Lo ha detto come se dicesse: "Carne, pesce, per me è la stessa cosa. Purchè il cuoco sia contento".

La dichiarazione di Trump sulla nuova posizione degli Stati Uniti rispetto alla questione palestinese è stata semplicemente disarmante. Di fronte alle telecamere, nella conferenza stampa congiunta, il presidente Trump ha detto: "Guardo alla soluzione a due stati, e guardo alla soluzione ad uno stato. Per me va bene qualunque cosa vada bene a voi - ha detto guardando Netanyahu - purché vi mettiate d'accordo".

Talmente sorprendente è stata questa dichiarazione che lo stesso Netanyahu si è messo a ridere in diretta televisiva.

Eppure, quello che può sembrare un grandioso "lavaggio delle mani" alla Ponzio Pilato, da parte di Donald Trump, potrebbe anche nascondere una verità molto più sottile: ovvero che almeno una parte dei palestinesi preferisca in realtà la soluzione ad un solo stato.

La soluzione a due stati, come tutti sappiamo, è quella sostenuta dalle Nazioni Unite e dalla comunità internazionale ormai da diversi decenni: due stati contigui, lungo i confini del 67, che si riconoscono a vicenda, con Gerusalemme est come capitale della Palestina.

Ma questa soluzione sembra ormai irrealizzabile, anche perché la frammentazione della Cisgiordania, causata dai continui insediamenti dei coloni israeliani, ha reso la mappa del territorio palestinese come un groviera ormai irriconoscibile. Si può anche continuare a ripetere che si vuole una soluzione a due stati, ma ormai manca proprio la continuità fisica in quello che dovrebbe essere il futuro Stato palestinese.

E a questo punto, per alcuni palestinesi, diventa quasi quasi più appetibile la situazione ad un solo stato, purchè vengano riconosciuti pari diritti, civili e religiosi, a tutti: ebrei, cristiani e musulmani.

Perché è proprio qui che sta il punto cruciale della soluzione ad uno stato: Netanyahu vorrebbe uno stato unico con doppio standard, uno per gli ebrei e l'altro per i palestinesi, ovvero sostanzialmente una situazione di apartheid. Questo ovviamente sarebbe inaccettabile per i palestinesi.

Il segretario del PLO, Saeb Erekat, ha invece dichiarato: “Contrariamente al progetto di Netanyahu di uno stato con un doppio sistema, l'apartheid, l'unica alternativa ai due stati sovrani democratici è un singolo stato democratico e secolare con pari diritti per tutti, cristiani e ebrei e musulmani, che comprenda tutta la Palestina storica".

La parola chiave qui è "secolare". Uno stato secolare infatti chiuderebbe la porta all'idea dei sionisti più esasperati, che invece vogliono uno stato marcatamente "ebraico". Ed infatti, i nemici più acerrimi di questa soluzione sono proprio i leader della destra fondamentalista, come Isaac Herzog, che hanno definito "triste e vergognosa" questa possibilità.

Insomma, sembra che comunque la si rigiri non ci sia il modo di far contenti tutti. Resta però il fatto che con una semplice battutina da cabaret - "uno, due, per me fa lo stesso" - The Donald ha praticamente rovesciato il tavolo da gioco della questione palestinese. Che dite, la sua sarà stata semplice disattenzione?

Massimo Mazzucco

Fonti CNN,  RT