Perdonatemi, ma non ho nessuna voglia di scrivere il solito "riassuntone" di fine anno, dove si cerca di fare una sintesi forzata di tutto quello che è successo negli ultimi 12 mesi.

Anche perchè finirei per parlare solo di cose spiacevoli. Dovrei parlare di Donald Trump, e di come questo personaggio si sia rivelato solo un triste burattino, gestito a piacimento dagli stessi poteri forti che diceva di voler combattere. Oppure dovrei parlare della legge sui vaccini, e di come un'intera nazione si sia fatta prendere in giro da un ministro raccontabugie, e dalla marmaglia di giornalisti appecorati che hanno fatto di tutto per assecondare al meglio la disseminazione di queste bugie. Non ce la faccio. Sappiamo già tutto.

Mi piacerebbe invece guardare per un attimo più dall'alto questa umanità che soffre e si dimena nelle proprie contraddizioni.

Scelgo quindi di raccontarvi una favoletta, lasciando a ciascuno di trarne le conclusioni che preferisce. [...]

L'ho intitolata "Frattalità":

Una formica andava a passeggio per un prato. Mentre camminava allegra in mezzo alle foglie, pensava al suo formicaio, al quale avrebbe voluto apportare qualche modifica. Una pagliuzza in più vicino all'uscita, magari due o tre trucioli di legno da aggiungere nel fondo della buca, così, tanto per rendere più confortevole la sua abitazione. La formica viveva così, serena, attenta alla cura dei suoi fatti quotidiani.

Poi un giorno la formica incontrò un cane. Il cane la guardò dall'alto in basso e le disse: "Poverina, quanta pena mi fai. Sei così piccola, fragile e indifesa. Il tuo mondo è così limitato. Conosci solo il terreno da qui al fiume, per te il mondo arriva solo fino al bordo del boschetto. Io invece posso correre per i prati, salire le montagne, attraversare il fiume a nuoto. Conosco terre che tu nemmeno puoi immaginare. Tu pensi che il tuo buco nel terreno sia tutto ciò che esiste, mentre io potrei spazzarlo via con una sola zampata, e l'universo nemmeno se ne accorgerebbe."

La formica ci rimase male, perchè aveva capito che l'universo era qualcosa che le sfuggiva, qualcosa di troppo grande per lei da comprendere.

Poi un giorno il cane incontrò un uomo. L'uomo lo guardò dall'alto in basso e gli disse: "Poverino, mi fai proprio pena. Sei convinto di aver capito tutto, ma il tuo mondo è così limitato. Mentre tu puoi al massimo scalare una montagna, nell'arco di una giornata, io nello stesso tempo posso attraversare interi continenti. Mentre tu sei costretto ad abbaiare per comunicare con i tuoi simili, io posso tranquillamente parlare in un telefono, e chiacchierare con chi sta dalla parte opposta del mondo, senza nemmeno bisogno di alzare la voce. Mentre tu sei costretto ad aspettare la luce del giorno, per vedere qualcosa, io posso far venire la luce dove voglio e quando voglio, e posso illuminare le tenebre a mio piacimento."

Di fronte a tali poteri il cane ci rimase male, perchè aveva capito che l'universo gli sfuggiva, che era qualcosa di troppo grande per lui da comprendere.

Poi un giorno l'uomo incontrò un angelo...

Massimo Mazzucco