In logica formale esiste una fallacia che si chiama "Post hoc ergo propter hoc", e accade quando si attribuisce erroneamente un evento Y ad una precedente causa X, capovolgendone spesso l'ordine causale.

Se io dico ad esempio "ogni volta che il gallo canta esce il sole, per cui è il gallo che fa uscire il sole", non solo ho stabilito una errata sequenza causa-effetto, ma ho anche capovolto la causalità, attribuendo al gallo che canta la responsabilità di far sorgere il sole, mentre è l'esatto contario. (Il gallo vede albeggiare, e quindi canta).

E' proprio questo l'errore che è stato commesso nella presentazione del rapporto di Reporters Sans Frontieres sulla libertà di stampa in Italia. Mentre ci dicono che "l’Italia ha guadagnato 25 posizioni, passando dal 77esimo del 2016 al 52esimo posto" nel mondo, ci avvisano anche che "Il livello di violenze contro i reporter è molto preoccupante, e alcuni politici - come il leader del M5s - non esitano a pubblicare l’identità di coloro che gli danno fastidio".

In altre parole, l'atteggiamento aggressivo di Grillo verso i giornalisti italiani sarebbe, secondo RSF, una "concausa" della mancata libertà di stampa nel nostro paese. In realtà è l'esatto contrario: Grillo denuncia proprio l'asservimento dei pennivendoli nostrani ai poteri forti, e nel fare questo cita nomi e cognomi. Ma non è lui la causa prima della scarsa libertà d'azione di questi giornalisti, lui è soltanto colui che l'ha denunciata.

Un classico caso di capovolgimento della catena causa-effetto, quindi. Una mastodontica fallacia logica, applicata spudoratamente al Movimento 5 Stelle. Involontaria, o assolutamente intenzionale e calcolata?

Massimo Mazzucco