Il caso lo conosciamo tutti. Durante il suo programma di sabato scorso Paola Perego ha elencato i presunti pregi - agli occhi maschili ovviamente - delle donne dell'est. Fra questi pregi vi era il fatto che "sono sempre sexy", che "perdonano il tradimento" e che "sono disposte lasciar comandare il proprio uomo".

Apriti cielo! Dopo essere passata dalla camera di risonanza dei social, la trasmissione è stata bollata come "sessista" e "razzista", e a questo punto è scattata la macchina del politically correct, che ha impegnato direttamente i vertici della RAI. La presidente Monica Maggioni si è detta sconcertata, "come giornalista e come donna", e il direttore Campo Dall'Orto ha pensato bene di cancellare addirittura la trasmissione della Perego, mentre tutta la stampa sinistroide dava voce allo sdegno nazionale.

Ma in fondo, se si va bene a guardare, quale è stato il "peccato mortale" della Perego?

Quello di promuovere attivamente una ideologia sessista, oppure semplicemente quello di renderne nota l'esistenza?

Se andiamo a vedere lo spezzone della trasmissione messo in rete dal Corriere, vedremo che (al minuto 2:04) il segmento incriminato è stato tagliato, e che la frase della Perego inizia dicendo "meglio la donna dell'est perchè ecc. ecc." Sembra quindi che la Perego stia elencando le famose "qualità" delle donne dell'est come se fossero un dato di fatto, accettato e comprovato.

Se invece si guarda lo spezzone integrale si scopre che la Perego, subito prima di iniziare l'elenco, ha detto: "Io su internet ho trovato un articolo che elenca i motivi per cui una donna dell'est è meglio di una donna italiana. Certo, per alcuni. Ditemi se siete d'accordo."

In altre parole, ha semplicemente proposto una teoria che di fatto esiste nella società, per sottoporla ad una eventuale discussione.

Ma è qui che scatta l'horror vacui del politically correct: certe verità scomode, come appunto l'esistenza di questa teoria sessista, non si possono dichiarare, e quindi si dà addosso al messaggero pur di non doversi confrontare con il messaggio.

Il politically correct è semplicemente un meccanismo ipocrita della nostra società, che preferisce cambiare il nome alle cose (l'handycappato diventa "diversamente abile", il negro diventa "afro-americano", ecc.) , oppure che preferisce seppellire un problema sotto una valanga di finto sdegno invece di affrontarlo a viso aperto.

Massimo Mazzucco