Ora che Salvini e Di Maio hanno lanciato pubblicamente la discussione sui rifiuti (inceneritori vs. riciclaggio), i media mainstream si stanno dando un gran da fare per propagandare la prima soluzione rispetto alla seconda. Tutte le testate più importanti oggi hanno passato la notizia del nuovo termovalorizzatore di Copenhagen, sul cui tetto addirittura ci sarà una pista di sci. Si va quindi ad aggiungere un'idea di purezza della natura a quello che già viene propagandato come metodo efficiente e pulito per liberarsi dei rifiuti. Al riguardo l'Ansa scrive: "Secondo le autorità locali dalla sua ciminiera esce solo vapore acqueo. I filtri trattengono tutte le polveri e i fumi."
A questo punto si pone una domanda: se fosse vero che questi impianti di trasformazione non inquinano minimamente, mentre producono addirittura un surplus energetico (e quindi un vantaggio economico), perchè davvero non farne uno in ogni provincia d'Italia?
di Marcello Pamio
Sarà una delle rivoluzioni tecnologiche più imponenti del nostro tempo e avrà effetti e ripercussioni sulla vita e sulla salute di miliardi di persone.
Mi riferisco al “5G”: la nuovissima generazione di trasmissioni dati, che permetterà di connettere ad altissima velocità miliardi di dispositivi che oggi sono semplici elettrodomestici “passivi”.
A breve gli oggetti dentro e fuori casa si trasformeranno in “esseri attivi”: frigoriferi, tivù, radio, forni, perfino abiti e qualsiasi oggetto elettronico o meno.
Secondo le previsioni, oltre 20 miliardi di dispositivi saranno interconnessi con la Rete entro il 2020. Attualmente sarebbero “solo” più o meno 6 miliardi.
Più di 1000 auto, custodite in un parcheggio a cielo aperto di Savona, sono andate a fuoco durante il temporale che ha investito la Liguria nei giorni scorsi. Il video che le ritrae è allucinante, surreale. Sembra di vedere un parcheggio di auto in miniatura che è stato incenerito con un lanciafiamme.
La cosa curiosa è che tutto ciò sarebbe avvenuto, secondo le spiegazioni più accreditate, per una serie di cortocircuiti causati dalle batterie delle Maserati, che a quanto pare hanno delle batterie particolari, capaci di produrre scariche elettriche molto più potenti di quelle normali. Ma davvero questo è sufficiente a spiegare quello che è accaduto?
Nei giorni scorsi Claudio Messora ha denunciato il grave problema dell'inquinamento dovuto ai roghi dei depositi illegali di rifiuti tossici.
Quello dell'inquinamento del territorio italiano è un problema di fondamentale importanza, sul quale è necessario al più presto accendere i riflettori del mainstream.
La fotografa Silvia Tenenti ha viaggiato attraverso l'Italia, raccogliendo le testimonianze di alcune delle persone che vivono nelle zone più inquinate del paese (fra cui la zona di Taranto, di Casale Monferrato, e quella del vicentino), le cui patologie sono collegate al forte inquinamento ambientale.
Le Terre dei Fuochi - di Silvia Tenenti - CHIEDI ALLE VITTIME
Chiedi a loro e ti risponderanno che siamo tutti coinvolti. Non solo gli avvelenatori noti e quelli che smaltiscono i rifiuti tossici. Anche chi tace, chi si volta per non vedere, chi teme di perdere il lavoro, chi non è sicuro, chi si vergogna della propria malattia è complice. E lo ammette. Siamo abituati a vedere sui giornali e alla televisione le immagini dei siti compromessi dall'inquinamento. In questo lavoro i soggetti sono le persone colpite dai danni delle attività inquinanti che in alcuni casi perdurano da decenni.
Commenti aperti sul crollo del ponte di Genova.
In occasione dei risultati della "commissione uranio", che ha "riconosciuto la responsabilità dell'uranio impoverito nella generazione di nanoparticelle e micropolveri, capaci di indurre i tumori che hanno colpito anche i nostri militari inviati ad operare in zone in cui era stato fatto un uso massiccio di proiettili all'uranio", ripubblichiamo questo articolo del nostro amico Franco Caddeo, scomparso nel 2009. Perchè non sono solo i militari a morire per l'uranio impoverito. (Questo articolo è quello che ha avuto più letture di tutti - oltre 100.000 - nella storia di luogocomune).
Festeggiare la propria e l'altrui morte
Ho visto bambini con la testa triangolare, segregati nella casa dei propri cari. Ho parlato con Madri che hanno perso i propri figli, soprattutto per leucemie o patologie similari. Ho “sentito” la paura tramutata in diffidenza anche verso i propri conterranei, causata da vigliacche “pressioni”. Non ero giovane allora, parlo di 20 giorni fa.
