L'altra sera a Bordernights ho criticato i 5 Stelle per la loro svolta atlantista, e più in generale per un atteggiamento fin troppo rassicurante verso i poteri forti. A quel punto Paolo Franceschetti e Fabio Frabetti - praticamente in coro - mi hanno detto: "Massimo, noi però te l'avevamo detto".

A questo punto è nata la discussione: che la svolta istituzionale dei 5 Stelle ci sia stata, nessuno lo mette in dubbio. La domanda è se questo fosse stato previsto sin dall'inizio (tesi di Franceschetti/Frabetti), oppure se i 5 stelle abbiano semplicemente dovuto cambiare rotta man mano che si avvicinavamo alle stanze del potere (mia tesi).

Secondo Franceschetti (e molti altri, anche qui su LC) l'operazione 5 Stelle è stata tutto un inganno intenzionale, fin dall'inizio: un'operazione eterodiretta, in altre parole, basata sull'illusione di un cambiamento epocale, il cui vero scopo era quello di convogliare masse di scontenti nell'ennesimo "annacquamento" politico che in realtà non avrebbe cambiato nulla per nessuno.

Io invece sostenevo che i 5 Stelle hanno semplicemente vissuto sulla loro pelle che cosa significhi passare dall'opposizione nuda e cruda ad un potenziale ruolo governativo e istituzionale: finchè sbraiti contro la NATO, ma sei all'opposizione, te lo lasciano fare, perchè tanto non puoi fare nessun danno. Ma nel momento in cui rischi di andare al governo - sostenevo io - ti avvicina qualcuno e ti mette una mano sulla spalla, dicendoti: "Guarda che se soltanto nomini l'uscita dalla NATO, domani mattina gli Stati Uniti ci tolgono questo e quell'altro finanziamento, ci bloccano questo e quest'altro fronte commerciale, ci danneggiano in questo e quest'altro modo."

E tu semplicemente ti rendi conto che è finito il tempo delle mele, e che ora devi iniziare ad avere a che fare con il mondo reale.

Secondo voi, quale delle due tesi è la più giusta?

Massimo Mazzucco