Qualunque cosa si pensi della democrazia, di Mark Twain o del processo elettorale, una cosa sulla attuale situazione politica italiana possiamo già affermarla con certezza: l'esperienza Salvini-Di Maio ha cambiato per sempre le regole del gioco, e lo ha fatto in modo radicale. Da qui non torneremo mai più indietro.

Mi spiego meglio. Per la prima volta nella storia italiana è accaduto che due forze politiche si mettessero d'accordo, con un confronto pubblico, su un programma comune di governo. Sembra una stupidaggine, ma in questi termini non era mai successo prima.

Questo permetterà agli italiani, nel giorno in cui si tornasse alle urne, di valutare con precisione quali e quanti fra gli impegni governativi siano stati mantenuti e quali no. E visto che tutto si svolge alla luce del sole, potremo anche valutare i motivi reali per cui certe cose magari non saranno state fatte: potremo cioè giudicare se il mancato raggiungimento di certi obiettivi sia da imputare ad ostacoli effettivi che si sono posti sul percorso del governo, oppure più semplicemente ad una banale mancanza di volontà di realizzarli da parte del medesimo.

È in questo senso che dico che non potremo mai più tornare indietro: dal momento in cui gli italiani potranno confrontare i risultati raggiunti con un effettivo programma di governo, messo nero su bianco all'inizio della legislatura, avranno uno strumento preciso per giudicare i partiti politici al momento di affidargli un nuovo mandato.

In altre parole, non sarà più possibile per i partiti politici presentarsi alle elezioni - ed in seguito ad eventuali alleanze - con discorsi fumosi e generici, e slogan preconfezionati.

Naturalmente, il fatto di essersi assunti un impegno così gravoso dal punto di vista programmatico (flat-tax, reddito di cittadinanza, abolizione Fornero, ecc. ecc.) rischia di costare molto caro ai due partiti che in questo momento si accingono ad andare al governo.

Ma è anche vero che la stessa trasparenza che i due partiti hanno mostrato nella dichiarazione di intenti servirà poi a noi cittadini per valutare quali ostacoli effettivi abbiano trovato sul percorso, e quali eventualmente siano invece riusciti a superare.

Insomma, un percorso difficile sì, ma alla luce del sole.

E forse è questo il motivo per il grande panico che serpeggia in queste ore tra le fila degli sconfitti: sia i piddini e gli uomini di Berlusconi, infatti, stanno scaricando pubblicamente barili di fiele ad ogni occasione che gli si presenta. Sembra persino eccessivo, ma ogni volta che aprono bocca rivelano una rabbia, un senso di frustrazione e di impotenza, che vanno ben oltre al fatto di aver perso le elezioni. Ciò che gli sconfitti stanno iniziando a capire, infatti, è che non hanno perso soltanto le elezioni, ma hanno perso anche per sempre l'opportunità di fare politica in modo ambiguo e fumoso.

E di questo, in futuro, non potremo che ringraziare Salvini e Di Maio, indipendentemente da come andrà a finire la loro avventura governativa.

Massimo Mazzucco