di Rickard

C’è una lezione molto importante da apprendere, dalla recente elezione di Donald Trump allo scranno presidenziale statunitense. Una lezione che prescinde dal cosa farà o non farà, dalle reazioni che il “sistema” avrà nei confronti di questo personaggio, ecc.

La lezione, espressa in sintesi, è questa: ce l’ha fatta.

“Grazie tante”, direte voi. "Bella ovvietà", penserete. Eppure, ripetiamolo, e lasciamo attecchire il senso profondo di questa affermazione: ce l’ha fatta.

Un uomo solo, con letteralmente tutti i media, personalità politiche e dello spettacolo, e in generale ogni particella del sistema contro, ha giocato la sua partita, e l’ha vinta. La cosa più importante è proprio questa, prima ancora del come abbia fatto, o del perché. Il punto è che è stato possibile.

Ma allora cosa? I media e la propaganda non hanno più potere? Certo che no. La propaganda, esplicata dai media e dal potere, è un potente mezzo di manipolazione delle masse, ma stavolta non è stato sufficiente. Certamente, il momento storico ha reso possibile tale risultato (8 anni fa un Trump non avrebbe mai vinto), ma resta l’aspetto apparentemente “impossibile” di un uomo che, con tutto il sistema dichiaratamente contro, è riuscito a vincere. [...]

La risposta è di una semplicità quasi disarmante: basta la volontà di una singola persona, certamente dotata dei mezzi e delle capacità necessarie, per invertire qualunque tabella di marcia. Tutto il sistema era per Hillary Clinton, l’incarnazione dell’establishment, eppure il buffone arancione, con le sue sparate e le sue bizzarrie, ha vinto.

È a questo punto che molte persone, stordite dalla portata di tale rivelazione, cercano di “negare” la realtà, rifugiandosi in un racconto in cui “anche questa” non è che l’ennesima espressione del tanto odiato “sistema”. In realtà, era già tutto deciso - dicono costoro. In realtà, i candidati sono completamente intercambiabili, dal punto di vista del potere, e così via.

Insomma, ci sono persone che dicono che “non vale”, perché la loro personale visione e narrazione della realtà è stata messa in discussione da questo personaggio, biondo oltre ogni limite di legge, che ha vinto malgrado tutto.

Oggettivamente, la mera osservazione della realtà basta a smentire questa reazione di “rigetto”: il volume di fuoco che Trump ha subito contro di sé, l’estremo impegno economico e propagandistico profuso dal sistema a favore di Hillary, e mille altri (piuttosto evidenti) dettagli che dimostrano quanto il tanto amato “sistema” non ritenesse affatto intercambiabili i due candidati.

Intendiamoci, io non sto qui a dire che Trump farà questo o quello, che otterrà chissà quali risultati, o cosa avverrà o non avverrà sotto la sua presidenza. Io mi limito ad osservare la semplice ed ovvia verità (forse talmente tanto da sfuggire) che è possibile per una singola persona vincere contro il banco, al tavolo da gioco più difficile di tutti.

Dove sono, i “poteri forti” che tutto controllano? E anche qui, a scanso di equivoci, io non sostengo minimamente che tali poteri non esistano; semplicemente non sono onnipotenti. Spesso, chi pensa che sia "già tutto deciso" aderisce ad una visione della realtà per la quale ogni avvenimento importante è per definizione determinato da una precisa volontà del potere, ineluttabile ed onnipotente. È questa la trappola mentale di cui parlo, e che voglio stigmatizzare.

Il potere, per quanto potente, non è onnipotente, ed anche una sola persona può vincere la sua partita, senza che questo sia “previsto” o determinato da una volontà precisa.

Non è che tutto ciò che succede fosse “previsto” o “voluto”, altrimenti non sarebbe successo. Non è che “se ha vinto, è perché è voluto dal sistema”. Il sistema c’è, ma non è onnipotente, perché non è una entità astratta, come fosse una divinità dotata dei suoi misteriosi scopi. Il sistema è un insieme di persone che detengono potere, e che hanno i loro piani; ma sono persone che possono sbagliarsi, che hanno i propri limiti, e che devono andare al gabinetto come tutti gli altri.

Anche in Italia spesso ci scontriamo con questa forma mentis, che vuole negare ogni cambiamento, ascrivendolo alla volontà del “potere”. Vince il M5S? È perché lo vuole il “sistema”. Perde il M5S? E ti pareva che lo facessero vincere? Insomma, una lose-lose situation. E, anche qui, non è importante cosa farà o non farà il M5S, o se sarà in grado di governare o altro; ma il fatto che esista un regno del possibile, che sfugge al controllo del potere, che esiste senza essere assoluto.

Ricordiamoci sempre che è proprio il tanto odiato potere a volersi far ritenere onnipotente, in modo da scoraggiare ogni possibile spinta che porti alla nascita di nuovi poteri, nuove realtà in grado di sostituire quella dominante.

Ma, in realtà, si può fare. In effetti, Yes We Can, anche in barba a loro.