Sono tre giorni che discutiamo di tiranti, di campate e di video mancanti, ma nel frattempo è passato completamente in secondo piano l'aspetto politico della vicenda del ponte.

Subito dopo la tragedia, infatti, è accaduto un fatto inaspettato: il governo compatto (Salvini, Conte e Di Maio) ha dichiarato di voler revocare al più presto la concessione privata delle autostrade, "senza aspettare i tempi della giustizia". Il ragionamento del governo era semplice: non importa se sia stato uno strallo piuttosto che una campata a cedere per primo, questo lo scopriremo in seguito. Ma il ponte era comuqnue sotto la vostra responsabilità, voi non ne avete garantito la sicurezza, per cui intanto vi togliamo la gestione.

Nel momento stesso in cui ha fatto questa dichiarazione, il governo ha scoperchiato un vaso di pandora che forse nemmeno si immaginava, nel senso che ha posto sul tavolo il problema stesso delle privatizzzioni selvagge che i governi dello scorso ventennio hanno concesso ai grandi gruppi finanziari.

Il senso e la portata di questa dichiarazione sono stati colti con chiarezza dalla popolazione, che ha accolto con grandi applausi l'arrivo di Salvini e Di Maio alla cerimonia funebre di sabato scorso. Nel contempo, i rappresentanti del PD sono stati sonoramente fischiati, come a voler rimarcare una grossa differenza fra i governi passati e quello attuale.

Salvini e Di Maio, quegli applausi sono gli applausi della maggioranza degli italiani che vi ha votato. Non fatevi impaurire dai poteri occulti, dai poteri finanziari, dalle lobbies internazionali. Tenete duro e andate avanti per la vostra strada. Ora avete l'appoggio del 60% della popolazione. Non sprecatelo, perchè una situazione favorevole come questa potrebbe anche non ripresentarsi mai più.

Massimo Mazzucco