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1 - La vittoria 5 stelle

La svolta "democristiana" e tranquillizzatrice dei 5 stelle - almeno in termini di numeri - ha pagato. Dopo aver fluttuato per un paio di anni fra il 26 e il 28%, alla campanella dell'ultimo giro i 5 stelle hanno allungato il passo, e sono arrivati a sfiorare il 32 per cento. E si capisce dall'espressione di Grillo e di Di Maio che di più non era umanamente possibile, nella situazione odierna. Oltre alla svolta tranquillizzatrice, ha contribuito certamente anche il fatto di aver presentato il potenziale governo prima delle elezioni: questa "chiarezza di intenti", contrapposta alla fumosità di alleanze poco chiare o addirittura trasversali, ha sicuramente convinto una parte degli indecisi ad appoggiare i 5 stelle.

Ora restano da vedere due cose: che questo successo non si trasformi nella classica vittoria di Pirro - nel senso che i 5 stelle non riescano comunque a formare governi di alcun tipo, restando condannati in eterno all'opposizione - e che l'aver tradito alcuni dei propri ideali fondanti non segni di fatto l'inizio di una "normalizzazione" che li porti veramente a diventare, entro poco tempo, "un partito come tutti gli altri". (Poco ce ne facciamo di un movimento che non voglia realmente affrontare di petto i principali problemi del paese, cioè mafia, clientelismo e corruzione).

2 - Vince la destra sul centro-destra

Il secondo dato di queste elezioni è il vistoso sorpasso della Lega a danno di Berlusconi. Chiaramente, il disagio e la paura provicati dall'immigrazione hanno prevalso su quel pallido concetto - ormai deteriorato - di liberismo economico promosso dalla cosiddetta destra moderata. Come ha detto la femen al seggio elettorale di ieri, "Berlusconi è scaduto".

3 - La devastazione a sinistra

Ma forse il dato più importante di tutti - per le conseguenze che avrà sul futuro del paese - è stata la clamorosa sconfitta del centro sinistra nel suo insieme. Non solo Renzi ha preso un poderoso cazzotto in mezzo alla fronte, ma anche i transfughi di LEU - che volevano riproporsi come "sinistra di governo" - sono stati bellamente ignorati dai loro stessi elettori. Per un partito che si era illuso di contare qualcosa, ritrovarsi con uno squallido 3% fra le mani significa praticamente aver sbagliato tutto.

Oggi quindi abbiamo la metà esatta dell'Italia (18+32) che ha votato o Lega o 5 Stelle. Sapranno questi due partiti interpretare il senso profondo di questo voto, o si fermeranno ciascuno a celebrare la propria vittoria individuale, dimenticandosi ancora una volta di fare qualcosa di utile per il nostro paese?

Massimo Mazzucco