Oggi ho ricevuto questa mail, che pubblico insieme alla mia risposta.

"Caro Massimo, avendo visionato il tuo documentario sulle cure proibite del cancro la mia necessità è quella di poter accedere alla documentazione che attesta la veridicità delle cure in oggetto. Per esempio il metodo Gerson del quale le informazioni dicono essere state pubblicate solo in Europa. In realtà se possibile, vorrei tutto, tutto ciò che hai di possibile documentazione che possa attestare che oggettivamente hanno funzionato/funzionano. Altrimenti vorrei mi indirizzassi circa il dove reperire le informazioni. Ho fame di informarmi e informare e, sapendo che puoi capirmi perfettamente, ti condivido che in ciò si racchiude un mondo. Grazie e ti chiedo di perdonare la mia incisività, è dovuta solo al fatto che non ho più tempo da perdere."

La mia risposta:

"Ciao S., ne non hai tempo da perdere tu, figurati io. Sinceramente non capisco cosa intendi per "tutta la documentazione". Non c'è nulla che "attesti alla veridicità delle cure in oggetto", se non le testimonianze che riporto nel film. Se sei interessato ad approfondire, prendi le cure una per una e comincia a cercare in internet. E' esattamente quello che ho fatto io. La pappa pronta non esiste da nessuna parte."

L'atteggiamento mostrato da questa persona dimostra un problema enorme che si è venuto a creare con l'avvento di internet: travolta da una marea di dati incontrollabili, la gente è portata a cercare certezze negli altri, invece di provare ad elaborare le proprie.

E' un fenomeno che si verificava spesso, quando pubblicavamo le testimonianze delle persone guarite da Tullio Simoncini. "Voglio le prove", dicevano in molti, "come faccio ad essere certo che si può guarire davvero?"

La verità è che non si può esserne certi, mai. L'unica cosa certa è che queste persone, in quel momento specifico e in quella situazione specifica, sono guarite. Ma nel voler estendere una testimonianza ad una certezza universale si commette un errore madornale, che comporta l'abbandono del percorso razionale a favore di quello fideistico.

"Ho visto il tuo documentario sull'11 settembre - mi scrive ogni tanto qualcuno - ma come faccio a sapere che hai ragione?"

La risposta che do io è sempre la stessa: usa il tuo cervello. Non fidarti nè di Attivissimo nè di Mazzucco, usa il tuo cervello.

Il problema è che una frase del genere puoi dirla a chi abbia già imparato ad usarlo. Mentre purtroppo la maggioranza delle persone è abituata a tenerlo spento, e a fidarsi ciecamente degli altri. Del dottore, del leader politico, del proprio parroco, e ora pure del blogger di turno.

Spesso io affermo che il mondo andrà avanti grazie alla diffusione capillare dell'informazione. Ora però mi devo correggere. Il mondo andrà avanti quando la maggioranza delle persone avrà imparato ad usare il proprio cervello, per appropriarsi correttamente di quella informazione.

Massimo Mazzucco