Le servitù militari in Sardegna sono, tra tutti i problemi che l’Isola contiene, i più violenti ed umilianti per il Popolo Sardo. Almeno per quella parte che merita di identificarsi in questa definizione.
di Leandro Gallo
L’Italia è uno dei pochi paese occidentali che si è opposto più volte alla produzione energetica da fonte nucleare. Con un certo orgoglio la cittadinanza ha votato espressamente e bandito dal territorio nazionale le centrali destinate alla produzione energetica da fonti nucleari.
La questione si potrebbe dire conclusa se non fosse che alla luce di nuove rivelazioni, la necessità di riaprire un dibattito è diventata di estrema importanza.
Il nucleare sul quale si è sempre discusso riguarda quello basato sul processo di lavorazione dell’elemento della tavola periodica 92, l’Uranio, per esattezza l’isotopo 235 presente in natura circa allo 0,7% del totale. Come ben noto, le problematiche che riguardano la gestione di questa risorsa naturale sono di difficile soluzione. Tra le più gravi, la questione delle notevoli quantità di scorie radioattive, generate inevitabilmente nel ciclo produttivo per la produzione energetica nelle centrali nucleari.
Si stima che la radioattività di queste scorie permanga per un periodo di circa centomila anni, il che rende lo stoccaggio un problema arduo se non impossibile da risolvere in via definitiva.
Riproponiamo questo documentario di RSI, che è stato tolto più volte da youtube "per violazione di copyright", e viene ogni volta ricaricato per renderlo disponibile al pubblico.
NOTA: nella prima parte il documentario è abbastanza pedante, e spesso il linguaggio scade a livello della trasmissione "Mistero". Nonostante questo nella seconda parte - quando si inizia a parlare di Majorana - ci sono diverse testimonianze interessanti, da parte di persone coinvolte direttamente nei fatti. Di certo il documentario contribuisce a gettare nuova luce sulla misteriosa scomparsa del fisico italiano, avvenuta nel 1938.
Non sono tempi facili per Monsanto, almeno sul piano dell’immagine pubblica. A inguaiare la multinazionale dell’agrochimica non c’è solo la catena di scandali legata agli studi scientifici “aggiustati” (a monte di quelli di cui vi avevamo dato notizia la settimana scorsa c’è tutta la vicenda dei Monsanto Papers, una serie di mail, rapporti e conversazioni telefoniche desecretate dalla corte federale di San Francisco che Internazionale ha pubblicato in italiano sul numero di giugno: i documenti originali sono online sul sito U.S. Right to Know).
E nemmeno lo stop (momentaneo) dell’Unione Europea alla prevista fusione da 66 miliardi di euro con Bayer, sulla quale la Commissione Europea ha fatto sapere martedì scorso di aver avviato un’indagine che si concluderà il prossimo 8 gennaio.
Parliamo invece dei problemi che stanno emergendo negli Stati Uniti dove 17 Stati hanno avviato indagini in seguito ai gravi danni riportati dalle coltivazioni agricole su oltre 2,5 milioni di acri di terreno (corrispondenti a circa 1 milione di ettari).
E' vero che quando qualcuno si presenta parlando "in nome della scienza" nasce immediato il sospetto di una fallacia ad autoritatem, o meglio di una forzatura da parte di chi voglia imporre a tutti i costi una certa linea di pensiero, facendosi scudo appunto con "la scienza". (La recente esperienza dei vaccini è stata esemplare in questo senso).
Ed è questo sicuramente anche il caso dello scoop del New York Times, che ha anticipatamente reso pubblico un rapporto governativo sui cambiamenti climatici, la cui data ufficiale di pubblicazione era prevista per il 2018. Anzi, la giustificazione del NYT per questa pubblicazione anticipata è stata proprio "per evitare che gli uomini di Trump modifichino, taglino o sopprimano del tutto le informazioni scientifiche contenuto nel rapporto".
Il quale - se fosse necessario dirlo - stabilisce "oltre ogni ragionevole dubbio la componente umana nel fenomeno del riscaldamento globale".
Quello che preoccupa nell'attuale situazione di siccità non è tanto il momento di emergenza, quanto il fatto che il ministro dell'ambiente abbia dichiarato che da quest'anno in poi una situazione del genere si ripresenterà puntualmente ogni anno.
"I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti - ha detto Galletti - Se giorni di caldo e siccità come questi una volta si verificavano ogni quindici anni, da adesso in poi si manifesteranno ogni estate."
Siamo quindi di fronte ad un cambiamento climatico costante ed apparentemente irreversibile, almeno nel periodo medio-breve, che dovrebbe andare ad affliggerci in maniera sistematica per i prossimi anni.