato che "è ora di ritirarsi dalla Siria". "Abbiamo sconfitto l'ISIS - ha detto il presidente - e quindi non abbiamo più motivo di restare in quel paese."

Le dichiarazioni di Trump hanno mandato su tutte le furie gli uomini del Pentagono, che evidentemente leggono la mossa come una chiara dichiarazione di sconfitta, visto che il loro scopo non era affatto quello di sconfiggere l'ISIS (che è in realtà una creazione dell'occidente) ma quello di rovesciare il governo di Assad. L'ISIS era soltanto il grimaldello architettato appositamente per avere la scusa di entrare militarmente in Siria.

Ma da quando la Russia è intervenuta nel conflitto, appoggiando il presidente siriano, è stato chiaro che rovesciare Assad sarebbe stato molto più difficile.

A Mosca però sono troppo saggi per abbandonarsi a festeggiamenti prematuri. Alcuni salutano positivamente la decisione di Trump, mentre altri temono che questa possa essere solo una mossa per permettere un plausible denial, ovvero una giustificazione plausibile per un colpo di coda da parte dei cosiddetti "ribelli moderati": in altre parole, finchè c'erano gli americani a controllarli, questi ribelli non potevano compiere azioni troppo scellerate - come ad esempio bombardare i siriani con un attacco chimico - senza che la responsabllità ricadesse sugli americani stessi. Ora invece, in assenza del controllo, questi potrebbero avere mano libera per compiere chissà quale strage contro i civili.

In ogni caso, la decisione di Trump va ad inserirsi nel quadro più vasto del disegno imperialista americano, e dimostra ancora una volta come l'attuale presidente non sia affatto asservito ai poteri forti, ma sia una mina vagante che gli stessi poteri forti cercano di tenere sotto controllo.

Nel frattempo il Pentagono ha un altro piccolo problemino da risolvere: al momento di fare i bilanci, risulta che manchino al saldo la bellezza di 21 trilioni di dollari (trillion dollars), di cui 6,5 per il solo anno fiscale 2015. Ventuno "trillion dollars" equivalgono a 21 milioni di milioni di dollari. Non si sa dove siano finiti.

Quando è l'ultima volta che avete "perso le tracce" di una cifretta del genere?

Massimo Mazzucco