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Vaxxed, la prima europea del film sui vaccini messo alla berlina (di Claudio Messora)

Il 4 ottobre 2016, Bartolomeo Pepe (senatore ex Movimento 5 Stelle), doveva presentare “Vaxxed – from cover up to catastrophe“, il film documentario di Andrew Wakefield sulla discussa relazione tra la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia e l’autismo. Il luogo prescelto doveva essere la sala Santa Maria in Aquiro del Senato italiano, che era stata correttamente prenotata. Il comunicato ufficiale recitava “durante questo incontro, aperto principalmente al mondo dell’informazione, nonché della politica e della scienza sarà possibile, dopo l’anteprima del film, dar corpo a un confronto rivolgendo domande dirette a Andrew Wakefield, che sarà presente via streaming, ed anche al produttore Francesca Alesse che sarà presente in sala e che agirà anche come moderatore e traduttore del regista“. E proseguiva: “la conferenza aprirà le porte alla conoscenza di una storia piena di grandi ombre che la sanità americana avrebbe ordito e del complotto svelato dal dottor Thompson sui dati nascosti dal CDC (Center for Desease Control and Prevention) al fine di camuffare e insabbiare i dati sul contestatissimo vaccino MMR, legato all’incidenza di aumento dei casi di autismo nei bambini“.

Quelli che si sono stracciati le vesti

L’uso della sala Santa Maria in Aquiro è nella libera disponibilità dei senatori, ma dopo l’ondata di proteste la prenotazione è stata annullata. Emilia De Biasi, presidente Pd della Commissione Senato, ha dichiarato “Salute sì, ciarlatani no“. È stata poi la volta della vicepresidente PD Giuseppina Maturani, che ha fatto eco: “Trovo grave e sbagliato che il Senato abbia ospiti quella proiezione. Si tratta di una iniziativa personale di un senatore che è abituato a simili discutibili performances. Spiace e rammarica che una di queste si svolga in Senato, dove quotidianamente ci impegniamo in commissione sanità e in aula per tutelare la salute dei cittadini anche da pericolosi populismi antiscientifici“. Pierluigi Martini, presidente dell’Associazione Chirurgi Ospedalieri Italiani, ha aggiunto: “È grave e pericolosa la divulgazione, per di più in una sede istituzionale, di un film palesemente antiscientifico che cavalca teorie supportate da dati fraudolenti per le quali l’autore è stato radiato dall’ordine dei medici“. Beatrice Lorenzin, il Ministro della Salute, rincara la dose: la mia è “una posizione di estrema contrarietà, così come c’è l’indignazione di tutta la comunità scientifica nazionale e internazionale intorno a ciò che è propagandato da questo documentario. Quando l’antiscelta ha lo stesso diritto di tribuna della scienza, non è un tema di democrazia ma di disinformazione“. E non fa mancare il suo commento anche ll comitato tecnico scientifico dell’Istituto superiore di Sanità, il quale esprime “sconcerto e indignazione per l’iniziativa“. L’iniziativa del Senatore Pepe, spiegano, “è tanto più grave se si pensa al calo di oltre il 5% delle coperture vaccinali che si è verificato recentemente e che ha portato il nostro Paese sotto la soglia di sicurezza“. Ed è proprio, guardacaso, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità che, insieme al famigerato Cicap, avversa nella stessa sala un convegno sulle medicine alternative.

Libertà di pensiero?

Il Senato aveva dapprima replicato che “gli uffici non possono esercitare controlli di merito o di opportunità sui contenuti dei dibattiti o sulle opinioni degli oratori, salvo motivi di ordine pubblico o di violazione della legge penale“. Ad un tratto però la garanzia costituzionale della libertà di parola si perde per strada.

Il presidente del Senato Pietro Grasso, che già non aveva concesso l’interrogazione parlamentare sulle dichiarazioni di Maria Elena Boschi, evidentemente pressato dalla comunità scientifica, telefona al presidente del gruppo Grandi Autonomie Locali (Gal, di cui fa parte Bartolomeo Pepe) e gli dice che la presentazione del film Vaxxed “non s’ha da fare”. Altrimenti? Plausibilmente, fioccheranno le denunce. Il Presidente di Gal abbozza, e chiede allo staff di Pepe di rinunciare all’utilizzo della sala Santa Maria in Aquiro.

Questa la risposta di Bartolomeo Pepe e del suo staff, da me sentito nel merito:

Non essendo interessati alla polemica ma alla discussione cediamo al gentile invito di portare il tema al di fuori dalle sedi istituzionali, ma non rinunciamo ad affrontarlo, convinti che la politica debba dare voce alle istanze dei cittadini e anche alle loro perplessità. Politica che, invece, tende a distrarsi quando i temi sono lontani dal proprio interesse. Per questo, dopo avere a lungo chiesto un confronto istituzionale, in assenza di una qualunque risposta siamo stati obbligati alla proiezione di un film di denuncia certamente “forte”, ma non altrettanto “forte” rispetto alle reazioni suscitate che ci hanno costretto a cambiare il luogo della proiezione – in anteprima europea – e del dibattito. Dibattito che, ripeto, terremo ugualmente“.

Personalmente, non riesco a comprendere di cosa abbiano paura la politica e la comunità scientifica, atteso che il contenuto del film, come viene sostenuto, è così incontestabilmente lontano dalla verità dei fatti. La risposta alla richiesta di dibattito non può essere la censura, ma la partecipazione.

Claudio Messora (Fonte Byoblu)