di Federico Giovannini

Ultimamente nel web e in tv un filosofo giovane e coraggioso ha fatto la parte del famoso bambino della favola puntando il dito e affermando che il re è nudo.

Effettivamente non ci voleva un filosofo per rendersi conto che oggi il partito democratico non è un partito di sinistra, che non è un partito che tutela i lavoratori, ma uno al servizio dell’economia mondialista e capitalista (turbo-capitalista come direbbe il filosofo).

Anche le persone comuni se ne sono accorte e i numeri parlano da soli. Il partito democratico perde continuamente punti e a guadagnarli sono indubbiamente i partiti così detti "populisti" (a prescindere se poi le promesse verranno più o meno disattese) come il movimento 5 stelle e la lega.

La grande massa degli sconfitti della globalizzazione (sempre per usare le parole del filosofo) si rendono conto che il PD non li rappresenta più e cercano delle alternative. Diego Fusaro ha l'indubbio merito di esporre in tv, alle grandi masse e in maniera cristallina e inoppugnabile quello che ormai è diventata questa ovvietà, una cosa sotto gli occhi di tutti, ma che pochi hanno il coraggio di dire chiaramente.

La legge Fornero prima e il Job Act dopo hanno fatto tramontare definitivamente le vestigia di quello che era il partito dei lavoratori: il partito comunista italiano.

Anche i sindacati storici (CGiL,CiSL e Uil) si stanno allineando a questa sconfitta dei poveri a favore dei ricchi e ormai in ogni accordo tra grandi compagnie e lavoratori non si vedono più i sindacati che tutelino realmente il lavoro e i lavoratori, che ormai per ottenere giustizia devono organizzarsi per conto loro con qualche avvocato privato.

Fin qui, potremmo dire, niente di nuovo sotto il sole, tuttavia c'è un particolare della vicenda che non è da sottovalutare e che anzi potrebbe essere il focus di tanti problemi politici: i patrimoni dei partiti.

Ammesso finalmente che il PD non è più il partito dei lavoratori e non li rappresenta più se non nella misura in cui cerca di fare finta di rappresentarli per tenersi dei voti e continuare l'opera sotterranea di disgregazione dei diritti dei lavoratori in nome di una maggiore competitività e mobilità, c'è da chiedersi perché mai le PROPRIETA' dell'ex partito comunista rimangano a disposizione del partito democratico o di altri non aventi diritto o il cui diritto è tutto da discutere.

Il movimento 5 stelle nel suo nascere aveva (e ha tutt'ora) problematiche molto pratiche legate a dove riunirsi, dove svolgere le attività politiche di confronto con le persone.

Tutto questo è stato "risolto" da Grillo & Co. affidandosi al web e al virtuale.

Questo problema non c'è mai stato per il partito democratico che ha ereditato parte delle sedi e degli immobili del PCI e di altri partiti che si sono trovati intestati immobili e proprietà varie a dirigenti di partito.

Non è un problema da poco perché tali strutture permettevano alle persone di riunirsi, di confrontarsi e di parlare, in due parole di "fare politica", che non può e non deve essere ridotta a rapporti esclusivamente virtuali tra le persone.

Ricordo bene che vicino alla mia abitazione c'era una sezione di partito in cui mio padre andava sovente per riunirsi con le persone, per parlare di problemi e trovare soluzioni, insomma per fare politica. Questa sede fisica è sopravvissuta al PCI e ora ha le insegne del PD e io mi chiedo che senso abbia.

C’è chi mi ha fatto notare che dal punto di vista legale è tutto a posto così anche se moralmente ed eticamente i lavoratori avrebbero piena ragione nel rivendicare la proprietà dell’eredità dell’ex PCI finita nelle mani di chi disattende oggi ampiamente e platealmente lo spirito con cui è nato quel partito.

Personalmente mi chiedo cosa significhi allora i vocaboli “vuoto legislativo” e da dove le leggi prendano spunto per essere create se non dalla moralità e dall’etica.

Oggi in sintesi ci troviamo con un immenso patrimonio (1) immobiliare e non in mano agli eredi dei vecchi partiti della prima repubblica ormai TUTTI morti e sepolti e ci si chiede che senso possa avere tutto ciò. Si parla spesso di costi della politica, e questo tesoro dato spesso in mano a PERSONE FISICHE (segretari di partito, “tesorieri”, ecc) di cui ne dispongono come meglio credono cosa è se non un costo per la collettività? Perché denari provenienti dalle persone per sovvenzionare un partito politico una volta che questo partito politico muore qualcuno se lo spartisce invece di tornare in qualche modo nella collettività?

Perché dovremmo permettere tutto questo?

La questione a parere dello scrivente è tutto fuorché risolta tanto che ci sono battaglie legali proprio per aggiudicarsi i tesori di questi partiti (2).

Perché movimenti o partiti ampiamente rappresentati dai voti dei cittadini devono ricominciare da capo a sovvenzionarsi e non beneficiare di questo immenso tesoro dei partiti della prima repubblica?

Non sono forse stati soldi devoluti per fare politica, o per un certo tipo di politica?

1. http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/930018/elenco-immobili-di-bersani-ne-ha-per-un-miliardo-di-euro.html
2. http://www.corriere.it/politica/17_febbraio_05/rischio-scissione-pd-si-muove-causa-riavere-tesoro-ex-pci-acab2ff4-eb19-11e6-ad6d-d4b358125f7a.shtml