Dopo la clamorosa sconfitta dei 5 stelle, inizia la caccia al colpevole. C'è chi dice che il sud non è tornato a votare in massa, "perchè ormai il reddito di cittadinanza l'abbiamo avuto". C'è chi dice che i 5 Stelle hanno pagato il tradimento sui vaccini, poichè la fetta di elettorato free-vax sarebbe molto più grossa di quello che si immagina. C'è chi dice che i 5 Stelle hanno pagato i vari voltafaccia, sulla TAP, sugli F-35, sull'uscita dall'Euro ecc.

Ma nessuna di queste motivazioni può spiegare un crollo così verticale del supporto elettorale nell'arco di un solo anno. Non dimentichiamo infatti che il 4 marzo 2018 ben 9 milioni di italiani avevano votato cinque stelle, mentre oggi, ad un solo anno di distanza, quella cifra si è praticamente dimezzata. Nessun elemento singolo può giustificare una debacle così clamorosa.

In realtà non è possibile capire il tonfo dei 5 Stelle se non si tiene in considerazione il motivo originale per cui avevano avuto successo in primo luogo.

I 5 Stelle infatti non si erano presentati come una forza politica, ma con una forza morale. Di fronte ad un mondo trasversale fatto di corruzione, di inciuci, e di schiene che si piegano docilmente al potere delle lobbies, era comparso dal nulla un movimento di persone che metteva al primo posto i principi più alti, la centralità dell'individuo e la dirittura morale.

I 5 Stelle promettevano di cambiare l'Italia non perchè promettessero soluzioni specifiche, ma perché loro erano diversi. Non promettevano di cambiarla semplicemente perché avrebbero comprato meno F-35, perché avrebbero bloccato le inutili grandi opere, o perché ci avrebbero portato fuori dall'euro, ma promettevano di cambiarla perché tutte queste cose erano figlie dei sani principi morali che loro rappresentavano.

Quando nove milioni di italiani li hanno scelti, hanno scelto una politica fatta di sani principi morali, prima ancora che una politica fatta di scelte singole. Ci si aspettava che da questi principi morali scaturissero delle decisioni che sarebbero sempre state riconducibili a ciò che è giusto, ciò che è sano, ciò che è superiore.

In altre parole, i 5 Stelle hanno promesso l'impossibile. Perché è impossibile, in un mondo di corruzione, arrivare con la lancia in resta e mettere fine a questa corruzione. Una cosa è gridare "onestà", ben altra è applicare questa onestà una volta che si è scesi in campo. Perchè l'onestà non è solo quella di chi non ruba, ma è anche - e prima di tutto - onestà intellettuale. Onestà rispetto a ciò che sei, rispetto alle tue idee e ai tuoi principi.

Quando ti trovi a combattere faccia a faccia con il drago nero ti ci devi avvicinare, e avvicinandoti inevitabilmente resterai ferito. E man mano che accumuli ferite cominci ad evitare le sue mosse, cominci a cercare un nascondiglio, cominci a indietreggiare. Cominci a esitare. E ogni volta che indietreggi, dimostri ai tuoi sostenitori di non essere in grado di fare quello che avresti voluto.

Non c'è bisogno di essere in malafede per andare incontro a queste piccole sconfitte quotidiane. È sufficiente confrontarsi fisicamente con il drago nero, partendo dal presupposto sbagliato di poterlo sconfiggere con un colpo secco al cuore, mantenendo intatta la tua onestà morale.

E il pubblico che viene a vedere lo spettacolo non è mai un pubblico riconoscente. Nel momento in cui vede che indietreggi, ti volta lui stesso la faccia e di te non vuole più sentir parlare.

L'errore dei 5 Stelle è stato molto semplice: promettere l'impossibile.

Nel momento stesso in cui hanno detto "apriremo il Parlamento come una scatola di tonno" hanno segnato il loro destino. Nulla in questo mondo si apre "come una scatola di tonno". L'unico modo di procedere, nel mondo complicato di oggi, è quello di tenere i tuoi principi morali come unica stella polare, anche a costo di dover tornare all'opposizione. Allora sì che la base li avrebbe sostenuti comunque.

Ma nel momento in cui rinunci a tuoi principi morali, perchè vuoi restare al governo a tutti i costi, hai già perso la tua partita.

Massimo Mazzucco