di Lorenzo Piazza

"Qual è il prezzo delle bugie? Non che le confondiamo con la verità. Il vero pericolo è che abbiamo ascoltato tante di quelle bugie da non riconoscere più la verità. Cosa fare allora? Non resta che abbandonare anche solo l'idea della verità e accontentarci delle storie. In queste storie non importa chi siano gli eroi. Quello che vogliamo sapere è a chi dare la colpa".

Con queste parole di Valerij Legasov inizia la serie, anzi la mini-serie, Chernobyl, coprodotta da HBO e Sky Atlantic e trasmessa in lingua originale dal 06 maggio al 03 giugno 2019.

Personalmente ero venuto a conoscenza dell'arrivo imminente di questo docudrama alcuni mesi fa, proprio mentre stavo scrivendo la ricerca "Chernobyl – 33 anni di bugie", pubblicata di recente da luogocomune.

Rimasi dunque vigile in attesa di poter valutare come sarebbe stata presentata la tragedia. Ammetto che, in base alla mia esperienza di serie tv, non mi aspettavo dei risultati eccelsi. Ho infatti riscontrato in numerosi casi l'incapacità degli autori nel sostenere un intreccio fedele e coerente alla caratterizzazione dei personaggi, cosa che, quasi inevitabilmente, si verifica quando il prodotto è sul viale del tramonto: cito a titolo esemplificativo le ultime stagioni di Lost, Prison Break, Dexter, The Walking Dead, e l'ultimo scempio in ordine cronologico, Il Trono di Spade. "Chernobyl" invece, salvo ripensamenti dovuti al profitto, consta di sole 5 puntate e si basa su un fatto storico su cui sono stati scritti ettolitri di inchiostro e sono già stati girati chilometri di pellicola in documentari.

Ma avendo già analizzato con dovizia di particolari la narrativa ufficiale sul disastro di Chernobyl, che nella migliore delle ipotesi esprime una sintesi tra errori degli operatori e carenze tecniche dell'impianto, ritenevo di poter supporre che gli autori sarebbero andati in tale direzione. Senza dimenticare i dubbi che è lecito nutrire sulle rappresentazioni di fatti storici o biografici, vidi la prima puntata in lingua originale coi sottotitoli in italiano e rimasi basito. Non tanto da quanto mostrato sullo schermo, in linea con le mie aspettative, ma soprattutto da quanto lessi dopo. Ma andiamo con ordine.

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