[img align=right]library/waco200.jpg[/img][b]CURIOSE COINCIDENZE[/b] Quando dieci anni fa, a Waco, Texas, ci fu il muso-a-muso fra l’FBI e i seguaci della setta biblica di David Koresh – cioè fra “società civile” e “ribelli” – si arrivò a un punto in cui la vicenda rischiava di trasformarsi nel piu grosso smacco della storia per gli agenti federali. Ottanta sciamannati, senza nome nè futuro, tenevano in scacco da ormai due mesi un vero e proprio esercito armato al di là di ogni decenza. Bisognava a quel punto schiacciarli, perchè da una parte l’attenzione dei media si era focalizzata ipnoticamente sull’assedio, mentre dall’altra nulla lasciava presagire che i disperati si sarebbero arresi facilmente: come nei western piu tradizionali, “avevano cibo e munizioni in quantità”. Stanarli, quindi, non era possibile. Ma come fare ad attaccarli, quando tutto il mondo sapeva che la metà di loro erano donne e bambini? Il caso volle che uno di loro, in una sera senza luna, ... ... decidesse di sparare ad un uomo dell’FBI che passava di lì per caso, e così l’intero esercito fu costretto a reagire. In un attimo, fu il putiferio. Nella cortina di gas lacrimogeni, fra le pallottole che fischiavano dappertutto, si vedevano i carri armati che agivano come bulldozers, cercando di abbattere le mura di cinta del complesso per far entrare i soldati. Fu allora che – prosegue la versione ufficiale – i ribelli, rendendosi conto che per loro era venuta la fine, decisero di farsi saltare in aria piuttosto che inchinarsi alle regole della società. In una esplosione alta decine di metri se ne andarono in un attimo ottanta vite innocenti, e del complesso non rimasero che un mucchio di macerie e tante bugie per cercare di coprirle. Le voci di uno sterminio premeditato iniziarono a girare da subito, ma ci sono voluti dieci anni di cause legali – e la perseveranza di gente come Alex Jones* - perchè l’FBI ammettesse, obtorto collo, che in realtà quei lacrimogeni erano vere e proprie bombe incendiarie, che esplosero alla prima scintilla dopo aver saturato l’ambiente. Janet Reno, allora ministro di giustizia di Clinton (il posto che oggi è di Ashcroft), è l’unica che continui a sostenere, ancora oggi, che i seguaci si siano suicidati. Quello che non può dire, in realtà, e che molto probabilmente i boss dell’FBI la ingannarono (FBI è sottoposta direttamemte al ministero di Giustizia), nel richiedere il permesso di lanciare i lacromogeni senza dirle in realtà cosa fossero. L’idea che gli assediati muoiano “per colpa loro” non è certo nuova, ma diventa particolarmente appetibile quando ci siano di mezzo degli ostaggi veri e propri, che sai benissimo che ci lasceranno la pelle non appena parte la prima fucilata. Ogni situazione però è diversa, ed ogni volta bisogna trovare il modo di faro avvenire in maniera credibile. Ecco che allora la maggior parte degli ostaggi, tenuti prigionieri dai ribelli ceceni in un teatro di Mosca, finisce per crepare non per il gas misterioso che gli assedianti hanno vigliaccamente immesso nei condotti di aerazione, ma per un improvviso quanto inspiegabile “crollo del soffitto” nel salone centrale. Peccato, se no li avremmo liberati quasi tutti. Tocca oggi agli ostaggi della scuola di Osizza. E anche lì, a quel che dicono le ultime notizie, la maggior parte delle fatalità sarebbe dovuta al fatidico crollo del soffitto. Il che a questo punto, per quanto mi riguarda, conferma in pieno i sospetti avanzati nei giorni precedenti: chi ci guadagna è Putin, sempre Putin e soltanto Putin, il quale ne esce “eroico” ed inflessibile nel suo no al terrorismo: proprio il leader di cui c’è bisogno, di questi tempi. Ci perdono invece i ceceni veri, che da oggi saranno ancora piu odiati dal resto del mondo, per quelle immagini di bambini dilaniati che perdureranno a lungo nelle nostre memorie. Con tutto vantaggio – di nuovo - per Putin, che nel frattempo potrà schiacciarli come meglio crede, senza che nessuno al mondo osi piu’ sollevare la minima obiezione. La regola del cui prodest, alla fine, si rivela sempre la piu solida. Massimo Mazzucco * A prestio un ritratto di Alex Jones, oggi personaggio di punta nella ricerca della verità sull’11 Settembre. [Non sono ancora in grado di collegarmi regolarmente]